SCARLINO. Slitta di almeno un anno il mega progetto di Iren a Scarlino. La società ha chiesto al Comune la proroga di un anno, perché ci sono stati problemi con le bonifiche dell’area.
La prima azienda incaricata di bonificare la zona del vecchio inceneritore dismesso, infatti, è fallita. Una seconda ditta contattata si è rivelata non in grado di fare i lavori. Al terzo tentativo le cose sembrano andate meglio, ma tutte queste operazioni hanno portato a perdere parecchi mesi. Così alla fine è stata chiesta la proroga, ma il progetto, almeno al momento, va avanti e rimane lo stesso.
Il progetto da 150 milioni di euro
La società, che ha deciso di investire nell’aera del Casone di Scarlino dove una volta si trovava l’inceneritore di proprietà di Scarlino Energia, è infatti decisamente in ritardo rispetto alla tabella di marcia che si era data nella sua ultima comunicazione ufficiale.
Mentre il 2025 si avvia alla sua conclusione, i lavori per “il polo integrato dell’economia circolare” sono ancora alla prima fase, quella delle bonifica dell’area, operazione propedeutica all’inizio dei lavori di realizzazione.
Quando la Iren S.p.A. si affacciò in Maremma, tutti ne colsero le enormi potenzialità. Nata nel 2010 dalla fusione tra Iride, la società che nel 2006 aveva riunito Aem Torino e Amga Genova, ed Enia, l’azienda nata nel 2005 dall’unione tra Agac Reggio Emilia, Amps Parma e Tesa Piacenza, fece sperare in una riqualificazione industriale all’insegna della tecnologia e sostenibilità ambientale. La società infatti è stata poi quotata presso la Borsa Valori e figura tra le 25 maggiori aziende italiane per fatturato, servendo un bacino di circa 2 milioni di clienti nel settore energetico, 2,8 milioni di abitanti nel ciclo idrico integrato e oltre 3,1 milioni di abitanti nel ciclo ambientale.
I primi passi nella piana del Casone di Scarlino
Nel 2020 Iren assorbe la società Scarlino Energia, proprietaria dell’impianto e del terreno su cui c’era il vecchio impianto di arrostimento della pirite, poi trasformato nell’inceneritore di Scarlino.
Nel 2022 i sindaci della zona vengono invitati da Iren a visitare i propri impianti spagnoli in piena attività. Il 28 agosto 2023 viene approvata, in sede di consiglio comunale a Scarlino, la presa d’atto della proposta Iren che si traduceva nella costruzione di quattro impianti industriali per il trattamento di: legno per l’ottenimento del pallet (ITL), fanghi con procedimento HTC (hydro thermal carbonization), palper di carta e plastiche ed infine un depuratore per il trattamento dei rifiuti liquidi.
Il 4 settembre 2023, con la Conferenza dei Servizi, la società per azioni ottiene la necessaria autorizzazione al progetto. Ad inizio 2024 comincia la demolizione dell’inceneritore e Iren festeggia la fine della lunga e controversa storia dell’inceneritore alla presenza del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, degli assessori competenti, dei politici e dei sindaci della zona, dando simbolicamente il via al futuro progetto industriale basato sull’economia circolare.
La speranza degli amministratori
Per gli amministratori locali di quei giorni, quel momento rappresentò un sospiro di sollievo: la storia decennale dell’inceneritore di Scarlino era finalmente un capitolo chiuso, mentre se ne apriva contemporaneamente uno nuovo, ambientalmente compatibile, di conclamata modernità e capace di riassorbire gli esuberi del vecchio impianto. «Questa soluzione non dà soltanto una risposta concreta al problema dei rifiuti, ma porta anche molti posti di lavoro nel nostro territorio» dichiaravano alla stampa l’ex sindaco Andrea Benini e l’assessore all’ambiente Mirjam Giorgieri. Anche l’allora assessore alle attività produttive Leonardo Marras era convinto della nuova opportunità tanto che parlò de progetto come «un segno di speranza per il rilancio di questa zona industriale dopo le grandi difficoltà degli ultimi mesi ed una risposta concreta per il nostro territorio anche dal punto di vista occupazionale».
Ripartono le bonifiche
Dalla metà del 2024 a tutto il 2025 sarebbero dovute concludersi le bonifiche e iniziato il periodo della costruzione del primo impianto per trattare il pulper da cartiera (così come indicato dalla stessa società nella scaletta degli interventi); questo impianto oltretutto era destinato a dare sollievo al distretto industriale di Lucca che attualmente deve smaltire nel termovalorizzatore di Brescia o andare all’estero.
Ma da quel 12 aprile di un anno e mezzo fa il cantiere si è di fatto fermato. Adesso ripartono le bonifiche, con la lancetta dell’orologio sposata in avanti di un anno.



