GROSSETO. Una storia lunga decenni e decenni: un’autostrada (poi una superstrada) che collega Civitavecchia a Livorno, passando da Grosseto. La Tirrenica non è solo una strada è “La strada” che potrebbe aiutare a collegare la Maremma al resto dell’Italia. Un sogno per l’economia e il turismo del territorio, perché oggi la viabilità è un asso nella manica da non sottovalutare.
Ma nella legge di bilancio 2026 arriva l’ennesimo colpo alla Tirrenica: sono stati tagliati circa 80milioni di euro per chiudere i conti economici e patrimoniali tra la Sat e Anas, che negli anni ha acquisito vari tratti ed è subentrata nella pianificazione complessiva.
La Tirrenica sarebbe una benedizione per la Maremma, nata nell’ormai nel lontano 1968, con la costituzione della Sat, la Società autostrada tirrenica. In 60 anni non si riesce più a contare quanti progetti abortiti e tracciati cambiati ci siano stati.
La Tirrenica, fra promesse e propaganda
La strada rimane una luce di speranza in fondo a un tunnel, che, secondo l’onorevole del Pd Marco Simiani, è una promessa elettorale non mantenuta.
«Finisce il grande inganno del governo sulla Tirrenica: con la legge di bilancio 2026 il governo Meloni ha, infatti, definitivamente definanziato le risorse stanziate dall’esecutivo Draghi – dice Simiani – Dopo i tagli della scorsa manovra la maggioranza ha tolto altri 80 milioni di euro e per l’infrastruttura rimane solo un misero milione».
Rossi: «La manovra non è conclusa. Il passaggio è definitivo»
La legge di bilancio, però, non è ancora stata approvata in via definitiva e forse nella discussione nelle camere qualcosa potrebbe cambiare. Ora le sorti della Tirrenica sono in mano a deputati e parlamentari.
«Aspettiamo di vedere la manovra nel suo complesso definitivo. Scontiamo anni di ritardi e di certo solo questo governo ha smosso le acque, con la conclusione definitiva dell’iter di passaggio dei progetti da Sat ad Anas, uno step costoso che lo Stato ha finanziato – dice l’onorevole Fabrizio Rossi di Fratelli d’Italia – Chiederò un appuntamento con il commissario straordinario del corridoio tirrenico per capire quale possa essere la modalità per un’accelerazione della parte progettuale mancante, ovvero Grosseto Sud-Ansedonia, e su come poter finanziare i progetti già cantierabili, approvati recentemente dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, tra questi il solo lotto 5a, quello Ansedonia – Pescia romana, è stimato in 264.801 milioni. I costi complessivi dell’opera sono stimati in 1,5 miliardi: gli ordini di grandezza sono questi. Non altri».
Simiani: «La colpa è anche dei rappresentanti territoriali»
Il punto della situazione non è tanto il subentro di Anas e l’addio alla vecchia Sat: la Tirrenica potrebbe rimane bloccata in un limbo amministrativo. E la Maremma potrebbe restare isolata dal resto dell’Italia, con poche possibilità di sviluppo sia economico che turistico. Turismo sul quale si punta molto negli ultimi anni.
«La colpa non è solo di Salvini, ma è soprattutto di tutti i rappresentanti territoriali e dei parlamentari dei partiti di governo che in questi anni hanno fatto promesse su promesse e difeso il governo – dice Simiani – Il risultato è che adesso siamo tornati indietro di decenni e nonostante i continui pericoli per la viabilità locale e la necessità di un’opera fondamentale per lo sviluppo. Proveremo a rimettere le risorse con emendamenti alla Manovra nel corso del passaggio parlamentare, ma adesso la destra dovrebbe solo tacere e vergognarsi».
Insomma, l’unica certezza è che la Maremma soffre il declino economico. E proprio in questo gli investimenti in infrastrutture sono fondamentali: per provare a far splendere di nuovo la provincia di Grosseto, anche se i benefici si vedranno nei prossimi decenni.
Insorge il Pd
Un taglio, quello degli 80 milioni di euro, che ha fatto arrabbiare anche il Pd. «Delle risorse previste, resta soltanto un milione: una cifra simbolica, che non consente alcun intervento concreto per la sicurezza e lo sviluppo del territorio».
Il Partito Democratico provinciale di Grosseto, con il segretario Giacomo Termine e il responsabile infrastrutture Daniele Tonini, denuncia con forza l’ennesima scelta scellerata del Governo, che colpisce una volta di più le infrastrutture strategiche per la Maremma e per l’intera Toscana del Sud.
«La Tirrenica – dicono – Termine e Tonini – è un’arteria fondamentale per la sicurezza dei cittadini e per il futuro economico del territorio. Tagliare ulteriormente i fondi significa condannare la provincia di Grosseto all’isolamento e all’abbandono».
Dal Governo e dai rappresentanti politici di centrodestra del territorio sono arrivati, finora, solo proclami e promesse elettorali. Promesse mai tradotte in fatti, ma anzi in tagli pesantissimi, che ricadono direttamente sui cittadini, sulle imprese e sulla sicurezza stradale.
Il Pd provinciale chiede il ripristino immediato delle risorse originariamente previste e un impegno concreto per completare finalmente la Tirrenica, dopo decenni di rinvii e illusioni.
«Il centrodestra taccia e chieda scusa ai cittadini, concludono, per la colossale presa in giro perpetrata ai danni della Maremma. Non accetteremo che il nostro territorio sia considerato di serie B. Servono risposte, non tagli», dicono.
La situazione della Tirrenica si inserisce in un quadro nazionale preoccupante, con numerosi tagli alle infrastrutture strategiche del Paese, un vero e proprio disastro che rischia di frenare la crescita e aumentare le disuguaglianze territoriali.



