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Nuovo piano venatorio regionale: cambia la gestione della caccia in Maremma

La Toscana ha adottato il nuovo piano faunistico venatorio regionale 2025-2030. In Maremma, dove la caccia fa parte della storia e dell’identità del territorio, cambiano regole e gestione della fauna selvatica. Fino al 7 novembre si possono inviare osservazioni al Consiglio regionale
Cacciatori in Maremma durante una battuta al cinghiale
Cacciatori in Maremma durante una battuta al cinghiale

GROSSETO. In Maremma, la caccia non è solo un’attività: è una tradizione antica, intrecciata alla vita rurale, ai boschi, ai campi e alle stagioni. Per generazioni, ha segnato il ritmo del territorio, unendo saperi contadini, equilibrio con la natura e gestione della fauna.

Oggi quella stessa tradizione entra in una nuova fase di modernizzazione e responsabilità: la Regione Toscana ha adottato il nuovo Piano faunistico venatorio regionale (Pfvr), che ridisegna la gestione della fauna selvatica per i prossimi anni.

La deliberazione n. 60 del 29 luglio 2025 segna un passaggio storico: dopo più di dieci anni, la Toscana si dota di un piano unico che sostituisce definitivamente i vecchi strumenti provinciali.

Il documento – oltre 800 pagine tra quadro conoscitivo e pianificazione – è coordinato dalla vicepresidente e assessora Stefania Saccardi, con il supporto della Direzione agricoltura e sviluppo rurale.

Fino al 7 novembre 2025 chiunque può inviare osservazioni o proposte tramite Pec (consiglioregionale@postacert.toscana.it) o raccomandata al Consiglio regionale, come previsto dall’articolo 19 della legge regionale 65/2014.


Una nuova gestione unica per tutta la Toscana

Con il nuovo Pfvr, la Regione assume in modo stabile la competenza sulla pianificazione venatoria, dopo il passaggio di funzioni dalle Province stabilito con la riforma Del Rio e la legge regionale 22/2015.

Il piano nasce con l’obiettivo di armonizzare regole e procedure su tutto il territorio, superando le differenze operative che fino a oggi caratterizzavano i singoli piani provinciali.

Tra gli obiettivi principali:

  • tutela della biodiversità e gestione sostenibile delle specie selvatiche;

  • riduzione dei danni alle colture agricole e prevenzione dei conflitti con le specie problematiche (cinghiale, storno, nutria);

  • rafforzamento degli Ambiti territoriali di caccia (Atc), con maggiore autonomia gestionale e capacità di investimento;

  • integrazione con i fondi europei per ambiente e agricoltura, attraverso la nuova Pac e i programmi per la biodiversità e il clima;

  • promozione di una filiera delle carni di selvaggina tracciata e sicura;

  • valorizzazione della sicurezza venatoria, con formazione obbligatoria e riduzione degli incidenti.


In Maremma, un territorio chiave per la gestione faunistica

La provincia di Grosseto rappresenta uno dei territori più importanti della Toscana per estensione di aree rurali, boschive e zone di caccia programmata.

Qui si concentra una quota significativa del patrimonio faunistico regionale – dai grandi ungulati come cinghiale, capriolo e daino, fino alla piccola fauna stanziale come lepre e fagiano – e una parte consistente dei danni agricoli causati dagli animali selvatici.

Il Pfvr prevede per la Maremma un’attenzione particolare a:

  • rafforzamento del ruolo dell’Atc Grosseto, con funzioni tecniche e amministrative potenziate;

  • sinergia con il mondo agricolo, per ridurre gli impatti della fauna sulle coltivazioni e incentivare interventi di prevenzione;

  • gestione unitaria delle oasi, delle zone di ripopolamento e cattura e delle riserve private, con criteri regionali comuni;

  • valorizzazione della Maremma come modello di equilibrio tra conservazione e caccia sostenibile, anche attraverso progetti finanziati con fondi Ue.

La Regione punta inoltre a creare “polmoni di biodiversità” proprio nelle aree rurali maremmane, sfruttando le Zone di ripopolamento e cattura (Zrc) e le Zone di rispetto venatorio (Zrv) come nuclei per il ripristino degli habitat agricoli.


Meno cacciatori, più responsabilità condivisa

Il piano fotografa anche l’evoluzione del mondo venatorio: in Toscana i cacciatori sono passati da 134.000 negli anni ’90 a 66.000 nel 2023, con una previsione di 35-40.000 entro il 2030.
Una tendenza che in Maremma si traduce in minori risorse per il volontariato e per il contenimento della fauna, rendendo necessario un approccio più collettivo.

Il Pfvr propone un nuovo modello di governance partecipata, che coinvolge istituzioni, associazioni e agricoltori, per superare l’idea che la gestione della fauna sia solo “affare dei cacciatori”.


Un piano anche per il futuro dell’agricoltura

La Toscana, si legge nel documento, ha perso in dieci anni oltre 114.000 ettari di superficie agricola coltivabile, quasi quanto l’intera provincia di Livorno. L’abbandono delle campagne, l’intensificazione delle colture e il cambiamento climatico hanno ridotto la biodiversità e alterato gli equilibri ecologici.

Per questo la Regione intende ricostruire il legame tra agricoltura e gestione faunistica, incentivando il recupero delle aree marginali e la manutenzione del paesaggio agrario. Un obiettivo che in Maremma assume particolare rilevanza, vista la presenza di ampie aree collinari e boscate dove agricoltura e fauna convivono da sempre.


Come consultare il piano e inviare osservazioni

Il Pfvr e tutti i suoi allegati – compresi quadri conoscitivi, mappe e studio ambientale – sono consultabili online sul portale regionale: 
👉 https://www.consiglio.regione.toscana.it/iniziative/vista?id=4036

Le osservazioni possono essere presentate entro il 7 novembre 2025:

  • tramite Pec a consiglioregionale@postacert.toscana.it (file firmato digitalmente, formato pdf);

  • oppure con raccomandata A/R al Presidente del Consiglio regionale, via Cavour 2, 50129 Firenze.

  • Nel messaggio indicare come oggetto: «Osservazioni ai sensi dell’articolo 19 della L.R. 65/2014 sul Piano faunistico venatorio regionale»

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