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Sanità, a Grosseto servono investimenti

Oggi all’ospedale Misericordia la visita della Commissione consiliare sanità a Grosseto, per affrontare problemi e prospettive di sviluppo
La commissione consiliare sanità in visita a Grosseto

GROSSETO. Il tour nelle strutture sanitarie toscane della III “Commissione sanità e politiche sociali” del consiglio regionale, è partito oggi, 15 novembre, da Grosseto. 

Molti i dipendenti dell’Asl sudest riuniti nella sala conferenze dell’ospedale Misericordia. L’occasione ha dato rilievo a tutti i ruoli che operano dentro alla struttura, con un focus dedicato agli infermieri. Una categoria che, nelle parole di Nicola Draoli (presidente Opi) si è battuta chiedendo maggiore interesse e impegno sui territori, soprattutto in quelli più periferici.

Investire sui territori

Le problematiche organizzative nelle aree periferiche – e non solo – sono uno dei tasti dolenti della sanità locale. A partire dalle difficoltà nel reperire medici di famiglia in sostituzione di pensionamenti e trasferimenti. Di recente sono emersi i casi di Roccastrada e Scarlino, dove è stato alzato il massimale di pazienti a carico, ridistribuendoli tra i medici in servizio.

Ma la mancanza di personale è una nota dolente in tutti gli ambiti, territorio come ospedale, dove in quello di Grosseto e a cascata sugli altri, reparti come radiologia, cardiologia e malattie infettive, scontano la mancanza di personale. E quello che c’è, è in affanno.

Sostegni: «Dobbiamo impegnarci per garantire risorse alla sanità maremmana»

Enrico Sostegni, presidente della commissione, su questo ha formulato il proprio impegno. «Per svolgere correttamente un lavoro di indirizzo, di controllo, legislativo e di programmazione è importante andare direttamente nei luoghi dove si opera. Grosseto ci conferma l’importanza degli investimenti, in tecnologia e strutture», ha detto ribadendo il valore dei professionisti. «una vera eccellenza capace di attrarne altre. Dovremo impegnarci per garantire ulteriori investimenti sul territorio di Grosseto e quello che è già in campo rappresenta un buon punto dal quale proseguire».

Enrico Sostegni

Il dg dell’Asl: «Grosseto ha molti punti di forza, le criticità vanno superate con più risorse»

«Grosseto ha molti punti di forza, dal pronto soccorso alla chirurgia», riprende Antonio D’Urso, direttore generale dell’Asl sudest, che tuttavia non nasconde le difficoltà. «È evidente che ci siano criticità legate al territorio, che è molto esteso, con una bassa densità di popolazione e età media piuttosto alta. C’è sicuramente bisogno di più risorse per l’erogazione dei servizi sanitari. Non è la stessa cosa fare assistenza domiciliare in città rispetto a farla sull’Amiata o sulle colline metallifere», puntualizza.

 

 
 
 
 
 
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«Ricordo che la provincia di Grosseto, per estensione, copre più di un terzo dell’azienda. L’utilizzo di strumenti di teleassistenza, di telemonitoraggio, e telemedicina sperimentati durante il covid possono essere utilizzati per aiutare i servizi in questo territorio», suggerisce il dg.

Per quanto riguarda il personale, «il calo degli specialisti è un tema nazionale. Devo dire che l’ospedale di Grosseto in sé, ne risente meno rispetto a realtà periferiche come Orbetello, Massa Marittima e Castel del piano per esempio. Lì la disponibilità degli specialisti è minore». 

Spadi: «partire da qui per affrontare le criticità

Donatella Spadi, consigliera regionale e membro della commissione, ma soprattutto medico, conosce bene la sanità locale, della quale è stata a lungo un operatore. 

