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Sindaco minacciato di morte: «Rifarei tutto uguale»

Il sindaco Diego Cinelli e la lettera con le minacce di morte

MAGLIANO IN TOSCANA. L‘eco del rave party di Mezzano è un ricordo lontano. O meglio, lo è stato fino a questa mattina, quando un dipendente del Comune di Manciano che lavora all’ufficio protocollo, ha ricevuto una busta e l’ha aperta. Dentro c’era una lettera, scritta con un pc. Caratteri in maiuscolo, firmata “Brigate rosse“. Una firma anacronistica, per il contenuto della lettera: «Bastardo fascista leghista – si legge – smetti di parlare del rave party, altrimenti muori». Sulla busta, che arriva probabilmente da Firenze come riporta il timbro dell’ufficio postale, c’è il nome del sindaco Diego Cinelli.

Cinelli: «Nessun passo indietro»

Cinelli, questa mattina, venerdì 10 settembre, era a Grosseto per alcuni incontri. «Mi ha chiamato il mio dipendente – racconta – e mi ha detto che aveva ricevuto una lettera anonima. Ne arrivano tante in Comune, ma non lo avevo mai sentito così scosso. Poi ha letto il contenuto e anche io sono rimasto senza parole per qualche secondo».

Di lettere senza mittente, all’Ufficio protocollo del Comune, ne arrivano diverse. «Di solito però sono segnalazioni anonime – dice – mi vengono riportate alcune piccole irregolarità. Cose da paese, insomma. Ma mai nessuno si era spinto così avanti. Però se il problema è stato quello che ho detto sul rave e la posizione che ho sostenuto, non faccio un passo indietro: rifarei tutto esattamente nello stesso modo e ridirei le stesse parole».

La busta inviata al sindaco
La busta inviata al sindaco

Il primo cittadino di Magliano in Toscana, era intervenuto nel dibattito sul rave quando i partecipanti, dopo Ferragosto, avevano cominciato a lasciare il rave organizzato sui terreni dell’ex patron del Grosseto calcio Piero Camilli e si erano fermati sul territorio del suo comune. «C’erano tanti turisti e la situazione avrebbe potuto degenerare – dice – Io mi sono limitato a denunciare quanto stesse accadendo in quei giorni. Ho parlato nel corso di alcune trasmissioni, anche su televisioni nazionali. Direi di nuovo le stesse cose, anche se a qualcuno, evidentemente, non sono piaciute».

«La prevenzione non ha funzionato»

Qualcosa, nella fase della prevenzione, in quei giorni d’agosto, non aveva funzionato. «Il mio pensiero era stato quello – dice il sindaco di Magliano in Toscana – e ancora oggi la penso nello stesso modo». Il teknival era stato organizzato fin nei minimi dettagli e da giorni girava sul web. Il “muro” di casse è stato portato al confine tra la Toscana e il Lazio a bordo di una decina di tir. «Possibile che nessuno si sia accorto di nulla?», si era chiesto Cinelli. «Segno che la prevenzione – dice – non ha funzionato. I tir che sono passati dal territorio per raggiungere i terreni di Camilli si vedevano e bene, ma non sono stati fermati».

Il rave a Mezzano
Il rave a Mezzano

I partecipanti al rave, alcune migliaia, erano arrivati al lago di Mezzano da ogni parte d’Europa. Molti dalla Francia. E nella cinque giorni di musica techno sparata ininterrottamente dalle casse, è morto anche un ragazzo, annegato nelle acque del lago di Mezzano.

Ora, per quelle parole, a Diego Cinelli è arrivata una lettera di minacce, che il primo cittadino ha consegnato ai carabinieri.

La firma delle Brigate rosse

Che si tratti dell’organizzazione terroristica italiana di estrema sinistra che si era costituita nel 1970 per propagandare e sviluppare la lotta armata rivoluzionaria per il comunismo sembra proprio difficile. «Quello che è certo però – aggiunge Cinelli – è che qualcuno si è preso la briga di stampare quella lettera, metterla in una busta e spedirla al Comune che amministro. Nei giorni subito dopo il rave, quando ho partecipato alle trasmissioni e ho detto la mia, non ho ricevuto alcuna minaccia. Chi ha compiuto questo gesto, lo ha fatto nascondendosi dietro all’anonimato. È da vigliacchi comportarsi in questo modo».

Sulla busta c’è soltanto il timbro, dove si legge  il mese in cui la lettera è stata spedita. «Della lettera si sa solo che è stata spedita da Firenze a settembre – aggiunge – L’ho consegnata ai carabinieri che stanno svolgendo le indagini. Io sono preoccupato per i miei familiari, è ovvio. Ma lo ripeto: direi di nuovo tutto quello che ho detto in quei giorni».

 

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