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Il questore eroe morì a Dachau, la polizia ricorda Palatucci

Toccante cerimonia nel giardino della questura: il questore e la prefetta depongono una corona di fiori in ricordo di Palatucci
Il questore Mannoni e la prefetta Berardino depongono i fiori sul cippo in ricordo di Giovanni Palatucci
Il questore Mannoni e la prefetta Berardino depongono i fiori sul cippo in ricordo di Giovanni Palatucci

GROSSETO. Ci sono stati momenti di commozione in una cerimonia toccante nel giardino della questura, nella piazza intitolata a Giovanni Palatucci, alla presenza delle massime autorità cittadine.

Il questore Antonio Mannoni e il prefetto Paola Berardino hanno ricordato proprio l’ex questore Palatucci, vice commissario aggiunto di pubblica sicurezza e medaglia d’oro al merito civile, morto nel campo di concentramento di Dachau in Baviera, il 10 febbraio del 1945.

Dopo la cerimonia, nell’aula magna della questura, è stato proiettato un filmato sulla figura di Palatucci, “giusto fra le nazioni”.

Giovanni Palatucci
Giovanni Palatucci

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Palatucci salvò almeno cinquemila persone

Nei primi anni di lavoro Giovanni Palatucci era addetto all’ufficio stranieri e dal 12 novembre 1937 e dal febbraio 1944 fu reggente della questura di Fiume sino al 13 settembre 1944, quando fu arrestato dai tedeschi delle SS e internato il 22 ottobre successivo nel campo di concentramento di Dachau con il numero 117826, dove morì di stenti il 10 febbraio 1945, 78 giorni prima della liberazione del campo.

Il cippo in ricordo di Giovanni Palatucci
Il cippo in ricordo di Giovanni Palatucci

Nel 1952 lo zio vescovo Giuseppe Maria Palatucci raccontò che il nipote durante la sua permanenza a Fiume aveva salvato «numerosissimi israeliti».

Infatti dopo l’8 settembre 1943 aderì alla Repubblica Sociale Italiana.

Nella sua posizione ebbe modo di conoscere l’impatto che le leggi razziali ebbero sulla popolazione ebraica. In quel contesto, cercò di fare quello che la sua posizione gli permetteva, creando attraverso una rete di amici una strada per salvare tanti ebrei dai campi di sterminio come, tanto per citarne qualcuno, la famiglia di Carl Selan.

In una lettera ai genitori scrisse: «Ho la possibilità di fare un po’ di bene, e i beneficiati da me sono assai riconoscenti. Nel complesso riscontro molte simpatie. Di me non ho altro di speciale da comunicare».

Un calcolo approssimativo ha stimato in più di 5.000 il numero di persone che Giovanni Palatucci aiutò a salvarsi durante tutta la sua permanenza a Fiume.

Da allora Giovanni Palatucci è salito agli onori sia in Israele (dove è Giusto tra le nazioni dal 1990), sia presso la Chiesa cattolica (per la quale è Servo di Dio dal 2004), sia presso la Repubblica Italiana (per la quale è medaglia d’oro al merito civile dal 1995).

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