«Abbiamo visto oggi i punti di forza, ma anche toccato le problematiche con mano. L’ospedale ha reparti avanzati, un laboratorio automatizzato è efficiente dal punto di vista energetico: ha un sistema fotovoltaico e un cogeneratore, aspetti non di poco conto in periodi come questo specialmente. In cantiere ci sono molti progetti, come il nuovo acceleratore lineare. Grosseto sta diventando sempre più un hub provinciale, così deve essere, sarà sempre più di riferimento».

 

 
 
 
 
 
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«Servono ancora molti investimenti per la sanità pubblica – Spadi – non solo da risorse regionali. Dovranno andare a beneficio anche della periferia. La mancanza del personale è un problema molto grande che richiede delle scelte politiche anche a livello nazionale».

Per Spadi, la soluzione non va vista solo nel livello locale. «A partire dall’eliminazione del numero chiuso all’università, ma anche rendere competitivi e appetibili le aree interne, dove è difficile che i giovani scelgano di lavorare. Serve dare più valore al tempo oltre che al salario. La qualità della vita ha una grande importanza. Non basta una quota aggiuntiva di salario. I medici che fanno attività aggiuntive fanno molti sforzi, devono avere diritto ai giusti riposi e avere spazio anche per la vita al di fuori del lavoro».

Andrea Ulmi

Andrea Ulmi, consigliere regionale anche lui membro della commissione, si aspetta presto ulteriori investimenti. «Grosseto ma anche Massa Marittima sono periferici rispetto ai grandi hub regionali come Firenze. Rimane cronico il problema della carenza del personale. Speriamo – conclude – che anche che col Pnrr si riesca a fare una costruzione proprio fisica delle case di comunità, dotando allo stesso tempo la sanità di professionisti preparati e in numero sufficiente».

«Pensare ad un nuovo modello di governance per la Sds -Coeso e affrontare subito i problemi degli ospedali periferici»

Marcello Giuntini, presidente della Società della Salute – Coeso, durante la visita della Commissione regionale sanità, ha posto all’attenzione della Regione le problematiche degli ospedali periferici, in forte sofferenza. Secongo Giutini è necessario pensare ad un nuovo modello di governance per la Sds Amiata Grossetana, Colline Metallifere, Area grossetana.

«Sono noti a tutti i problemi che stanno vivendo i piccoli ospedali di periferia come Castel del Piano e Massa Marittima. – afferma Giuntini – La logica che ha guidato la riforma dei distretti era quella di creare una rete ospedaliera in cui tutti concorrono, ognuno per la propria parte, al fine di garantire un miglior servizio sanitario al cittadino. Credo che questa logica ‘solidale’ debba suggerire la via da seguire per sostenere i piccoli ospedali periferici. Alla Commissione regionale ho posto anche la questione delle Rsd cioè delle Residenze sanitarie per disabili: sul territorio non ci sono strutture sufficienti per rispondere ad una domanda che sta crescendo».

Marcello Giuntini, sindaco di Massa Marittima - maremmaoggi.net
Marcello Giuntini, sindaco di Massa Marittima – maremmaoggi.net

«Ora che con il Pnrr viene finanziata la realizzazione delle case di comunità hub – precisa Giuntini – è pressante per la sanità territoriale anche il tema delle case di comunità spoke, che sono le strutture più vicine ai territori periferici. Indispensabile sarà anche mettere mano alle leggi che regolano l’ingresso del privato nella realizzazione delle Rsa»

«Alla Commissione regionale, infine, ho posto anche l’urgenza di ripensare il modello di governance della nostra Sds – conclude Giuntini – che ad oggi è la più grande della regione, sia come estensione territoriale che come numero di comuni che ne fanno parte. Un’assemblea di 20 sindaci di territori con bisogni differenti, dalla costa alla montagna, rischia di non poter affrontare i problemi dei singoli territori e quindi di alimentare una spinta centrifuga, come ad esempio sta avvenendo nelle ex zona dell’Amiata grossetana, dove i sindaci stanno riflettendo sulla possibilità di uscire dal Coeso e di realizzare una Sds tra Amiata grossetana e Amiata senese».

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