SCANSANO. Per anni ha umiliato la moglie davanti ai figli. L’ha picchiata, l’ha offesa, l’ha maltrattata anche di fronte alle persone che si trovavano con loro nei locali che frequentavano. Perché era convinto che lei lo tradisse. Per anni l’ha presa a schiaffi e calci, fino a quando la figlia dodicenne della donna, di fronte all’ennesima aggressione, ha chiamato i carabinieri, chiedendo loro di intervenire per fermarlo una volta per tutte.
Per questo un uomo di 41 anni, difeso dall’avvocata Elena Pellegrini, è stato processato: il giudice Marco Bilisari lo ha condannato a due anni e 8 mesi di carcere e al pagamento di una provvisionale di 5.000 euro, oltre alle spese processuali e di costituzione della parte civile.
Scenate di gelosia e botte
La coppia si era sposata nel 2014 e fin dall’inizio, ha raccontato la donna al giudice durante il processo che è stato celebrato con il rito abbreviato, ha subito vessazioni di ogni tipo. Il quarantunenne beveva spesso e quando lo faceva diventava ancor più violento. La picchiava, anche quando si trovavano fuori, quando andavano a ballare, quando insieme frequentavano i locali sulla costa o in città: all’Angel, una sera del 2015, la prese a schiaffi e la strattonò. La donna era incinta.
Era ossessionato dal fatto che lei lo potesse tradire e di quella ossessione non aveva fatto mistero nemmeno di fronte ai genitori della donna, che erano dovuti intervenire più volte per fermarlo.
«Il movente della gelosia e le presunte ma non provate relazioni extraconiugali della parte offesa – scrive il giudice nelle motivazioni della sentenza – non possono giustificare le condotte violente del marito».
La baby sitter nei guai
Sono stati tanti i testimoni ascoltati dal giudice. Tra questi anche una ragazza che aveva fatto la baby sitter a casa della coppia. La giovane ha tentato di raccontare una storia differente in aula, spiegando che le liti tra i due coniugi erano normali discussioni tra marito e moglie e raccontando che la donna, la sera, tornava tardi perché aveva una relazione extraconiugale e che una sera, marito e moglie erano andati insieme in discoteca ma che l’uomo era tornato da solo perché la moglie era rimasta con un altro.
Parole che però non hanno retto il controesame del pm: il giudice ha quindi deciso di trasmettere gli atti alla procura per valutare la possibilità di indagare la ragazza per falsa testimonianza.

45 anni, redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l’ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi
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