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Regali di Natale sbagliati? Ecco come riciclarli

Candele, tovaglie, presine natalizie che si utilizzano una volta all’anno, deodoranti e profumi, vestiti di taglie sbagliate, pantofole importabili e bottiglie di vino. E voi, quale regalo avete riciclato per questo Natale?
Alcuni dei regali nella top ten tra quelli riciclati

di Elisa Bartalucci

GROSSETO. «Grazie, non dovevi!»: classica frase di cortesia di fronte ad un regalo di Natale da scartare. A volte, anzi spesso, la frase più che di cortesia diventa una cruda verità.

Sì, perché il salvadanaio a forma di cavolfiore, la tazzina da caffè di una squadra del cuore che non è la tua, i boxer di una fantasia improbabile, il deodorante di una fragranza disgustosa o l’ultimo best seller mentre te odi leggere, trasformano il “pensierino” di Natale in un dono terrificante.

Ammettiamolo, la lista dei regali di Natale horror è lunga: dalle candele, tovaglie e presine natalizie, che si usano due settimane l’anno; profumi e dopobarba che ci fanno sempre dare una fiutata alle nostre ascelle nel dubbio che più di un regalo sia un consiglio; soprammobili che dovrebbero abbellire la casa ma che di rado piacciono; foulard, guanti e sciarpe, regalati da quella zia che non vedevamo da mesi e che forse era meglio se continuava a stare a casa sua; pantofole importabili e maglioncini della taglia sbagliata, magari donati da chi la tua taglia dovrebbe conoscerla bene. A questo lungo elenco non possiamo dimenticare, poi, il re dei regali riciclati: la bottiglia di vino. L’amica la regala a te per Natale, te non la apri e la lasci dentro la credenza e al primo invito a cena di qualche parente o collega la porti come presente di ringraziamento.

Un italiano su 4 ricicla il regalo

Le statistiche sul riciclo dei doni parlano chiaro. In America i regali sgraditi sono stati stimati intorno ai 35 milioni di dollari e anche da noi il Codacons lo conferma: un italiano su quattro ricicla i regali sgradevoli.

Insomma, riciclare i regali non apprezzati, dando così una seconda vita agli oggetti, è una consuetudine ormai consolidata, va di moda ed ha anche un nome tutto suo: si chiama regifting.

Basta ipocrisia, sorrisi finti di convenienza e ringraziamenti forzati: quando il regalo ricevuto non piace non va per forza tenuto a prendere posto in armadi e scaffali già stracolmi di oggetti. Si strizza l’occhio all’ecologia e si ricicla.

Le regole sono semplici: non rovinare la confezione, sostituire la carta regalo con una diversa e ultima, ma più importante di tutte, ricordare chi ve lo ha fatto e non riciclarlo proprio a lui.

Cambio nel negozio o scambio su Internet: ma occhio a farvi beccare

Dopo l’unboxing del 25 dicembre, quindi, parte la corsa allo smaltimento dei regali non graditi. Ci sono quelli che rifileranno il dono ad amici e parenti in altri occasioni come i compleanni, coloro che si recheranno nei negozi a chiedere un cambio o un buono da spendere come e quando vogliono e, infine, ci sono quelli che si tufferanno nel megagalattico mondo di internet per svuotare i loro cassetti.

La tecnologia aiuta, gli smartphone ci permettono con un solo clic di far vedere i nostri oggetti a milioni di persone e i siti di scambio vendita sono davvero tantissimi: Ebay, Vinted, Wallapop, AccioBook, SwappyVerse ed il vostro regalo troverà senza dubbio il padrone perfetto per lui. Stando attenti, utilizzando i social per vendere, di non farvi beccare da chi quel regalo ve l’ha fatto: bene bene, non ci resterebbe di certo. 

Adesso tocca a voi: mettevi una mano sulla coscienza e raccontateci il regalo che avete riciclato questo Natale.

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