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«Preferisco morire piuttosto che tornare a scuola»: il dramma di Leonardo

L’alunno, che ha un disturbo dello spettro autistico, si è visto cambiare l’insegnante di sostegno dopo un anno. La mamma: «Sono ricominciate le crisi e anche gli atti di bullismo». La scuola: «Non possiamo far tornare quell’insegnante»
Una classe di studenti (foto d'archivio)
Una classe di studenti (foto d’archivio)

GROSSETO. Ha 12 anni e tanto ancora da imparare, crescere e scoprire, eppure il suo futuro è a rischio. Imparare è fondamentale per ogni studente e dovrebbe essere garantito anche a chi soffre di una qualsiasi forma di disabilità. Ma questo non è successo a Leonardo, uno studente della scuola media Ungaretti al quale è stato diagnosticato un disturbo dello spettro autistico. E che si è visto cambiare l’insegnante di sostegno dopo il primo anno.

Da lì è iniziato l’incubo per la famiglia del ragazzino, che nessuno ha voluto ascoltare. «Lo scorso anno con quel docente è stato fantastico, insieme hanno iniziato a coltivare la passione di mio figlio per la programmazione e lui andava volentieri a scuola – dice Chiara, la madre – Quest’anno è stato un declino: Leo non voleva più andare a scuola e ha iniziato a dirmi di sentirsi sbagliato e che avrebbe preferito morire piuttosto che andarci di nuovo».

Chiara ha provato in tutti i modi a riportare quel docente nella classe con suo figlio, ma non è stato possibile per una questione di graduatoria, nonostante ci siano delle leggi a tutela dell’alunno con disabilità e anche una convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. 

Leonardo e la scuola

Leonardo ha avuto un grave lutto che lo ha turbato molto ad agosto 2024. «Nel giro di 15 giorni ha perso due punti di riferimento: la nonna e il docente – dice la mamma – Dopo essere uscito da scuola era diverso, non parlava con entusiasmo di quello che aveva fatto, come faceva l’anno passato, si limitava a dirmi che non aveva fatto niente. Con l’altro insegnante, invece, era diverso: lui aveva capito come insegnare a mio figlio».

«Poi sono iniziate le crisi, da un lato per aver perso due figure importanti e dall’altro perché c’era più rigidità nella scuola. La nuova docente di sostegno ha provato ad entrare in comunicazione con lui, ma non c’è riuscita proprio perché mio figlio aveva alzato un muro ormai – continua – Dopo poco hanno provato ad essere più elastici, facendolo uscire dalla classe e ad utilizzare altri trucchetti per chi ha la sindrome dello spettro autistico, ma era troppo tardi per provare a recuperare la sua fiducia».

Il primo docente aveva coltivato un rapporto con Leonardo basato sulla fiducia, sull’apprendimento e sulle capacità dell’alunno. Basti pensare, che aveva riprodotto una mappa della scuola sul computer e in ogni aula in cui l’alunno cliccava c’era una domanda su una materia

«Leonardo ha perso interesse nell’apprendimento, a lui piacciono molto le lingue e voleva imparare lo spagnolo, ma non ha iniziato a studiarlo. Quest’anno gli hanno tolto il computer in classe e per lui è importantissimo per comunicare e per imparare – dice Chiara – Poi in classe ha dormito molto, perché il neuropsichiatra ha deciso di alzargli il dosaggio delle medicine che prende a causa delle crisi che ha a scuola».

Gli episodi di bullismo 

Leonardo frequenta la seconda media e si sa, a quest’età i ragazzi cambiano e hanno pochi filtri. «Lo hanno preso in giro perché era cascato per terra e quando sono andata a prenderlo era in preda all’ansia e alla paura – dice Chiara – Gli episodi di bullismo sono aumentati: nell’anno precedente non ce n’erano stati, mi ero anche complimentata con i ragazzi e con le loro famiglie».

