di Claudio Capecchi
GROSSETO. L’annata agricola 2023 è stata caratterizzata da una serie di ostacoli che hanno colpito un settore già in crisi da diversi anni.
Da una parte le intemperie che hanno causato danni significativi alle colture, dall’altra il crollo dei prezzi di alcune produzioni, sommati all’incremento dei costi e alle complesse dinamiche con la Grande Distribuzione Organizzata (GDO), hanno ulteriormente complicato la situazione.
Per stilare un bilancio accurato, è necessario tuttavia attendere la conclusione della vendemmia e della raccolta delle olive, anche se, ad oggi, la situazione appare tutt’altro che promettente.
Nel settore viticolo le piogge primaverili hanno fatto proliferare le malattie fungine con importanti conseguenze negative per tutto il settore. Quello olivicolo ha, anch’esso, subito le conseguenze di un clima avverso nella fase dell’allegagione e ora, come se non bastasse, serve un’attenzione particolare perché il caldo umido rischia di far proliferare la mosca olearia e con questa i danni conseguenti.
Per quanto riguarda altre colture, come la fienagione, le orticole e i cereali, l’annata è stata contraddistinta da notevoli sfide. Il maltempo ha compromesso la qualità del fieno, causando gravi danni alla zootecnia per l’inverno in arrivo. Non è andata meglio al settore dei cereali con raccolti magri e di bassa qualità a causa delle condizioni meteorologiche sfavorevoli nella scorsa primavera che hanno compromesso la produzione. A tutto si deve aggiungere la caduta del prezzo dei cereali.
Altro elemento di incertezza di questo 2023 è rappresentato dalla Politica Agricola Comune (PAC): l’anno passato è stato caratterizzato da diverse deroghe e non è chiaro se saranno ancora in vigore, inoltre le incertezze sulle reali ricadute economiche per l’imprenditore agricolo permangono e proprio questa mancanza di certezza ostacola la pianificazione aziendale mettendo così a rischio la necessaria programmazione del lavoro.
A tutto questo si aggiungono le criticità che da anni mettono a rischio il settore primario. È perciò imperativo ottenere risposte e soluzioni per affrontare la nuova PAC e garantire un futuro per le aziende. I redditi agricoli sono sempre più ridotti, mentre i costi aumentano e l’inflazione erode ogni margine di profitto. Per questo chiediamo attenzione e facciamo appello a chi ha il potere di legiferare affinché venga attuata una programmazione di politica agricola coerente, chiara e in tempi certi.
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