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Taglio delle corse autobus: Province contro Autolinee Toscane

A rischio le linee percorse dai mezzi Euro2. Limatola: «Situazione insostenibile: previste 117 corse in meno dal 1° gennaio 2024». At risponde: «Il problema era noto, abbiamo dovuto comprare bus vecchi anche se non volevamo»
Autobus, bus, taglio corse
Alcuni autobus parcheggiati

GROSSETO. Ua brutta sorpresa in questi giorni a ridosso del Natale. Le Province della regione hanno appreso con grande stupore che l’azienda di trasporto Autolinee Toscane non è in grado di assicurare il servizio di trasporto pubblico locale dal 1° gennaio 2024. La causa sarebbe il divieto di circolazione dei bus di categoria antinquinamento Euro 2. L’azienda, di conseguenza, prevede tagli massicci su tutte le linee percorse da questi mezzi.

«Una situazione assurda a partire dai tempi in cui ci è stata comunicata – spiega il presidente della Provincia di Grosseto, Francesco Limatola – Il problema di Autolinee Toscane è quello di non avere ancora i mezzi sufficienti per sostituire tutti gli euro 2, che dal primo gennaio non possono più circolare sulla base di una norma risalente ad un paio di anni fa. Il provvedimento legislativo addirittura sarebbe dovuto entrare in vigore il 1° gennaio 2023 ed invece è stato prorogato di un anno dal Governo. Un anno in cui Autolinee Toscane non ha trovato una soluzione».

«Solo nella provincia di Grosseto questo comporta il taglio di ben 117 corse dal 1° gennaio 2024 – rimarca Limatola – provocando disagi alla popolazione, che utilizza abitualmente i mazzi pubblici per raggiungere la scuola o il posto di lavoro o per altri servizi essenziali. Una vergogna di fronte alla quale non possiamo stare silenti».

Francesco Limatola
Francesco Limatola

 

«Tuteleremo le comunità  anche con azioni legali se ci fosse bisogno»

La Provincia di Grosseto ha preso posizione in difesa del territorio insieme alle altre Province della Toscana. «Abbiamo condiviso la scelta di tutelare gli interessi delle comunità locali intraprendendo anche azioni legali fino a promuovere una class action nel caso in cui non si riuscisse a risolvere la situazione – prosegue Limatola – A questo punto per evitare il peggio possiamo solo chiedere al Governo un’ulteriore proroga. Per questo ho subito contattato la prefetta di Grosseto, che ringrazio per la disponibilità, chiedendo di sostenere la nostra richiesta di proroga nei confronti del Governo. Come presidenti delle Province abbiamo invitato anche la Regione Toscana ad esercitare il proprio ruolo di controllo nei confronti di Autolinee Toscane».

In una nota congiunta i  Presidenti provinciali riuniti in un consiglio direttivo straordinario parlano una sola voce. «Come Upi Toscana e come Province riteniamo inaccettabile questa mancanza di programmazione di una multinazionale che con la gara unica avrebbe dovuto portare nella nostra regione qualità dei servizi, investimenti ed efficienza  – scrivono – Invece non è riuscita a far fronte a una situazione di blocco dei mezzi inquinanti che non rappresenta un imprevisto come il Covid, bensì è nota almeno dal 2021 e assolutamente prevedibile. In quanto rappresentanti delle comunità territoriali le Province non possono assolutamente ammettere le conseguenze del blocco di quasi 240 bus Euro 2, con un taglio indiscriminato su centinaia di corse, comprese quelle scolastiche, dei pendolari e ad alta frequentazione, e con migliaia di chilometri perduti».

