GROSSETO. La stagione estiva attira sempre molti ragazzi e ragazze, ogni sabato sera, nelle località turistiche, come Marina e Castiglione della Pescaia, e loro vengono fermati e filmati dalle forze dell’ordine, per i controlli. E i continui atti di violenza fra giovani e giovanissimi, stupri, risse e accoltellamenti, ha inasprito i controlli.
Controlli che, secondo Potere al popolo Grosseto, creano altra violenza. Un circolo vizioso quello della violenza che potrebbe essere rotto attraverso l’educazione sessuale, al rispetto, l’educazione emotiva e il dialogo intergenerazionale.
«Conosciamo benissimo il motivo dei controlli: alcuni accoltellamenti avvenuti nel litorale e, non ultimo, gli atti di violenza ai danni di una donna – dicono da Potere al popolo – Tuttavia i controlli e i vari dispositivi repressivi da soli hanno l’effetto opposto: contribuiscono a creare un effetto di emergenza che ispira nuova violenza soprattutto tra i più giovani. Si veda, ad esempio, il danneggiamento di un autobus da parte di un gruppo di ragazzi avvenuto alcuni giorni fa».
Potere al popolo: «No alla repressione, sì alla prevenzione»
La violenza dilaga fra i giovani e i giovanissimi: le risse e gli accoltellamenti sono aumentati drasticamente fra i 15 e i 20 anni. E derivano da diversi fattori, fra cui la difficoltà nella gestione delle proprie emozioni negative, come la rabbia e la tristezza. Per questo, secondo Potere al popolo di Grosseto, bisognerebbe puntare alla prevenzione e all’educazione emotiva.
«Condanniamo senza mezzi termini le aggressioni e i danneggiamenti – dicono da Potere al popolo – chiediamo che la discussione si possa spostare in primo luogo tra i banchi di scuola, dove diventa sempre più fondamentale istituire momenti di promozione e prevenzione: sessuale, emotiva, al dialogo intergenerazionale».
«Chi si impegna in politica ed è interessato a migliorare il sistema culturale e sociale attraverso il dissenso conosce bene il metodo repressivo: un metodo che cerca di scoraggiare il dissenso costruttivo e il diritto a manifestare mediante una serie di interventi come il blocco degli autobus, le perquisizioni e le denunce preventive – continuano – Ora lo stesso metodo è usato contro i giovani il sabato sera».
«La nostra risposta non è repressione ma prevenzione. Per realizzarla servono spazi di confronto sia in città che nelle località turistiche – concludono – Quindi noi ci chiediamo: è utile fare quello che viene fatto ogni sabato, ovvero fermare giovani e abituarli alla spirale della violenza? O sarebbe forse meglio creare e promuovere spazi che non abbiano al centro il consumo ma il benessere e la socialità delle nuove generazioni?».



