PIOMBINO. Sulla violenta rissa avvenuta durante lo street food, scaturita per futili motivi e che ha portato ad arresti e feriti, l’ex comandante del nucleo operativo della compagnia carabinieri di Piombino, dove ha vissuto e lavorato dal 2011 al 2024, Giorgio Poggetti, difende il Comune e l’assessore Vittorio Ceccarelli dalle accuse del Partito democratico.
E sottolinea l’importanza del ruolo rivestito dal commissario, Luca Sbordone. Le indagini della polizia, effettuate incrociando testimonianze e filmati, sia delle telecamere in zona installate dal Comune, che amatoriali, hanno portato a 5 denunce.
Adesso Giorgio Poggetti è assessore a Follonica della giunta Buoncristiani e, fra le altre cose si occupa della polizia municipale, sicurezza e protezione civile.
Le accuse del Pd
I rappresentanti del Partito democratico continuano a sollecitare la presa di responsabilità attraverso note nelle quali individuano il Comune come diretto interessato per i casi di microcriminalità e violenza che si sono susseguiti recentemente.
Aumentare il numero delle videocamere di sorveglianza e degli agenti di polizia non è sufficiente quando manca uno schema di più ampio raggio, dicono.
In particolare scrivono:
«In base all’articolo 54 del testo unico degli enti locali, il sindaco è autorità locale di pubblica sicurezza, con il compito di adottare ordinanze e misure preventive per la tutela dell’incolumità pubblica e il decoro urbano. La legge definisce anche la sicurezza urbana come bene pubblico da tutelare, attraverso interventi coordinati per migliorare la convivenza, e prevenire atti di micro criminalità, vandalismo, disagi giovanili e degrado».
Poggetti: «Accuse infondate»
Un’accusa infondata, spiega Giorgio Poggetti, in quanto tale articolo si riferisce a casi particolari. E definisce il ruolo del sindaco dove manca il commissariato.
«L’articolo 54 del Tuel (Testo unico degli enti locali) a cui il Pd fa riferimento, in verità, indica il sindaco come ufficiale di governo e non come autorità locale di pubblica sicurezza – spiega l’ex comandante -. Un dettaglio non di poco conto, anzi il fondamento di una polemica strumentale che può generare confusione nella maggior parte delle persone che non hanno conoscenze in materia».
La sicurezza in città, quindi, spiega Poggetti, è in capo al commissariato di polizia. E non al sindaco.
«Ebbene, il sindaco è autorità locale di pubblica sicurezza, secondo quanto esplicitato al comma 2 dell’articolo 15 della legge 121 del 1981, solo dove non esiste un commissariato di polizia di Stato. Circostanza che evidentemente è sconosciuta al Partito democratico e alle forze politiche di sinistra. Per loro conoscenza, è proprio il dottor Luca Sbordone, ancora una volta dimenticato nelle parole di solidarietà che riveste a Piombino, ad avere le attribuzioni di autorità locale di pubblica sicurezza».
Un doveroso ringraziamento al commissario
Al momento della rissa, il commissario Luca Sbordone si trovava nelle vicinanze con amici, non in servizio e, non appena saputo della violenta aggressione si è precipitato sul posto, riuscendo a bloccare uno dei ragazzi più attivi, non senza complicanze.
Gli altri gli hanno scagliato addosso pietre e massi, dopodiché ha ricevuto un pugno tra la tempia e l’orecchio. Un forte trauma che è stato poi refertato al pronto soccorso. E che ha portato all’estensione delle accuse anche a violenza e lesioni a pubblico ufficiale.
«Luca Sbordone, funzionario al quale, nel rinnovare la mia vicinanza come pubblico cittadino, esprimo un sentito ringraziamento per la tempestività delle indagini – dice ancora – che hanno permesso l’individuazione dei presunti responsabili, grazie anche al fondamentale contributo delle riprese della videosorveglianza comunale, responsabilmente implementata dall’assessore Vittorio Ceccarelli».
Fra i denunciati ci sono giovani già noti alle forze dell’ordine. E anche un minorenne.
«Gli indagati erano già noti alle forze dell’ordine, per cui anziché strumentalizzare certe situazioni – conclude – sarebbe preferibile creare un fronte comune su temi fondamentali come la celerità della giustizia, la certezza della pena e la lotta contro le bande di quartiere».
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Collaboratrice di MaremmaOggi.Nel giornalismo non esistono sabati né domeniche, non c'è orario e neppure luogo. C'è passione, c'è talento. Il mio lavoro è il mio sorriso. Da sempre curiosa, amo il sapere: più apprendo più vorrei conoscere. Determinata o testarda? Dipende. Vivo di sogni e li realizzo tutti.
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