Upi Toscana, infine, nel ricordare che la proroga degli Euro 2 sarebbe essenziale per dare respiro e continuità al sistema, ricorda anche che questo non risolverebbe strutturalmente la situazione, alla luce del blocco a fine 2024 dei mezzi Euro 3. «Auspichiamo una proroga da Roma ma in ogni caso non è dato sapere i piani di investimento per provincia da parte dell’azienda – concludono i presidenti – Riteniamo necessario che il gestore del contratto pubblico di Tpl avvii fin da gennaio un tavolo permanente con AT e gli enti locali per gestire la situazione, già oggi aggravata da notevoli disservizi che colpiscono studenti e cittadini, visto che il blocco a fine 2024 dei 700 mezzi Euro 3 sarebbe il definitivo colpo di grazia a uno dei servizi pubblici essenziali per i cittadini».

At risponde: «Il problema era noto»

«Siamo meravigliati dai toni e dalle scelte annunciate dalle Province toscane – rispondono da At – Abbiamo già posto il problema dell’esigenza di una deroga per l’uso dei bus Euro 2 nei mesi scorsi, formalmente fin da febbraio, a tanti enti, come hanno fatto anche tante aziende di Tpl e associazioni di categoria in tutta Italia, dalla Puglia al Veneto. Perché la norma che prevedeva il divieto di circolazione degli euro 2 è appunto una legge del 2014 (modificata più volte), nota a tutti, in primis alle istituzioni».

La difficoltà di sostituzione degli Euro 2 dipende da molti fattori, che At rimarca di aver già spiegato. «Ma che il problema fosse noto, lo dimostra il fatto che la richiesta di deroga è arrivata anche dall’Anci, dalla Conferenza della Regioni, oltre che da tante aziende private e dalle associazioni di categoria» dicono da Autolinee Toscane.

«Nonostante le difficoltà presenti, e in parte imprevedibili, proprio essere una grande azienda ci ha consentito di raddoppiare l’acquisto dei bus previsto dal contratto di gara per il primo anno (200 in tutto), e ci ha permesso di muoverci da tempo per cercare di accelerare la sostituzione degli Euro 2» sottolineano da At.

L’azienda infatti comunica di aver già investito direttamente oltre 370 milioni di euro in Toscana in soli due anni. «Cosa che, ci risulta, non è mai successa in precedenza – chiosa – Che il nostro approccio sia corretto e lineare, è riconosciuto dal fatto che in altre Regioni d’Italia, a fronte di questa e altre difficoltà come la carenza di autisti, è stato tagliato il servizio del Tpl mentre qui non è successo e la dimensione aziendale di Autolinee Toscane consente di fare gare economicamente e numericamente rilevanti».

«Obbligati a comprare bus vecchi anche se non volevamo»

Autolinee Toscane poi, si sofferma sulla situazione della regione. «In Toscana, si pagano i ritardi nell’assegnazione della gara di 6 anni, che ci hanno obbligato a comprare i vecchi bus (370 Euro 2, 700 Euro 3), anche se non volevamo – dicono dall’azienda – A questo proposito va evidenziato che l’alienazione degli Euro 2 dopo soli due anni comporterà per At una minusvalenza di oltre 1 milione di euro. Va ricordato infatti che at è stata penalizzata economicamente e finanziariamente dalla barriera d’ingresso tutta a vantaggio dei precedenti gestori (oltre 212 milioni di euro il valore di ripresa dei beni). Senza questa At avrebbe potuto disporre fin dal primo giorno di un parco mezzi nuovi e con costi di manutenzione decisamente minori».

Il rispetto della gara regionale per la gestione del Tpl in Toscana passava anche dall’osservanza delle modifiche previste nel secondo anno. «Che avrebbero portato le Province a fare le gare per i lotti deboli, liberando sia uomini che mezzi di Autolinee Toscane proprio per migliorare il servizio nelle altre linee – dice l’azienda – È stato invece chiesto ad Autolinee Toscane di proseguire, le Province hanno rinviato le gare e questi uomini e mezzi per at in più non ci sono stati. Noi abbiamo accettato questa situazione per spirito di collaborazione, perché siamo una grande multinazionale e da quasi 100 anni mettiamo al primo posto la responsabilità sociale verso i cittadini e le istituzioni tutte con grande spirito di collaborazione».

