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Spedizione punitiva e colpi di pistola: arrestato 27enne

Accusato di aver venduto droga a una ragazza minorenne, minaccia il padre della giovane: «Io sono la camorra di Follonica». Poi parte il pestaggio e gli spari, aveva una pistola con il silenziatore
Una pattuglia dei carabinieri
Una pattuglia dei carabinieri

GAVORRANO. «Io sono la camorra a Follonica, vieni qui che ti spacco la faccia». Il 29 ottobre, tre colpi di arma da fuoco fecero fermare per qualche istante il tempo in un bar di Bagno di Gavorrano. Erano le 22 circa, quando una Mercedes grigia si fermò di fronte al locale e dal lato passeggero scese un ragazzo con una pistola in pugno che si mise a sparare verso un uomo che era dentro al bar per poi risalire sull’auto e scappare. 

Ora, per quella spedizione punitiva, un 27enne di Scarlino, Mario Busiello, è rinchiuso nel carcere di via Saffi dove questa mattina, mercoledì 14 dicembre, sarà interrogato dal giudice per le indagini preliminari Marco Mezzaluna

È stato arrestato dai carabinieri di Follonica, che due giorni fa gli hanno notificato l’ordinanza del giudice. Difeso dall’avvocato Adriano Galli, il 27enne è accusato di detenzione e porto abusivo di arma da fuoco, di porto abusivo di coltello, di minacce, esplosione ingiustificata di colpi di arma, lesioni e rapina. 

La spedizione punitiva contro un padre coraggio

Il 29 ottobre, in via Marconi a Gavorrano, la giornata di ordinaria follia è cominciata intorno alle 19 quando il 27enne, insieme a un amico di appena vent’anni – anche lui indagato per i reati di lesioni e rapina –  è andato al bar e ha incontrato un gavorranese che ha accusato il ragazzo di aver venduto sostanze stupefacenti alla figlia minorenne. I due hanno cominciato a litigare, tanto che il barista li ha fatti uscire dal locale. È stato allora che il ventisettenne avrebbe pronunciato una frase da brividi: «Te lo sai chi sono io, io sono la camorra di Follonica».

Fuori, i due hanno cominciato a picchiarsi: due uomini sono intervenuti e li hanno separati. Busiello e l’amico sono saliti sulla Mercedes di quest’ultimo, hanno fatto il giro della piazzetta e sono tornati indietro: è scoppiata di nuovo la lite. I due sono finiti per terra e a quel punto sarebbe intervenuto il ventenne che avrebbe preso a calci in faccia l’uomo con il quale il giovane si stava picchiando.

È stato allora che si sarebbe consumato il reato di rapina: i due avrebbero infatti portato via il cellulare dell’uomo, consegnato poi a una sua nipote a Follonica. 

L’uomo è tornato al bar, dopo cena, per riprendere il suo telefono. Erano le 22 e pochi minuti dopo è arrivato anche Busiello, di nuovo con l’amico. Aveva il volto in parte coperto, ma era lo stesso riconoscibile: questa volta però, impugnava una pistola con un silenziatore. I clienti del bar sono scappati in tutte le direzioni, mentre l’uomo che era stato prima aggredito ha preso un coltello per tagliare i limoni da dietro al bancone. 

Il ragazzo si è avvicinato alla porta alzando il braccio destro e puntando la pistola verso il volto dell’uomo, minacciandolo di morte. Poi, ha sparato due o tre colpi, uno per terra e gli altri in aria gridando contro l’uomo: «Pezzo di m…, ti ammazzo». 

L’allarme lanciato dai clienti

Dipendenti e clienti del bar, terrorizzati, hanno chiesto l’intervento dei carabinieri che sono arrivati subito a Bagno di Gavorrano, dove hanno raccolto un bossolo calibro 6,35 e dove è stato consegnato loro il coltello che l’uomo aveva preso da dietro al bancone. 

I carabinieri hanno trovato i due ragazzi e li hanno portati in caserma dove sono stati perquisiti: addosso avevano anche tre grammi di hashish

L’esatta ricostruzione di quello che è successo davanti al bar di Bagno di Gavorrano è stata possibile grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza interna del locale che ha ripreso tutta la sequenza di una giornata di follia. 

L’unica misura ritenuta efficace per evitare che il 27enne possa di nuovo commettere reati come questi, è stata ritenuta dal giudice il carcere. «Il “camorrista di Follonica” come lo stesso sfrontatamente si è vantato di essere – scrive il giudice Mezzaluna nell’ordinanza di custodia cautelare – probabilmente più che essere sintomo di una reale adesione ad organizzazioni criminali è il frutto di una smargiassata del diretto interessato in un eccesso di autostima post adolescenziale, ma è comunque indicativa del suo spessore criminale ancorché a livello locale». 

Busiello ha agito di fronte ai clienti del bar, in un luogo pubblico. «La sfrontatezza della condotta è la miglior riprova – scrive ancora il giudice – della elevata pericolosità di un soggetto che è totalmente privo di freni inibitori e di autocontrollo da arrivare a commettere gesti così eclatanti senza preoccuparsi delle conseguenze delle sue azioni». 

 

 

 

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