Trasferivano soldi all'estero con documenti falsi, due fratelli nei guai | MaremmaOggi Skip to content

Trasferivano soldi all’estero con documenti falsi, due fratelli nei guai

La guardia di finanza di Livorno ha passato al setaccio quattro money transfert: i due hanno trasferito 200.000 euro all’estero utilizzando i documenti di clienti ignari o falsificati
Una pattuglia della guardia di finanza

GROSSETO. Da Grosseto, come da altre agenzie (4 in tutto) di Livorno e Cecina, partivano i trasferimenti di denaro verso l’estero. Ma i documenti che venivano utilizzati per fare quelle operazioni, non erano quelli delle persone che di fatto inviavano i soldi. Questi ultimi restavano anonimi, mentre sulle distinte venivano riportati i nomi di clienti occasionali o quelli riportati sui documenti falsi. 

200.000 euro la cifra accertata dalla guardia di finanza di Livorno, che ha condotto, agli ordini del colonnello Cesare Antuofermo, una complessa indagine che si è conclusa con la denuncia di due fratelli. I due uomini, di origini pachistane sono accusati di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, ricettazione, mancata osservanza degli obblighi di adeguata verifica della clientela previsti dall’attuale normativa in materia di prevenzione e contrasto dell’uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio e finanziamento del terrorismo.

Perquisiti 4 money transfer

Sono state le fiamme gialle livornesi a dare il la all’indagine che ha preso il via dopo che i finanzieri si erano accorti di alcuni trasferimenti di denaro attraverso i money transfer gestiti dai due fratelli, non proprio trasparenti.

I militari della guardia di finanza hanno analizzato i conti correnti e della documentazione contabile e extra-contabile acquisita durante le perquisizioni locali e informatiche presso i quattro punti vendita. Grazie al materiale sequestrato è stato accertato che i due fratelli, per garantire l’anonimato ai propri clienti ed eludere la normativa antiriciclaggio che grava sui servizi di rimessa di denaro, hanno utilizzato i dati e l’identità di persone ignare o di clienti occasionali cui intestare transazioni fittizie di trasferimento di denaro.

Inviati 5.679.144,63 all’estero, 220.000 senza documenti

I finanzieri hanno quindi sentito i numerosi clienti delle 4 agenzie “money transfer” i quali, in alcuni casi, hanno disconosciuto i trasferimenti di denaro registrati a loro nome affermando di non aver mai effettuato quelle operazioni nel punto vendita in questione mentre qualcun altro ha spiegato agli uomini della finanza di aver effettuato solo alcune delle operazioni di trasferimento di denaro che, invece, risultavano annotate a loro nome.

Il colonnello Cesare Antuofermo

le fiamme gialle hanno quindi monitorato 24.989 operazioni di trasferimento di denaro per un importo inviato complessivamente pari a 5.679.144,63 euro. Analisi questa, che ha consentito di portare alla luce un vero e proprio sistema di frode messo in atto dai due fratelli pakistani che prevedeva l’attribuzione simulata delle somme da trasferire al di fuori dei confini nazionali a persone diverse da quelle reali, al fine di garantire l’anonimato agli esecutori delle rimesse di denaro.

Per farlo, sono stati utilizzati documenti identificativi falsi, rubati o smarriti e dati anagrafici di persone che non sapevano niente delle operazioni finanziarie a loro intestate. Le operazioni illecite scoperte sono 534, per un totale di 228.405,04. 

Oltre ad essere stati denunciati sono stati segnalati all’Organismo degli Agenti in attività finanziaria e dei Mediatori creditizi (OAM) per la conseguente cessazione dall’esercizio dell’attività.

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