Percepisce la disoccupazione ma lavora: condannato | MaremmaOggi Skip to content

Percepisce la disoccupazione ma lavora: condannato

L’uomo dovrà restituire quanto incassato: aveva dichiarato all’Inps di essere stato licenziato due volte dallo stesso titolare
L'ingresso del tribunale
Il tribunale di Grosseto

FOLLONICA. Per due volte, aveva presentato la domanda di disoccupazione all’Inps, attestando di essere stato licenziato dal commercialista Evans Capuano. In realtà, entrambe le volte, non aveva perso il lavoro, bensì aveva continuato a lavorare per il professionista ma aveva anche continuato a percepire i soldi erogati dall’Inps. Per questo Leonardo Calamassi, follonichese di 50 anni, difeso dall’avvocato Guiscardo Nicola Italo Allescia, è stato processato. 

Quasi 20.000 euro intascati senza averne titolo

Mercoledì 9 marzo, di fronte al collegio composto dal presidente Adolfo Di Zenzo, e dalle giudici Laura Previti e Ludovica Monachesi (sostituta procuratrice Anna Pensabene), si è celebrata l’ultima udienza del processo a carico dell’uomo. A difenderlo c’era l’avvocata Sabrina Pollini

Il cinquantenne, nel 2015 e nel 2017 aveva presentato due domande di disoccupazione (prima Aspi e poi Naspi). Nel primo caso, l’uomo aveva dichiarato all’Inps di essere stato licenziato il 30 novembre 2014 da Evans Capuano e per questo aveva ricevuto  titolo di indennità di disoccupazione 8.538,78 euro per il periodo che andava dal 26 gennaio 2015 al 9 settembre dello stesso anno. In questo periodo, in realtà, Calamassi era assunto dalla società Maremma Food, riconducibile a Capuano, e aveva percepito stipendi per 28.752 euro all’anno

Un’altra domanda l’aveva poi presentata il 3 gennaio 2017: qui aveva dichiarato di essere stato licenziato il 31 dicembre 2016. Per il periodo successivo, l’Inps gli aveva erogato 12.033,92 euro per il periodo compreso tra il 24 febbraio 2017 e il 14 dicembre 2017. Ma come era successo precedentemente, l’uomo lavorava per la società Studio commerciale, anche questa di Capuano. E anche in questo caso, Calamassi aveva percepito uno stipendio di 28.800 euro all’anno. 

Il cinquantenne è stato condannato a un anno con pena sospesa e non menzione. I giudici hanno anche disposto il sequestro delle somme indebitamente percepite, oltre 20.000 euro. Nel caso in cui non venissero trovate, scatterà la confisca per equivalente. 

 

 

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