Rifiuti, il Comune attacca: «Dall'Ato ricatto inaccettabile» | MaremmaOggi Skip to content

Rifiuti, il Comune attacca: «Dall’Ato ricatto inaccettabile»

«Non è possibile che i Comuni siano chiamati a ratificare decisioni già prese solo perché se non si approva nei tempi stabiliti la deliberazione, si rischia il blocco dei servizi. Un ricatto inaccettabile»
L'assessora Simona Rusconi rappresenta il Comune di Grosseto nell'Ato rifiuti
L’assessora Simona Rusconi rappresenta il Comune di Grosseto nell’Ato rifiuti

GROSSETO. Un ricatto inaccettabile da Ato: lo scrive senza giri di parole il Comune di Grosseto. Che parla chiaro: se non si accettano le loro condizioni, sospendono il servizio.

Sta facendo molto clamore in questi giorni la netta posizione assunta dal Comune di Grosseto, contrario alla proposta di aumento delle tariffe dei rifiuti.

«Per essere più chiari – scrivono -, siamo contrari alle premesse della deliberazione presentata in sede assembleare dell’Ato rifiuti».

Il Comune di Grosseto: «Ecco come funziona il mondo dei rifiuti»

«Immaginate come si muove il mondo dei rifiuti: l’Ato, che è l’Autorità composta dai Comuni delle province di Arezzo, Siena e Grosseto, alcuni anni fa ha bandito una gara per individuare il gestore unico per la gestione del ciclo rifiuti. SeiToscana si aggiudicò la procedura ed iniziò a svolgere i servizi di raccolta e spazzamento nei Comuni delle tre province della Toscana meridionale».

«Operazioni queste che hanno un costo e che l’Ato rifiuti, chiamato a controllare l’operato del gestore unico, controlla, recepisce e lo ripropone ai Comuni. In questa fase si inserisce l’Arera, l’Autorità di Regolazione per energia reti e ambiente che ogni due anni è chiamata ad aggiornare le tariffe ambientali. Ovviamente quasi sempre in aumento».

«Un procedimento quasi diabolico che costringe i sindaci a dover recepire gli aumenti tariffari ed a comunicarli ai cittadini senza poter avere di fatto un ruolo attivo».

«Se dunque sugli aumenti tariffari imposti dall’Autorità nazionale c’è obiettivamente poco da fare e saremo costretti in futuro a doverli recepire, non condividiamo la modalità con cui siamo arrivati alla proposta di deliberazione da parte dell’Ato. Come è possibile infatti che il procedimento di determinazione di ogni singolo Comune rispetto ai fabbisogni standard sia stato sottoposto al parere di SeiToscana e solo a cosa fatta anche ai singoli Comuni?»

«Perchè i Comuni sono costretti a dover comunicare ai propri cittadini gli aumenti tariffari senza aver avuto prima un confronto diretto sul territorio con l’Autorità che gestisce i rifiuti nelle province di Arezzo Grosseto e Siena?»

«Interrogativi questi che abbiamo posto all’assemblea e che a seguito di un lungo dibattito hanno portato al ritiro della deliberazione».

Si rischia il blocco dei servizi

«Non è possibile che i Comuni siano chiamati a ratificare decisioni già prese solo perché se non si approva nei tempi stabiliti la deliberazione, si rischia il blocco dei servizi in conseguenza del mancato perfezionamento del Pef (piano economico e finanziario). Un ricatto inaccettabile».

«Amplificato dalla quasi assenza di sopralluoghi e confronti di Ato Rifiuti (che ha sede a Siena) e da un invio di documentazione a dir poco monumentale a pochissimi giorni dall’assemblea, rendendo impossibile un’analisi attenta della proposta. Per queste ragioni il Comune di Grosseto, e con esso molti altri Comuni come Siena, Scansano ed altri, hanno detto no alla proposta deliberativa avanzata da Ato Rifiuti».

«Occorre una più attenta analisi dei costi che Ato ci propone e richiediamo maggior tempo per poterli analizzare. Vogliamo tra l’altro capire meglio la veridicità e la composizione dei due milioni di consulenze di SeiToscana e di cosa si compone la voce di oltre sei milioni di euro per le locazioni. Vorremmo che l’Autoritá spieghi meglio quali importi vanno a comporre il Piano che stabilisce le tariffe».

«Sono due richieste di mero chiarimento che magari, attraverso un confronto con il territorio, potrebbero trovare risposta».

Stucchevole la difesa di alcuni politici

«Stucchevoli e prive di sostanza l’alzata di scudi in difesa dell’Ato da parte di alcuni politici della sinistra maremmana, evidenziando così che l’Autorità ha soprattutto una targa. Precisazioni di scarso rilievo che sono scadute anche su capziosi argomenti sterili e insignificanti».

«Il nostro no è sulle modalità della proposta, sull’imposizione da parte di Arera a un limite alla crescita che, nella sostanza, andrebbe a corrispondere a un aumento della tariffa a carico dei contribuenti. Inoltre vogliamo maggiore trasparenza. Evidentemente la richiesta di chiarezza infastidisce».

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