GROSSETO. Gabriele Lattanzi oggi ha 32 anni e da 10 si muove con una carrozzina, dopo il terribile incidente che, nel 2013, lo ha reso paraplegico. Ma Gabriele è un combattente nato e non si è arreso ai limiti della “nuova” condizione fisica. Non solo, ma cerca di aiutare le altre persone che, come lui, vivono una situazione di disabilità, li sprona ad accettarla e a vivere la loro vita al massimo delle possibilità che hanno.
Lui che è sempre andato dritto per la sua strada, ha portato avanti le sue passioni e inseguito i suoi sogni.
Il sogno che si avvera in acqua
Uno di questi è il sogno delle immersioni, raggiunto da Gabriele con la sua forza, tanta riabilitazione, molto nuoto, un attestato che lo abilita a scendere sott’acqua e una fondazione, creata per aiutare i disabili ad abbattere le frontiere.
Così, grazie al gommone di Tutto possibile Aps, che ha un braccio mobile con una sedia all’estremità, riesce ad immergersi e ad uscire dall’acqua. Con l’aiuto di due esperti subacquei è riuscito a raggiungere i 20 metri.
Il nuoto è la sua più grande passione da quando era un bambino. «I miei genitori mi hanno messo in acqua per la prima volta quando avevo 2 anni – dice Gabriele – e da lì nasce il mio amore per gli sport acquatici. Ho sempre voluto provare a fare le immersioni, anche da prima dell’incidente, e ho deciso di provarci nonostante il trauma cranico».
«Sott’acqua è stato fantastico – continua – fra i vari pesci ho visto anche uno squalo azzurro e le statue sotto il mare, erano vicino alla scogliera. Ero estasiato, non avevo mai visto niente del genere ed è stata un’emozione unica».
«Non riesco ad immergermi da solo, ma grazie a Stefania e Alessandro ho visto – conclude – la parte sommersa dell’Argentario. Loro sono stati fondamentali perché mi hanno preso a braccetto e mi hanno portato sotto».
Volere è potere
Gabriele non si è mai fermato e ha sempre trovato il lato positivo e questo gli ha dato la forza di affrontare le difficoltà della vita. «Non ho mai lasciato che la mia condizione mi fermasse. Ho fatto ballo e nuoto nonostante la carrozzina. E non credo che mi fermerò mai nel provare a fare nuove esperienze».
La difficoltà nelle immersioni deriva dal trauma cranico. «Con le lesioni celebrali è più pericoloso per me, quindi devo scendere più lentamente rispetto alle persone che non le hanno – dice Gabriele – Ho rischiato, ma ne è valsa la pena, perché quando ero giù, circondato dal blu del mare mi sono emozionato… mi esplodeva il cuore dalla gioia».
Gabriele non si da limiti su ciò che può o non può fare. «Io sono esattamente come prima dell’incidente, solo che ora sono seduto. Finché riesco a muovere le braccia e i polsi posso fare tutto – dice il ragazzo – ed è grazie a questa visione, che mi ha trasmesso mio papà Massimo, provo a superare sempre le barriere che mi impone la paraplegia».
Il nuoto
Gabriele ha lavorato molto su di sé e con tanti anni di riabilitazione si è guadagnato qualche soddisfazione. «Ho adattato la mia passione alla mia condizione. In acqua uso tanto il bacino per e darmi la direzione – dice il ragazzo – e, naturalmente, uso molto le braccia. Dopo l’incidente non sentivo niente dal petto in giù, ma grazie alla riabilitazione con il metodo R.I.C. riesco a percepire la pancia e a muovere i fianchi e questo mi permette di muovermi meglio in acqua».
Gabriele è arrivato secondo al campionato italiano nei 100 metri a rana nel 2020. «L’acqua è il mio elemento, mi ci sono sentito sempre a mio agio, per questo ho voluto continuare con tutto me stesso con il nuoto e nonostante tutto ho raggiunto molti risultati».
Autore
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Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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