Trovato morto nel lago: s'allunga la lista dei cadaveri senza nome | MaremmaOggi Skip to content

Trovato morto nel lago: s’allunga la lista dei cadaveri senza nome

Sono cinque le persone scomparse in tutta la provincia delle quali ancora non è stata scoperta l’identità: dal suicida di via Giordania all’uomo trovato morto nel lago di Burano
Le celle frigorifere dell’obitorio

GROSSETO. Cinque cadaveri ancora senza un nome. Senza qualcuno che gli abbia reclamati, senza una storia da raccontare. È il triste dato che emerge dal report del commissario straordinario del Governo per le persone scomparse. Cinque persone che sono state trovate morte in provincia di Grosseto e delle quali non è stato possibile ricostruire l’identità.

Dal 1993 al 19 aprile 2025: cinque persone, alcune già sepolte nei cimiteri della provincia, una, quella trovata lo scorso aprile nel lago di Burano, ancora in attesa degli esiti del Dna. 

32 anni ancora senza un nome

Sono passati 32 anni da quando, sulla spiaggia delle Marze, fu trovato il cadavere di un uomo dell’apparente età di 65/70 anni

Era il 26 settembre 1993. Aveva una cicatrice che segnalava l’asportazione della coliciste, indossava un giubbotto blu, un paio di jeans e una polo. Anche questa blue, marca Lacoste. I carabinieri hanno cercato a lungo di scoprire la sua identità, ma senza successo. Dopo anni, il suo nome è ancora inserito nel file conservato in Prefettura e il suo corpo è stato tumulato. Nessuno si è mai fatto avanti per reclamare la salma dell’uomo. 

Il palazzo della prefettura a Grosseto
Il palazzo della prefettura a Grosseto

Passano vent’anni, in mezzo vengono ritrovati i corpi di altre persone che, grazie all’esame del Dna e alle denunce di scomparsa, vengono restituiti ai familiari. Non succede però con un uomo trovato impiccato in via Giordania. Anche lui rimasto senza nome. 

Il tatuaggio con un toro e nessun altro segno

Un tatuaggio raffigurante un toro sulla spalla sinistra, una cena frugale consumata la sera prima. Cinquant’anni circa, corporatura normale, era alto 1,79; capelli brizzolati e occhi castani, al momento del ritrovamento aveva la barba incolta. Quel giorno indossava una camicia azzurra marca Rifle, pantaloni neri, scarpe da corsa di marca Kalenji, un berretto Nike nero e grigio.

Fu trovato impiccato il 12 giugno 2013 nella zona artigianale nord di Grosseto. La Procura, dopo tre mesi di ricerche a vuoto per scoprire l’identità dell’uomo, divulgò e fece pubblicare le foto del tatuaggio e anche quella del cadavere dell’uomo. 

La salma del cinquantenne, probabilmente arrivato a Grosseto dall’Est Europa, dopo anni è stata sepolta. Riposa, senza nome, nel cimitero di Grosseto. 

Morti sulla spiaggia, nessuno si è fatto avanti

Bisogna fare di nuovo un salto indietro nel tempo, tornare al 2014 e fermarsi sulla spiaggia di Pratoranieri, dove l’11 febbraio fu trovato il cadavere di un anziano.

L’età fu stimata tra i 70 e i 90 anni: era alto un metro e 80 e pesava 80 chili. Era completamente nudo, quando è stato trovato. Anche lui senza documenti, anche lui senza un nome, un’identità, una storia da raccontare. Senza un ricordo di una vita intera passata chissà come e chissà dove. 

Lo stesso per il corpo di un altro uomo trovato a Punta Ala, il 12 dicembre 2022. Il primo è stato tumulato nel cimitero di Follonica, il secondo invece, è ancora all’obitorio, nella speranza che qualcuno si faccia avanti. 

L’esame del Dna per scoprire l’identità

Sono 1.108 i cadaveri non identificati in Italia al 30 aprile 2025. Corpi senza un nome, trovati lungo i binari ferroviari, nelle baracche, nei boschi, sulle sponde dei fiumi, negli ospedali e in case abbandonate. Sulle spiagge, nelle aree industriali. E che nessuno è mai andato a reclamare.

Ogni anno, il Commissario straordinario del governo per le persone scomparse, aggiorna il report con le segnalazioni e i dati che arrivano dalla Prefettura. Come nel caso di Grosseto, dove i corpi ai quali ancora oggi non è stato dato un nome, sono cinque. 

Esiste un protocollo che stabilisce procedure chiare per l’acquisizione da parte delle forze di polizia di campioni biologici da persone scomparse o cadaveri non identificati. I campioni vengono poi inseriti, previa autorizzazione dell’autorità giudiziaria, nella banca dati del Dna del Ministero dell’Interno.

Quando viene ritrovato un corpo non identificato, il prelievo biologico deve essere conservato e la segnalazione inoltrata alla Procura, che è l’unica autorità abilitata a dare il via libera all’inserimento nella banca dati. Un passaggio fondamentale per attivare i controlli incrociati e rendere possibile un eventuale riconoscimento.

 

Autore

  • Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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