Di fronte al problema del divieto degli Euro 2, l’aziende rende noto di aver coinvolto tutti gli enti. «Come anche per le altre questioni -dice At – abbiamo anche cercato, d’intesa con la Regione, altre soluzioni: purtroppo anche dalle società private del Tpl sono arrivate proposte solo di poche decine di mezzi, a dimostrazione che la crisi del settore non riguarda solo noi».

«Solo rispettando la gara e collaborando possiamo continuare a innovare»

È il rispetto della gara la chiave per continuare a investire e cambiare il parco mezzi.«È la gara a dare sicurezza e continuità agli investimenti, certezza nei tempi di arrivo dei nuovi mezzi e del miglioramento del trasporto pubblico – sottolinea Autolinee Toscane – Senza il rispetto del contratto di gara, o mettendo bastoni allo stesso contratto, si rischia di fermare il processo di innovazione, trasformazione, ammodernamento del tpl in Toscana. Un processo che diventa più facile se c’è la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti».

«Proprio grazie alla gara e alla collaborazione con la Regione e gli enti locali, nell’ultimo anno sono arrivati 94 bus, di cui 40 negli ultimi due mesi, in tutte le province toscane – dice At –  Sempre la gara consentirà di far entrare entro il 2025 complessivamente 1.005 bus, di fatto raggiungendo il rinnovamento della metà della flotta toscana, facendone abbassare l’età media dai 14 anni del 2021, a una media europea, circa 6 anni».

«Stiamo lavorando per recuperare i ritardi»

Autolinee Toscane, stupita dai toni delle Province toscane, le interroga. «C’è una emergenza nazionale, noi stiamo lavorando per recuperare ritardi degli anni passati, e la colpa sarebbe nostra? – dicono con tono interrogativo – Noi rimaniamo, come sempre, pronti al confronto e alla collaborazione, come abbiamo fatto in questi due anni, con tutti i soggetti coinvolti».

La risposta di At è anche corredata da una nota tecnica, di seguito riportata per intero.

NOTA TECNICA:

«La gara è stata presentata nel 2016 con all’interno il dettaglio degli investimenti cui si obbligava il vincitore nel corso degli anni al cambio dei bus – ricorda At – 1°e 2° anno, 200 bus, At li ha anticipati tutti al primo anno. Per il 3° anno 180 e per il quarto 670»

«Dal 2016 al 2021, momento di subentro di AT nel servizio, sono trascorsi anni, non per responsabilità di At – ricorda l’azienda – ma sicuramente a causa degli innumerevoli ricorsi delle aziende, tra l’altro molte partecipate da Enti pubblici, che hanno bloccato qualunque tipo di investimento nonché fatto spendere milioni di euro di risorse pubbliche che si sarebbero potuti utilizzare per l’adeguamento del parco bus».

«La gara ha costretto At anche ad acquistare bus euro 2 e euro 3 dai gestori uscenti che non saranno più utilizzabili, creando minusvalenze e perdite impreviste in gara».

«La norma che prevedeva il divieto di circolazione degli euro 2 è una legge del 2014 (modificata più volte) – ricorda l’azienda – Purtroppo At negli anni trascorsi prima del subentro non aveva alcuno strumento per poter intervenire alla mancanza di investimenti sul Tpl Toscano che ha portato all’attuale situazione».

«È chiaro che l’obiettivo deve essere comune e la mancanza di collaborazione o la presenza di conflittualità eccessiva non può far bene al processo già molto critico di per se, e non per responsabilità di At. Per questo è necessario che ogni attore della filiera si unisca per minimizzare i disagi consentendo ad At di poter continuare a rispettare il contratto di gara e ad apportare dei miglioramenti che possano limitare al massimo gli impatti che oggi ci sono sugli euro 2 ma dal prossimo anno ci saranno sui 700 euro 3».

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