GROSSETO. Quando hai una montagna da scalare ma lo fai con la passione che arde dentro, anche Il K2 può assomigliare alla collinetta che spunta dietro casa. Lo sguardo di Jonathan Pisano sembra dire questo. Lui non fa né lo scalatore né l’alpinista, ma ha lasciato gli studi per quella che vuole sia la professione della sua vita. La boxe.
La passione per il pugilato lo ha trascinato sul ring fin dall’età di 10 anni, per poi travolgerlo definitivamente dai 13 in su, quando ha iniziato i primi combattimenti.
Il Jonathan del 2023 ha 18 anni, è un ragazzo dallo sguardo buono e dai tanti pensieri rivolti verso il futuro. Come tanti giovani ha molti sogni, ma quello più grande lo vede riuscire a farsi largo nel mondo della boxe. La determinazione non gli manca e i primi successi sono già arrivati.
Jonathan Pisano infatti è fresco di un argento europeo conquistato in Armenia dopo aver battuto il polacco Kruczkowski e il favorito del torneo il russo Zavgorodinii.
Sul ring sale da solo ma racconta di ogni successo come un risultato di una squadra affiatata.
«La Fight Gym mi supporta da anni e mi trovo molto bene, è come stare in famiglia – dice Pisano – Raffaele D’Amico, Manuela Pantani, Giulio Bovicelli e Amedeo Raffi mi seguono in ogni passo. Devo ringraziare anche Orlando Fiordigiglio, è il professionista al quale sono più legato, frequentando la palestra ho modo di confrontarmi con lui e i miei miglioramenti si devono anche ai suoi consigli».
«La boxe mi ha aiutato molto»
Pisano ora attende i prossimi campionati italiani categoria Youth (16-18 anni) che partiranno a ottobre.
«Sarà un bello scontro. Tra poco poi potrò debuttare tra gli Elite – dice Jonathan – lì boxiamo senza caschetto». L’assenza della protezione non gli fa paura, anzi, lo carica. Follia? Incoscienza giovanile? Chissà, sicuramente l’ennesima dimostrazione che sta facendo davvero quello che gli piace, anche se questo significa esporlo ad altri rischi.
Il successo è arrivato dopo anni di impegno e dedizione a uno sport che lo tiene allenato tutta la giornata e che lo ha aiutato anche a sentirsi più sicuro di sé e del suo potenziale.
«La boxe mi ha aiutato molto – dice Jonathan – mi ha risollevato da situazioni poco felici, mi ha aiutato a ragionare con più maturità e mi ha insegnato il rispetto, sia fuori che dentro al ring». Come racconta il giovane, infatti, ogni avversario non è mai un nemico. Più volte è capitato di scambiarsi pugni sul ring con altri ragazzi che ha poi ritrovato volentieri al suo stesso tavolo a fare cena.
Lo sport lo ha aiutato molto anche a livello fisico «Da più piccolo ero decisamente più cicciottello – dice Jonathan sorridendo – anche a livello fisico mi è servito molto il pugilato. Quando mi alleno faccio anche delle sessioni di corsa: serve avere anche fiato per affrontare le riprese. Ora se qualche volta sgarro tra allenamenti e alimentazione, spesso lo sento subito. Ma non si creda che nella boxe il fisico sia tutto»
«Nella boxe si vince con la testa»
Come ci tiene a sottolineare Jonathan, infatti, la boxe è uno sport che si affida sì sul fisico, ma si appoggia tutto su una forma mentale che non deve essere trascurata.
«Tutti possono iniziare a fare questo sport – dice Jonathan – anche se non sei proprio in forma si può provare, l’importante è che piaccia e che lo si senta nelle proprie corde. Il fattore mentale viene comunque prima di tutto. Se non c’è concentrazione e determinazione non si va da nessuna parte».
«Se dovessi dividere in percentuale cosa conta di più tra cervello e fisico nella boxe, direi 40% fisico e 60% mente» dice Jonathan Pisano.
Nei suoi occhi non c’è ombra di cattiveria, quella forse è riservata solo a chi si batte contro di lui. C’è però tanta consapevolezza. Ha 18 anni ma sa già benissimo dove vuole arrivare e quali passi fare.
«Il mio obiettivo è quello di vincere i campionati Youth ed Elite come prossimo passo» – dice Jonathan.
Poi in testa c’è già tutta la scaletta che porta fino ai campionati del mondo.
Sarà una serie di gradini da conquistarsi a suon di sacrificio e pugni ben tirati. Ma anche questo, non sembra poi spaventarlo troppo.
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