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Troppi cinghiali ci vuole l’esercito

Lo dice Coldiretti scendendo in piazza a Roma con delegazioni da tutta Italia chiedendo un piano di eradicazione più efficace
Una foto della manifestazione coldiretti

ROMA. La protesta per salvare i raccolti dalla devastazione operata dai cinghiali arriva nella capitale. In piazza SS. Apostoli, ieri venerdì 27 maggio, numerose rappresentanze Coldiretti da tutta Italia si sono date appuntamento. Presente anche Coldiretti Grosseto, con una delegazione di imprese della provincia guidata dal presidente regionale Fabrizio Filippi e dalla direttrice provinciale Milena Sanna.

Dalla piazza è stato addirittura invocato l’esercito e un piano di abbattimenti straordinario per fermare l’invasione dei cinghiali, che oltre a distruggere i raccolti, minacciano la sicurezza dei cittadini, provocando in media un incidente ogni 24 ore.

Una foto della manifestazione

Le ragioni della protesta Coldiretti

Come ricorda il presidente Fabrizio Filippi: «La battaglia nei confronti dell’emergenza ungulati va avanti da anni con quattro manifestazioni nazionali e tantissime a livello regionale e provinciale. La Toscana, grazie al nostro pressing e alla disponibilità della Regione, ha approvato una delibera che apporta importanti modifiche al piano di controllo della popolazione di cinghiale consentendo l’intervento diretto e immediato dei proprietari e conduttori dei fondi, ma solo se dotati di porto d’armi sotto il coordinamento della polizia provinciale ma è evidente non essere sufficiente per far fronte ad un numero in costante aumento»

«La presenza fuori controllo della fauna selvatica – specifica Filippi – favorisce l’abbandono delle nostre campagne, crea danni incalcolabili alle produzioni e rappresenta un problema per la sanità con la diffusione di malattie. Causa problemi anche alla sicurezza stradale come abbiamo anche recentemente dovuto ricordare dopo l’ennesimo incidente sulle strade della nostra regione. Chiediamo un piano di eradicazione serio. Usiamo l’esercito se necessario per riportare la situazione alla normalità e difendere le imprese agricole dalla calamità dei cinghiali e dei caprioli».

La prima risposta del governo

Coldiretti, scende in piazza per la protesta e per dipingere in maniera chiara una situazione insostenibile, ha installato le sagome di un branco di cinghiali a grandezza naturale, cercando di dimostrare concretamente cosa significa trovarseli di fronte in strada, nei campi o davanti alla propria abitazione. In piazza anche il salone dei prodotti tipici made in Italy a rischio scomparsa a causa della peste suina che colpisce i maiali ma non l’uomo.

A raccontare la loro testimonianza anche molti imprenditori che hanno espresso la loro impotenza di fronte ad una popolazione di cinghiali in costante aumento. Le analisi a supporto di Coldiretti parlano del 15% di esemplari in più, anche conseguenza dell’emergenza sanitaria che ha ridotto la presenza dell’uomo all’aperto e delle battute di caccia.

Alla fine della lunga mattinata di protesta è arrivata la prima risposta con l’impegno da parte del sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, che annunciato una ordinanza che permetta subito l’abbattimento sul territorio nazionale e il prolungamento dell’attività venatoria per depopolare i cinghiali dai territori. «I ristori non solo la soluzione che gli agricoltori chiedono la soluzione è il ripristino della normalità. Basta con gli approcci ideologici» conclude Sanna.

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