ORBETELLO. Marco Simiani lo aveva annunciato e lo ha fatto e lunedì 5 maggio l’interrogazione al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, è stata pubblicata sul sito della Camera. E sottoscritta dall’intero gruppo parlamentare del Pd.
L’oggetto è il suolo pubblico negato all’Anpi dal Comune di Orbetello per festeggiare, all’Idroscalo, la Liberazione.
Una bufera che ha investito in pieno l’amministrazione della cittadina lagunare che, anziché cercare di spegnere l’incendio, ha cercato di farlo ardere ancora di più. Prima dicendo di non essere stati invitati alle celebrazioni, poi spiegando di aver fatto quella scelta su indicazione della circolare del Governo per il lutto per la morte del Papa. Dopo insinuando che l’Anpi non aveva pagato la cifra richiesta per l’affissione dei manifesti pubblicitari.
Infine, pubblicando una foto – il primo maggio – della celebrazione del 25 aprile. Dove la presidente ha parlato grazie a una cassa portatile e a un microfono.
«A fine cerimonia – scrive il sindaco Andrea Casamenti – pur non essendo previsto alcun intervento, neanche il mio, è comparso un microfono con impianto portatile e la presidente dell’Anpi ha preso la parola di propria iniziativa nonostante fosse chiaro che non erano previsti interventi. Anche in questo caso, non ho mosso alcuna critica o stop».

L’interrogazione al ministro Piantedosi
Una bufera che è arrivata dritta sulla scrivania del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ora dovrà rispondere ai parlamentari. Nell’interrogazione, Simiani e gli altri firmatari ricostruiscono brevemente la vicenda, sottolineando come il 25 aprile rappresenti «una data fondamentale nella storia della Repubblica italiana, celebrando la Liberazione dal nazifascismo, un momento cruciale per la riconquista della libertà e della democrazia nel nostro Paese».
Ad Orbetello, il primo cittadino non ha concesso il suolo pubblico – che era già stato pagato – all’Anpi all’Idroscalo. «Il diritto di manifestare – prosegue l’interrogazione di Simiani – e di commemorare eventi storici di tale rilevanza è un diritto costituzionalmente garantito». Ad oggi quindi, le motivazioni addotte dal Comune di Orbetello «appaiono pretestuose e non sufficienti – si legge – a giustificare una decisione che di fatto impedisce all’Anpi, custode della memoria della Resistenza, di celebrare pubblicamente un anniversario così significativo».
Le tre domande al ministro dell’Interno
Anche l’interpretazione data dal Comune di Orbetello della circolare del governo di indire cerimonie sobrie per la morte del papa, interpretazione che non è stata data da nessun altro sindaco dei restanti 27 Comuni della Maremma, non convince il gruppo parlamentare del Pd. Che, attraverso l’interrogazione presentata dal deputato grossetano pone al ministro tre domande.
La prima, se sia a conoscenza di quanto accaduto e se abbia ricevuto comunicazione ufficiale sul divieto imposto dal Comune all’Anpi. La seconda, su quali iniziative intenda intraprendere «per accertare le motivazioni reali – si legge nell’interrogazione – che hanno portato a tale decisione. E la terza, «Quali iniziative intenda adottare a livello nazionale per garantire che episodi simili non si ripetano».
Kairòs e il caso auditorium
Dopo l’Anpi, a farsi avanti per denunciare che l’associazione, che aveva organizzato un evento per parlare dello stato della laguna all’auditorium, evento al quale avevano partecipato Arpat, Luca Aldi in veste di avvocato e l’assessore regionale Leonardo Marras, aveva dovuto pagare il prezzo pieno e non quello ridotto, così come previsto dal regolamento per le associazioni culturali.
L’amministrazione, in questo caso, aveva infatti considerato l’evento come una manifestazione di tipo politico, chiedendo il pagamento del prezzo d’affitto pieno. «Come da Regolamento e come comunicato in un primo momento dallo stesso Ufficio Patrimonio, l’affitto dello spazio sarebbe dovuto essere ridotto del 90% poiché rientrante nella categoria: “Riduzione del corrispettivo per i soggetti operanti nei settori ricreativo, culturale, sportivo, ambientale, aggregativi e sociale”, essendo il Collettivo Kairòs un’associazione culturale – dicono dal collettivo – Eppure, il giorno precedente all’incontro è stato richiesto il prezzo pieno per l’utilizzo dell’immobile a causa della presunta finalità politica dell’evento, seppur il regolamento preveda la riduzione del corrispettivo in virtù del soggetto richiedente e non della finalità. Così, nei giorni successivi, abbiamo richiesto il rimborso all’ufficio patrimonio, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta».
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