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Torna la coppa Passalacqua, ecco chi era Bruno

Ma chi era Bruno Passalacqua a cui è intitolato lo storico trofeo in notturna? MaremmaOggi ve lo racconta con le parole di un caro amico
Bruno Passalacqua (@archivio magliarossonera.it)
Bruno Passalacqua (@archivio magliarossonera.it)

GROSSETO. Bruno Passalacqua era conosciuto da molti a Grosseto. Ma altrettanti, specialmente i più giovani, non sanno chi c’è dietro al nome cui da mezzo secolo è intitolata la coppa. Per ricostruire la sua storia occorre sollecitare la memoria storica di Francesco Luzzetti, padre della più antica e moderna competizione provinciale, nonché presidente del Milan Club organizzatore dell’evento.

«Bruno Passalacqua è nato a Grosseto nel 1924, si è spento a Milano nel 1971 a soli 47 anni – inizia il racconto di Luzzetti – nonostante il poco tempo è riuscito a incidere nel calcio che conta lasciando ricordi indelebili portando in alto il nome di Grosseto. Ha mosso i primi passi nel mondo del calcio facendo il segretario nell’Unione Sportiva Grosseto dove ha affinato le sue già ben definite attitudini. Nel 1960 durante un ritiro della Nazionale olimpica nella nostra città, il tecnico Gipo Viani, selezionatore di quel tempo, lo notò e riuscì a convincerlo ad andare a Milano, sponda Milan.
Iniziò così la sua splendida carriera di general manager (penso sia stato il primo in Italia a fregiarsi di questo titolo)».

Manager del Milan che portò in Italia la prima Coppa Campioni 

Sotto la presidenza di Rizzoli e con il mitico tecnico Nereo Rocco, riprende Luzzetti, «costruì la squadra che portò per la prima volta in Italia la coppa dei campioni. Dal Brasile prelevò Altafini e Dino Sani, che vennero integrati nel contesto di squadra che stava rinascendo dopo varie delusioni. Nel frattempo rispedì Greaves in Inghilterra, per la cifra di 170 milioni e, con l’innesto di giocatori di esperienza ormai verso fine carriera amalgamati con altri giovani provenienti dal settore giovanile (Trapattoni, Radice, Trebbi per citarne qualcuno), il Milan riuscì nell’impresa di battere il Benfica di Eusebio. Era il maggio del 1963. Nei dieci anni di lavoro ha collaborato con altri tre presidenti, Riva, Sordillo e Carraro, padre e figlio».

In aiuto alla sua Grosseto dopo l’alluvione del ’66

Passalacqua era benvoluto sia in Italia che all’estero per i suoi modi gentili da gran signore del calcio. Negli anni passati a Milano non si è mai dimenticato della sua Grosseto e degli amici che aveva.

«Piccola cosa, ma grandissima per la sua città, è stata quella del novembre del 1966 – racconta Luzzetti – quando l’alluvione devastò e si portò via tutto rendendo impraticabile anche lo stadio e tutto ciò che conteneva. Per portare avanti il campionato occorrevano soldi e materiale, arrivarono i soldi e il materiale tecnico dal Milan con palloni e completi per disputare le gare. Ricordo ancora le maglie bianche con il colletto e polsini rosso neri, quelle con cui il Milan aveva vinto la coppa dei campioni.

Purtroppo una malattia fulminante allo stomaco se lo portò via troppo presto. Da quello che lui ha fatto e ha lasciato, il Milan ha fatto incetta di allori regalando grosse soddisfazioni ai tifosi rossoneri. Il nostro club è nato nel 1971 e porta il suo nome  nel 1975 il gruppo di soci di allora, dei quali facevo parte, decise di fare qualcosa per onorare la sua memoria e non farlo dimenticare. Nel tempo, quasi per scherzo, si organizzò un torneo giovanile quasi per scherzo. Oggi siamo arrivati alla 48^ edizione sempre e per sempre nel nome del nostro illustre concittadino», conclude Luzzetti.

Anche il terreno della Nuova Grosseto Barbanella porta il nome di Bruno Passalacqua.

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