GROSSETO. Accoltellamenti, risse, urla e confusione: questa era una serata tipo durante i weekend in centro storico. Dei momenti che, però, pare siano ormai parte del passato grazie principalmente al contributo degli steward, che sono sempre pronti a sedare eventuali liti.
Una tranquillità che pare sia giunta al termine: il Comune di Grosseto ha esaurito i fondi stanziati nel 2024, circa 12mila euro. Si andrà avanti solo fino alla fine di febbraio.
E le associazioni di categoria aspettano un incontro in Prefettura dove saranno tirate le somme sull’andamento del progetto sperimentale prima di iniziare a muoversi.
«Nelle prossime settimane faremo un incontro nella Prefettura di Grosseto per vedere i dati delle reali considerazioni – dice Andrea Biondi, direttore provinciale di Confesercenti – Dobbiamo dettagliare un costo annuale e capire se ne vale la pena».
Le risse ridotte
Il servizio sperimentale è nato da un protocollo fra Comune, Prefettura e alcune associazioni di categoria. Quindi capire come è andato questo servizio è necessario per trovare i fondi per finanziarlo. Nella speranza che il costo non ricada sui locali e i commercianti.
Va anche detto che nell’ultimo mese nel centro storico le liti che prima sfociavano in risse sono drasticamente calate e la popolazione, come anche i titolari dei locali, si sentono più sicuri nel fare una passeggiata in centro durante i fine settimana oppure a lavorare. E proprio chi lavora fra le Mura medicee è soddisfatto del servizio.
Eppure questo periodo roseo, fatto di maggiore percezione di sicurezza e risse placate, pare sia giunto al capolinea. Il Comune aveva stanziato 12mila euro nel bilancio del 2024, ma in quello del 2025 i fondi per il centro storico sono destinati ad altro e non agli steward.
«Siamo al fianco dei commercianti e se ce ne fosse bisogno siamo pronti ad affrontare la situazione – dice Gabriella Orlando, direttrice di Ascom Confcommercio Grosseto – Per noi non è una scelta amministrativa, come lo può essere per il Comune di Grosseto: per le associazioni di categoria non sono semplici interventi di questo tipo, perché siamo un’associazione provinciale e non strettamente comunale. Però non ci tiriamo indietro e se i nostri iscritti ce lo chiederanno siamo pronti ad entrare nel dibattito».
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