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Sciopero docenti e Ata, scuole chiuse in città

La protesta dei docenti e del personale Ata: con la legge di bilancio previsti aumenti minimi. E il contratto è fermo da tre anni
Le scuole medie di via Pascoli - maremmaoggi.net
Le scuole di via Pascoli

GROSSETO.  Lo scuola è in sciopero, con grande adesione del personale docente e non. In alcuni casi, non è stato consentito neppure l’ingresso dei ragazzi con problemi segnalati a Grosseto e nel resto della provincia.

Ecco la situazione

In città, lo sciopero indetto da Flc Cgil, Uil scuola, Snals-Confsal e Gilda Unams ha avuto un’adesione importante: molte le scuole chiuse in città come l’Istituto comprensivo 2, il Comprensivo 5 e l’Isis Manetti-Porciatti. Molti disagi, alcuni plessi chiusi, numerose classi che non sono entrate o sono uscite prima all’Istituto comprensivo 1 e al Comprensivo 4. A macchia di leopardo, invece, l’adesione nella provincia, chiuso il Comprensivo di Porto Santo Stefano e quello Orbetello, disagi nelle altre scuole dovute alla massiccia adesione del personale scolastico

Scuola in sciopero, appena 87 euro di aumento

Adesso basta, la scuola si ribella”, è il titolo della campagna informativa dei sindacati, in particolare con la legge di bilancio in corso di approvazione che destina ben poco per la scuola. Infatti sui 33 miliardi solo lo 0,6% viene destinato per riconoscere la professionalità docente. Un fondo, però, secondo i sindacati, per pochi.

Appena 87 euro, invece, è la previsione di aumento del nuovo contratto, visto che 350 euro è la differenza attuale tra la pubblica amministrazione e il personale scolastico. E anche sull’organico Covid, invece, è stato fatto ben poco: 300 milioni sono stati trovati per gli insegnanti, ma zero risorse, invece, per il personale Ata.

Le motivazioni della Flc-Cgil

Cristoforo Russo
Cristoforo Russo

“La misura è colma – spiega Cristoforo Russo, segretario provinciale Flc Cgil Grosseto– chiediamo risorse e riceviamo “tavoli”. Il Governo non ha dato segnali concreti, le aperture non sono più sufficienti. Il dialogo con il ministro è sempre stato franco e non è mai stato interrotto, ma ora servono provvedimenti che diano valore alla scuola, dignità professionale al personale, rimasto senza atto negoziale per il rinnovo del contratto e senza risorse per un aumento a tre cifre, come promesso dallo stesso ministro. Il che è ancora più grave perché nel Patto per l’istruzione, siglato la scorsa primavera, ben 21 punti erano dedicati alla centralità della scuola e si promettevano interventi su stipendi, classi pollaio e stabilizzazione del precariato.

Questo sciopero segna un punto di svolta nei rapporti con il governo. La responsabilità però è tutta del governo stesso che ha scelto di disinvestire sulla scuola seguendo il trend degli ultimi 15 anni. Ciò è davvero intollerabile dopo due anni di pandemia, durante la quale il personale scolastico ha continuato a lavorare con dignità, nonostante la retorica ministeriale sulla centralità della scuola.

E non è finita qui – conclude Russo – perché il 16 dicembre ci sarà un nuovo sciopero generale, proclamato da Cgil e Uil, in cui saranno messi in evidenza anche i temi della scuola, in particolare pensioni e riforma del fisco.

Lo sciopero è l’arma che abbiamo per far valere i nostri diritti, lo abbiamo fatto con governi di qualsiasi colore, perché non abbiamo padroni», conclude Russo.

Cinque i temi centrali, secondo la Cgil alla base della mobilitazione

  • Il rinnovo contrattuale. Servirebbero 350 euro al mese per adeguarsi alla media di uno stipendio della pubblica amministrazione, ma in Finanziaria ce ne sono praticamente zero. Gli appena 87 euro di aumento sono stati stanziati nelle leggi di bilancio precedenti, in quella di quest’anno sono previsti solo 12 euro per premiare una non meglio definita “dedizione professionale”, quindi neanche per tutti. Un linguaggio insultante, oltre la miseria dello stanziamento previsto, praticamente una mancia
  • L’organico Covid. Utilizzato durante la pandemia per garantire le misure di sicurezza nelle scuole e per sdoppiare le classi troppo numerose, è stato prorogato solo per i docenti, escludendo quindi il personale Ata. A Grosseto, ad oggi, il personale con contratto Covid è diminuito del 25 peer cento rispetto all’anno precedente, ma soprattutto senza il rinnovo dei contratti Covid Ata le scuole si ritroveranno senza personale, con ripercussioni per le sanificazioni e l’organizzazione scolastica
  • Le classi pollaio. Non è stato previsto praticamente nulla. Questo è un problema che riguarda anche il nostro territorio, soprattutto le scuole della città, dove in media ogni plesso ha 7 classi con più di 25 alunni. Un problema che riguarda non solo i docenti ma soprattutto gli alunni e le loro famiglie
  • Il personale precario. Su questo fronte, nessun confronto è stato ancora aperto. Il Patto per la Scuola di aprile contiene misure che vanno in tale direzione ma a questo Patto non è mai stato dato seguito. A Grosseto, spesso, il servizio scolastico è garantito dai lavoratori precari, soprattutto nelle scuole diffuse sul territorio provinciale. Come Flc Cgil sono anni che ribadiamo la necessità di disinnescare il sistema che crea precariato nella scuola.

Infine, le misure legate a situazioni professionali, come quella dei dirigenti amministrativi facenti funzione, o attinenti al lavoro del personale, come il blocco della mobilità previsto per legge anziché regolato per contratto, sono solo due esempi di misure che possono essere attuate a costo zero, ma è necessaria la volontà politica di farle.

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