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Sacerdozio, famiglia, relazione: la pastorale del nuovo vescovo

Dallo stemma all’omelia pronunciata durante l’ingresso nella Diocesi di Grosseto di monsignor Bernardino Giordano: la lettura a una settimana dal suo insediamento
Il vescovo Bernardino accanto al vescovo Roncari davanti al Duomo. Dietro don Giampaolo e don Franco
Il vescovo Bernardino accanto al vescovo Roncari davanti al Duomo. Dietro don Giampaolo e don Franco

di Vanna Francesca Bertoncelli

GROSSETO. «Vescovo! Chi è costui?». Quali sono il suo ruolo e le sue funzioni? 

È parafrasando il don Abbondio del Manzoni che a proposito di Carneade, filosofo greco del II secolo a.C., a lui pressoché sconosciuto esclama: «Carneade! Chi era costui?» che incomincia questo excursus.

Ruolo: comportamento dell’individuo nella società in cui vive, in relazione alla posizione che vi occupa.(Enciclopedia Treccani).  È un concetto dinamico che si modifica nel tempo.

Funzione: attività rivolta alla realizzazione permanente di uno scopo. Il concetto si muove tra la sociologia e la psicologia. (Enciclopedia Treccani).

Il legittimo successore degli apostoli

La parola vescovo deriva dal greco ἐπίσκοπος,  sovrintendente e, per il pensiero cristiano cattolico, è il legittimo successore degli apostoli con il compito di portare avanti la missione affidata loro da Cristo. Ha la funzione di capo e guida, pastore e padre, per volontà di Dio, della comunità di fedeli a lui affidata. Amministra il popolo di Dio, sacerdoti e laici, tenendo presenti le esigenze spirituali e morali ma anche quelle sociali, culturali, economiche.

È il Signore Gesù, ad ordinare 12 persone che diventano i suoi apostoli (Lc 6,13), per mandarli a predicare il regno di Dio prima ai figli d’Israele e poi a tutte le genti organizzandoli in forma di collegio e mettendone a capo Pietro (Gv 21, 15-17).

Il Concilio di Trento (1545-1563) centrato sulla dottrina e sul dogma non si pronuncia sull’episcopato e va a definire la sacramentalità dell’Ordine sacerdotale. Il sacerdozio, sacramento istituito da Gesù quando invita gli apostoli a ripetere il gesto rituale dell’eucaristia in sua memoria (Lc 22, 19-20). Quel ministero sacerdotale che ha in sé una potenzialità sacra. 

Il tema dell’episcopato sarà approfondito dal Concilio Vaticano II (1962-1965) che insegna che, con la consacrazione episcopale su mandato pontificio, viene conferita la pienezza del sacramento dell’Ordine. Questo mandato che il Signore ha affidato ai pastori del suo popolo, è un servizio, un ministero. Il ministero episcopale è istituito da Dio nella Chiesa ed i vescovi, stabiliti dallo Spirito Santo (At 20,28) sono vicari di Cristo.

Lo stemma episcopale di Bernardino Giordano

Lo stemma episcopale voluto dal vescovo Bernardino Giordano contiene e comunica il progetto della sua missione apostolica.

Nella parte alta dello stemma il sole eucaristico con le lettere JHS è l’emblema della centralità del Cristo presente nella realtà eucaristica e del sacramento dell’Ordine sacerdotale. La sigla JHS è l’abbreviazione di ΙΗΣΟΥΣ nome di Gesù in greco biblico in uso, anche ad opera di san Bernardino da Siena, dalla prima metà del 15° sec.  In basso due fedi intrecciate simbolo del matrimonio, il sacramento dove gli sposi sono i ministri. 

Lo stemma del vescovo Bernardino Giordano

Sacerdozio e matrimonio sono sacramenti strettamente connessi tra loro dove la sacralità della vita si fonda sulla naturalità della vita stessa.

