Sara, dalla Maremma a Londra come sommelier | MaremmaOggi Skip to content

Sara, dalla Maremma a Londra come sommelier

Sara Geraci è approdata a Londra in pieno periodo Covid. Dopo aver fatto esperienza al prestigioso Ritz ora lavora per un due stelle Michelin
Sara Geraci con uno Chateau Pontet Canet del 2011

MAREMMANI NEL MONDO

GROSSETO. La fenice non è solo un animale mitologico. Non arrendersi, saper conservare una scintilla per accendere il fuoco nei momenti più bui, fa parte di una certa natura dell’uomo. Sara Geraci, 23 anni, ne è un esempio: il suo volo è arrivato a Londra.

Grossetana d’origine, ha messo piede nella capitale inglese  il 7 novembre 2020, qui ha trovato la sua dimensione e un lavoro che le ha fatto spesso guardare il Tamigi consigliando i vini più pregiati del globo.

Da Grosseto a Londra, “grazie al Covid”

Diplomata al linguistico nel 2018, Sara era molto restìa a partire, convinta di poter essere una delle giovani che poteva dar lustro al Maremma dal suo interno. Dopo gli studi superiori, infatti, ha seguito un corso in di business management del settore agrario, con stage finale in cantina. «Facevo marketing aziendale e organizzavo eventi per Vinitaly – racconta Sara – mi trovavo bene. Poi è arrivata la pandemia e ho perso il lavoro».

Come molti ben sanno, trovarlo in Maremma non è facilissimo, tantomeno in pieno periodo Covid. Allora Sara ha finito per guardare all’estero e ha puntato verso Londra, una città che vedeva meglio inquadrata dentro al suo futuro. Ed è partita.

«Mi sono cercata la casa in quarantena. Online, che solitamente è una pessima idea. Sempre meglio vederle di persona le case – precisa – ma è andata bene. Ho cercato lavoro da subito, anche se ho potuto iniziare solo qualche mese dopo. Arrivata qui, era ancora tutto chiuso», ricorda.

Sara Geraci

Poi ha iniziato nel rinomato ristorante Margot, in Covent Garden, come “commit-waiter”, assistendo cioè  i camerieri più esperti. Poco dopo ha avuto un’offerta come junior sommelier al prestigioso Ritz.

Nel suo bagaglio aveva già la qualifica di sommelier e questo l’ha sicuramente aiutata, poi il lavoro sul campo la ha spinta anche a guardare oltre. «Sto proseguendo gli studi nel settore, perché qui le opportunità sono diverse e c’è una gerarchia abbastanza strutturata», racconta. «Iniziando da junior si parte dalle basi e c’è spazio anche per chi ha poca esperienza. Poi con lo studio e il lavoro si può crescere – prosegue – magari cercando una posizione che fa più al caso proprio. Cambiare lavoro – specifica – è più facile che in Italia, solitamente lo si ritrova con meno difficoltà».

L’arrivo a Londra: «qui è tutto diverso»

«Sicuramente rispetto alla Maremma e all’Italia, ci sono grandi differenze. Dai mezzi pubblici che portano ovunque, ai prezzi degli affitti elevatissimi. Poi ci sono anche moltissimi 40-50enni che condividono la stessa casa. Anzi le case sembrano pensate proprio per essere condivise. Nei supermercati – peosegue – c’è quasi solo merce confezionata, rari i banchi del fresco, a meno che non si vada in negozi specializzati, ma si deve essere disposti ad aprire ancora di più il borsello», racconta Sara.

La sua partenza è stata ben accettata in famiglia, solo il babbo soffre un po’ di più di nostalgia, ma sa bene che Sara sta costruendo il suo futuro. «Nel periodo in cui sono partita – ricorda – il Regno Unito era tra gli stati più colpiti e più in difficoltà, capisco le preoccupazioni di tutti. Forse però, proprio quel periodo mi ha aiutata a temprarmi prima».

Alcuni dei vini che ha avuto a disposizione Sara

«Capita anche che alcuni clienti mi chiedano come mai dalla Toscana sono venuta proprio a Londra – ricorda – ma qui ora ho trovato i miei spazi, un luogo in cui alimentare la mia vera passione, quella per il vino, che per me rappresenta anche un riscatto personale».

Lontano dalla Maremma, ma più vicina ai sogni

Ora Sara sta cercando casa vicino al nuovo luogo di lavoro, dove vivere da sola. Lavora per un locale 2 stelle Michelin, con 4.000 etichette nella carta dei vini: “Le Gavroche”, un prestigioso ristorante dal sapore francese nella Upper Brook Street.

Alcune delle prestigiose etichette che Sara ha potuto far apprezzare ai clienti

«Devo essere sincera – dice Sara – L’Italia non mi manca poi molto. Per due motivi: sul piano lavorativo, sto realizzando quello che voglio; sul piano umano in Italia ricordo molte amicizie che nel tempo si sono rivelate di poco peso. Qui passo molto tempo a lavorare, ma ho trovato tanti buoni amici, tra cui anche italiani».

In Maremma, Sara torna quando può, non ha una frequenza fissa. «Anche per via dei lavori che ho cambiato – dice – perché non si possono chiedere le ferie poco dopo essere entrati. In due anni sono tornata due volte e quando riesco cerco sempre di fare una capatina a Montalcino, un paese che mi è rimasto nel cuore e che mi fa sempre piacere visitare».

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