Gli alunni hanno visto Leonardo diverso rispetto all’anno passato. «Prima era più attivo in classe e più tranquillo, non aveva crisi ed era più semplice gestirlo – dice la madre – Quest’anno lo hanno visto più sedato e in preda alle crisi e credo che tutta la situazione abbia influito sull’atteggiamento dei suoi compagni. Un insegnate ha addirittura detto in classe, mentre aveva una crisi, che qualcuno doveva chiamare i genitori perché così non poteva stare a scuola e dopo quelle parole, mio figlio ha iniziato a dire che lui è diverso». 

«Ho pensato anche di cambiargli scuola e mandarlo dove insegna il vecchio professore – conclude – Ma non hanno potuto garantirmi che lui avrebbe seguito mio figlio perché avevano molti studenti disabili». 

I diritti calpestati di uno studente disabile

Leonardo ha dei diritti sanciti dalla legge che non sono stati rispettati e nonostante la madre abbia più volte contattato la scuola per provare a trovare una soluzione le risposte sono arrivate fredde e distaccate. E niente è cambiato, anzi sembra quasi che le circolari interne superino le leggi che tutelano gli studenti con disabilità gravi

Il comma 3 dell’articolo tre della legge 104 stabilisce che il benessere psicofisico del disabile è più importante delle questioni interne ed organizzative della scuola, come lo è la graduatoria. E proprio per una questione di graduatoria Leonardo ha perso il suo insegnante. L’articolo 7 della legge d.lgs 66/2017, invece, stabilisce che il gruppo di lavoro operativo debba essere funzionale e garantire il progetto individuale dell’alunno con disabilità e che l’assegnazione di un docente con cui ha già maturato un rapporto di fiducia con l’alunno è da strategica e pedagogicamente fondata.

«Da subito ho iniziato a chiedere spiegazione e a provare a far tornare il professore, ma non è successo nulla, le poche risposte che ho ricevuto mi dicevano che non potevano fare niente per via della graduatoria e delle circolari interne – dice la madre – Nonostante la nuova insegnante fosse disposta per il bene di Leonardo a lasciarlo e il vecchio professore volesse tornare a lavorare con mio figlio».

«Ho mandato email su email, dove chiedevo che mio figlio fosse tutelato, ma questo non è successo. Ho chiesto se potesse tornare il professore nel nuovo anno scolastico – conclude – ma in questo caso mi hanno risposto che per dare continuità saranno confermati gli insegnanti di quest’anno».

«Da madre mi dispiace molto»

La referente della disabilità per la scuola ha detto più volte a Chiara che stavano lavorando per risolvere la situazione. Ma non così tanto da rispondere alla madre che chiedeva soluzioni e come poter fare in questa situazione, mentre suo figlio le diceva che avrebbe preferito morire piuttosto che tornare a scuola. La donna chiedeva alla scuola di aiutarla a creare un futuro per suo figlio

Sì, si tratta di futuro, perché Leonardo è bravissimo a programmare e con quell’insegnante poteva riuscire a tracciare un solco per un lavoro nella vita adulta. «Capisco e da madre mi dispiace molto, provi a sentire un avvocato» è quello che hanno risposto a Chiara, come se fosse possibile capire la sofferenza di chi ha un figlio disabile e vede una società e una scuola che non rispettano le sue esigenze. E nel caso della scuola neanche i suoi diritti

«Sono stanca di essere capita, voglio che ci siano soluzioni e che venga tutelato il benessere psicofisico di mio figlio soprattutto nelle istituzioni – dice la madre – Non voglio che a mio figlio sia strappato via il futuro».

La scuola, contattata, sostiene di non poter reintegrare il professore. «l’Istituto scolastico opera nell’ambito delle norme, non è possibile confermare un docente di sostegno non presente nell’organico dell’istituto in quest’anno scolastico – dice la preside Maria Chiara Doria – Per dare continuità didattica agli alunni nel prossimo anno scolastico è uscito il decreto ministeriale 32 del 26 febbraio 2025».

Autore

  • Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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