FOLLONICA. L’iniziativa “Vedere Lontano” prevista per domenica 25 giugno è partita da un’idea di Paolo Negroni. Mira così a finanziare la carriera del golfista follonichese Stefano Palmieri.
Domenica 25 giugno al Riva Toscana l’intera giornata sarà dedicata a lui: comincerà alle 10 con la gara di golf con gli amici di Stefano a cui tutti possono partecipare.
Fino alle 18 è anche previsto un open day per dare la possibilità a chiunque voglia provare questo sport, di conoscere il golf. Infine, alle 18.30 è in programma la premiazione dei vincitori della gara e l’inizio dell’aperitivo lungo durante il quale saranno raccolti i fondi.
L’incidente non lo ha fermato
Quella di Stefano è una storia che purtroppo inizia con un fatto drammatico. Esattamente 21 anni fa un incidente gli provocò il distacco dei nervi ottici facendo calare il buio sul suo futuro. Nessuno, nemmeno lui, ha mai pensato che da quel fatto sarebbe iniziata la sua “seconda vita”, come la chiama lui: una parabola ascendente di successi, soddisfazioni e relazioni umane che continuano a sorprendere in ogni gara, ad ogni appuntamento sportivo sia in Italia che all’estero.
Questo “eterno ragazzo” ha trovato il modo a soli 30 anni di vincere la sorte avversa iniziando a collezionare una vittoria dopo l’altra proprio nella pratica del golf. Sport che non conosceva e in cui ha debuttato solo nel 2013 arrivando primo al Blind open d’Italia. Poi sono seguiti molti altri successi come quello dello scorso maggio al Woburn Golf nel Regno Unito, l’anno prima al Dutch Open, e ancora prima all’Irish blind open, al British blind open, al Japan blind open. Insomma, ha inaugurato un percorso davvero stellare.
Uniti sotto il segno del golf
Il golf è ciò che accomuna Stefano Palmieri a Paolo Negroni, che da due anni ha aperto un nuovo impianto a Follonica. Negroni sapeva chi fosse Stefanino (come lo chiamano affettuosamente tutti), lo ha voluto conoscere di persona e tra i due è nata un’amicizia autentica. «Di Paolo mi ha conquistato il modo con cui si è approcciato a me e alla mia storia – spiega Stefano – Non ha mai mostrato compassione per quello che mi è successo e con lui posso essere il professionista che sono diventato. Questa è una cosa fondamentale».
Stefano ricorda quanto si è allenato, quanto impegno ci ha messo per arrivare agli obiettivi che si dette nel momento in cui prese la decisione di accettare quella sfida impossibile. Una sfoda che lo avrebbe portato a essere un golfista disabile e non il contrario: «È una differenza basilare per me e Paolo l’ha capito subito», dice Palmieri.
I due uomini si sono incontrati nel golf ed hanno deciso insieme di condividere un progetto. Quello di dare la possibilità a Stefano di proseguire la sua carriera professionale, compreso il suo ruolo nella squadra nazionale di golf paraolimpica. Diffondendo allo stetto tempo, tra i più giovani, un messaggio chiaro e inequivocabile: anche la più grande sfortuna può diventare un’opportunità.