Scarlino calcio 2020, la scelta di Giulio Biagetti | MaremmaOggi Skip to content

Scarlino calcio 2020, la scelta di Giulio Biagetti

Il tecnico ha lasciato il Gavorrano per allenare in terza: «Ma in qualche modo resto in famiglia»
Lo Scarlino Calcio 2000
Lo Scarlino Calcio 2020

di Giancarlo Mallarini

SCARLINO. Per anni ha veleggiato tra la serie C e la D, ora allena il giovanissimo Scarlino Calcio 2020, in terza categoria. «Non è stata una decisione tribolata, anzi la definisco una scelta veloce».

Così inizia Giulio Biagetti spiegando il grande passo indietro nella scala del calcio dove, invece, si guarda sempre e soltanto verso la vetta. «Non è stato difficile lasciare il Gavorrano. Resto sempre in casa della famiglia Mansi di cui ho apprezzato il programma e la sfida molto appetitosa che mi attende insieme alla squadra».

Giulio Biagetti
Giulio Biagetti

Sulle maglie dello Scarlino, infatti, spicca la scritta “Nuova Solmine” un timbro che significa garanzia e continuità.

Vi definiscono una “corazzata”, è vero?

«Siamo una buona squadra, collaudata, determinata, ma non siamo equilibrati in rosa dove contiamo 8 punte restando corti in mezzo al campo. Una situazione a cui dobbiamo fare i conti destreggiandoci per equilibrare la formazione. Comunque sia ci conforta l’ambizione della società, quella dei giocatori. La proprietà ci mette tutto a disposizione, non ci manca niente. Le basi sono quelle giuste, poi sarà il campo a dare il giudizio finale».

La vostra prima trasferta vi porta ad Arcidosso. Partita non facile.

«Parlare di gara delicata è assolutamente fuori luogo, siamo solo all’inizio. Certamente è un test vero, di valore sia per noi che per loro. L’Aldobrandesca è un avversario da rispettare totalmente. Dirò ai miei di stare tranquilli, di giocare come sanno fare senza snaturare le nostre caratteristiche. La partita avrà diverse facce, dobbiamo essere bravi a riconoscere i momenti e gestirli al meglio. Le motivazioni saranno spontanee senza dover cercare di inasprirle».

Il paese reagisce bene, vi segue?

«La gente è coinvolta, dopo anni di assenza ci viene a vedere, ci sta vicino. Mi conoscono molto bene, gli anni di Gavorrano non si cancellano, poi abito a Bagno».

Ci sono difficoltà dopo quasi due anni di stop agonistico?

«È naturale ci siano e bisogna tenerne conto. Stare fermi fa male fisicamente e mentalmente. Abbiamo a disposizione un preparatore atletico per raggiungere la giusta condizione fisica, ma serve tempo per arrivare al top muscolare e psicologico. È un processo da centellinare settimana dopo settimana».

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