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Truffa bancaria online: «Colpa del cliente»

A stabilirlo è la Corte di Cassazione che ha dato ragione a una banca dopo il contenzioso di un cliente, incappato nel pishing on line. I consigli di Federconsumatori Grosseto
Truffa online

GROSSETO. La corte di Cassazione ha dato ragione alla banca. Con la sentenza 7214/2023 non l’ha ritenuta responsabile della truffa subita da un cliente con la tecnica del phishing. Il cliente non aveva messo in atto tutte le misure di sicurezza tecnicamente efficaci a prevenire le truffe telematiche. Quindi la banca non sarà tenuta a risarcire la cifra che è stata sottratta.

Un duro colpo per i clienti di istituti bancari e Poste.

Il caso preso in esame dalla Corte di Cassazione

Il caso capitato sotto la lente della Cassazione, purtroppo, è simile a molti altri. 

Un titolare di conto corrente bancario, dopo aver ricevuto un falso messaggio e-mail apparentemente proveniente dalla sua banca, ha fornito le proprie credenziali di accesso all’area privata. Così, chi era dall’altra parte, ha avuto la chiave per entrare nel suo conto corrente, truffandolo.

Il problema è più diffuso di quanto si possa pensare, in Italia come in Maremma.

Giorgio Romualdi, presidente Federconsumatori Grosseto

Giorgio Romualdi: «Abbiamo presentato ricorso all’Abf»

Il presidente Federconsumatori Grosseto, Giorgio Romualdi, racconta che non tutti i casi sono andati nello stesso modo. «Nel 2022 le pratiche gestite da Federconsumatori Grosseto per queste problematiche – ha spiegato – sono state circa venti. Per tutte è stato presentato ricorso presso l’Abf (arbitro bancario finanziario della Banca d’Italia) e hanno dato esiti diversi. Ai truffati è stato risarcito il maltolto solo in 3 casi su 5».

I consigli dell’avvocata Raponi: «Massima cautela e attenzione a ogni operazione»

L’avvocata Emanuela Raponi, vicepresidente di Federconsumatori Grosseto, sottolinea l’importanza delle misure di sicurezza. «Bisogna stare attenti e prendere tutte le precauzioni necessarie per non cadere in mano ai truffatori. Nessuna banca chiede le credenziali via email, sms, telefono o social. Anche se la richiesta sembra arrivare dalla propria banca è bene non fornire per nessun motivo il Pin, i codici delle carte, le credenziali dell’home banking o le password, neppure quelle temporanee (Otp) inviate tramite sms per autorizzare le disposizioni di pagamento», spiega.

Il phishing online sfrutta l'inganno per "prendere all'amo" la propria vittima
Il phishing online sfrutta l’inganno per “prendere all’amo” la propria vittima

«Quando vengono chieste queste informazioni certamente si tratta di una truffa. Se riceviamo un messaggio o un’email sospetti, è bene mantenere la calma e contattare il proprio istituto bancario, anche attraverso i numeri verdi sempre attivi, così da verificare la fondatezza della segnalazione ricevuta e agire di conseguenza», conclude.

Le truffe online sono in aumento: ecco perché

La decisione della Cassazione non tiene conto del fatto che, negli ultimi anni, l’utilizzo dell’home banking è notevolmente aumentato. Spesso è una scelta obbligata, dettata principalmente dalla chiusura delle filiali, dalla riduzione del personale bancario e dall’applicazione di costi di tenuta conto più bassi.

Un correntista che sceglie di affidarsi maggiormente ai mezzi digitali rischia di incappare con più facilità nelle frodi. Spesso sono messe in atto da truffatori molto abili e altrettanto spesso sono spalleggiati da vere e proprie organizzazioni criminali dedite a questo tipo di attività. Il messaggio o la mail della truffa porta spesso a una pagina web che mima quella della banca e un utente disattento è facile preda.

Partirà una campagna di sensibilizzazione

Se fino a qualche anno fa i soggetti delle truffe digitali (su carte di credito, bancomat e home banking) erano prevalentemente pensionati o cittadini anziani, oggi questo tipo di truffa colpisce anche i cittadini di età compresa tra 30 e 60 anni. Tra loro ci sono laureati, professionisti e impiegati che hanno anche confidenza con i mezzi digitali.

Pur usando molti strumenti online però, anche questa categoria di persone non riesce a percepire il pericolo di questo tipo di truffe. Per questo, Federconsumatori avvierà una campagna di sensibilizzazione e di educazione all’utilizzo degli strumenti digitali.

La stessa avvocata Luana Giompaolo, che collabora con lo sportello di Follonica di Federconsumatori, lancia un avvertimento: «L’utilizzo degli strumenti digitali, soprattutto quello per i dati più sensibili è bene sia fatto in maniera consapevole e informata».

Per informazioni

Le sedi di Grosseto e Follonica sono a disposizione per informazioni e per reclami.
È possibile contattarle l’associazione al numero 0564459214 o al 3890905246
Oppure scrivendo una e-mail a: fct.grosseto@federconsumatoritoscana.it

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