“Christus vivit”, il motto riportato sul cartiglio è l’Esortazione Apostolica ai Giovani e a tutto il Popolo di Dio presentata da Papa Francesco nel 2019 dopo il Sinodo del 2018. Ma la frase richiama anche l’episodio evangelico delle pie donne stupite e smarrite dinanzi a quel sepolcro vuoto a seguito della resurrezione di Gesù partecipata loro da due angeli (Lc 24,5).

L’ingresso del vescovo Bernardino Giordano

 Alle 16,23 di domenica 30 marzo 2025 il vescovo Bernardino è Pastore della diocesi di Grosseto.  Durante la Messa solenne in Cattedrale il vescovo Bernardino tiene l’omelia al Vangelo di Luca (Lc 15, 11-32). Quello della parabola del Figliol prodigo rilevandone «Il perdono nel padre che non sopporta la distanza, la separazione dal figlio e come è soprattutto il legame con l’altro che risolve la vita. Nessuno può vivere da solo. Nessun uomo è un’isola». E prosegue: «Nel cammino della Quaresima l’obiettivo è l’incontro con Dio, un Bene che ti aspetta. La gioia non è estranea a questo tempo liturgico proprio per questo. La terra promessa ad Israele. E il prodotto della terra non è più la manna, cibo della sopravvivenza, ma l’eucaristia». 

Conversione di sostanza in altra sostanza. Il pane ed il vino divengono carne e sangue di Gesù. È “il mistero di fede” per eccellenza. La consacrazione come passaggio, non a tempo, dall’ambito del profano a quello del sacro. Lo stupore ed il dubbio superabili soltanto con la fede. 

È il sacramento del  ringraziamento. «Far festa – continua – vuol dire avere legami. La vita si realizza nei legami. Il figlio dissoluto, è sciolto dai legami e si smarrisce nel mondo, affamato. Nessuno gli viene in aiuto. Senza relazione manca anche il necessario. Oggi è la festa! Il nostro credere è una relazione, un legame. Non un’obbedienza. Noi sacerdoti siamo segno della presenza di Dio. Così nella famiglia». 

Il sacerdozio e la relazione tra le persone

Il sacerdozio.  Sacramento istituito da Gesù quando invita gli apostoli a ripetere il gesto rituale dell’eucaristia in sua memoria (Lc 22, 19-20). (Lc 22, 19-20). Quel ministero dove il  sacerdote, in quanto consacrato, diviene esso stesso sacro. La famiglia l’istituto sociale che, nei secoli dei secoli attraversando le differenze culturali, si è rivelata la soluzione meno peggiore.

«La nostra vita – riprende il Vescovo – non è segnata dal fare ma dalla relazione. Nei nostri legami, nelle nostre unioni deve esserci Amore. Lo si costruisce con fatica che si rivela necessaria. La fatica non è un fallimento. E noi faticheremo insieme».

Sacerdozio, famiglia, relazione: il disegno pastorale

Il discorso all’assemblea liturgica dei cristiani contiene i cardini del suo disegno pastorale: sacerdozio, famiglia, relazione.

La solitudine e l’essere soli sono mali di questo tempo e di questa società. Grosseto non fa eccezione. Diversi i provvedimenti messi in campo: sportelli di ascolto, ministeri per la solitudine, progetti educativi e tanto altro. Pannicelli caldi. Siamo mammiferi ed impariamo per imitazione. La famiglia è la palestra dove si apprende la relazione: il passaggio dall’Io al Tu. Dal Sé all’Altro.

I concetti di famiglia, di coppia, di genitori, di figli, sono alquanto eterogenei e numerose le variazioni sul tema nella parte del mondo così detto occidentale. Grosseto non fa eccezione. 

La cerimonia volge al termine e il Vescovo Bernardino sosta nella cappella della Madonna delle Grazie. Maria. Mama, fiza e isposa de su Segnore. La Donna. Immagine della relazione, del legame d’amore. Oppure no?

                                                  

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