Pd senza vittorie. La relazione di Termine: «Colpa della pandemia» | MaremmaOggi Skip to content

Pd senza vittorie. La relazione di Termine: «Colpa della pandemia»

In direzione il segretario provinciale traccia un quadro complessivo e poi va nei dettagli di quanto avvenuto nei tre comuni dove si è votato
Giacomo Termine

GROSSETO. Serata di direzione per il Pd, con un’analisi sul recente risultato elettorale. Decisamente poco soddisfacente. Il segretario, Giacomo Termine, ha presentato una lunga relazione, nella quale analizza i casi dei tre Comuni. Ma con una motivazione condivisa: la pandemia ha rafforzato le amministrazioni per il legame creato con i cittadini, tanto che hanno vinto i sindaci uscenti.

«Questa tornata delle elezioni amministrative non ha portato un risultato positivo al centro sinistra ed al Pd. Vi è stata una totale conferma del governo di liste civiche eterogenee e trasversali appoggiate dai partiti di centro destra, grazie anche al sostegno di gruppi che nel passato recente hanno militato nel centro sinistra (o proprio nel Pd) ottenendo un consenso importante da parte dei cittadini».

«Esemplare è il caso di Manciano con le 763 preferenze di Valeria Bruni e le 391 di Marco Galli. Un altro elemento da tenere in considerazione è la forza e la centralità che hanno ottenuto le amministrazioni uscenti grazie alla pandemia, grazie ad un rafforzamento del legame con la popolazione da loro amministrata. Nelle ultime due tornate elettorali infatti ha sempre vinto un’amministrazione uscente. Gli unici casi in cui un sindaco uscente non è stato confermato sono scaturiti da una divisione dentro la maggioranza, basti pensare a Scansano e Campagnatico».

Nella zona sud, un partito da costruire nella comunità

«Nella zona sud della provincia c’è bisogno di costruire il partito dentro la comunità locale e territoriale. In pochissime aree siamo strutturati e non c’è una visione complessiva di zona. Il dato emergente è anche quello per cui, oltre ad essere troppo autoreferenziali, si assiste ad una promiscuità di apparentamenti nei vari comuni che hanno logiche personali più che politico identitarie, determinando così una linea politica ambigua e contraddittoria».

«La nostra ambizione non è (e non può essere) quella di governare i territori con mere alchimie aritmetiche, ma quella di portare una visione locale di sviluppo del territorio riscuotendo la fiducia dei cittadini. Questo lavoro è essenziale anche per costruire la base del centro sinistra in vista delle elezioni politiche (regionali e nazionali)».

«L’apertura alla società locale ed al mondo più vicino alle sensibilità del centro sinistra è essenziale per costruire un progetto largo e radicato. Solo così possiamo essere rappresentativi dei sentimenti del territorio».

A Pitigliano non c’è stato accordo con Gentili

«Il Pd su Pitigliano è nato da un’insofferenza verso l’azione di governo del sindaco Gentili. Oltre a esternare grande insoddisfazione sulle questioni locali ha inciso molto anche la promiscuità di Gentili verso le elezioni e le relazioni con maggior carattere politico. Con la scusa della trasversalità della sua lista abbiamo assistito ad un appoggio sia verso il centro destra che verso il centro sinistra».

Da Gentili scelta di campo solo per le provinciali

«L’unico momento in cui ha fatto una parziale scelta di campo è stato per le elezioni provinciali. Ha appoggiato a titolo personale Limatola, e lo ha fatto rivendicando il fatto che aveva maggior fiducia verso il nostro candidato piuttosto che verso il Casamenti. Infatti i voti dei suoi consiglieri sono stati divisi per tutti e due i candidati. Al di là della trasversalità partitica il posizionamento preso per le provinciali ha reso necessario tessere un dialogo con il sindaco uscente».

Chiesto un confronto con Gentili

«Il Pd locale, su input del provinciale, ha chiesto un tavolo di confronto con Gentili ma non ci sono state le condizioni per un accordo. Gentili stesso non ha voluto abbandonare i partiti di centro destra e costruire un progetto con il Pd. Nemmeno si è presentato all’incontro convocato dal Pd locale».

«Prendendo atto di questa scelta, dopo il rifiuto di correre a sindaco di Emilio Celata, abbiamo fatto la proposta dell’ex sindaco Camilli (a fortissimo traino Pd), che ha portato ad una rappresentatività di metà della comunità locale. Da queste elezioni, anche se sconfitti, usciamo con un centro sinistra molto forte come dimostrano le preferenze di Emilio Celata e Francesco Gorini». 

A Manciano una sconfitta clamorosa

A Manciano la sconfitta fa molto male al Pd. Soprattutto perché il risultato di Valeria Bruni e Marco Galli hanno cambiato le carte in tavola e vanificato la rincorsa di Rossano Galli.

«Sapevamo che sarebbe stata una corsa in salita poiché i partiti di centro destra si sono coalizzati con delle realtà che hanno orbitato nel centro sinistra (ex PD). Speravamo che un candidato di livello come Rossano Galli (unica candidatura in campo) potesse dare una inversione di tendenza. Così non è stato. La sconfitta è stata netta e direi clamorosa. Tutti noi ci aspettavamo un testa a testa, ma un tale distacco ed un risultato così consistente di Valeria Bruni e Marco Galli non possono che porre grandi interrogativi su che partito dovrà essere strutturato nei prossimi anni e quali azioni politiche dovranno essere messe in campo».

Da Bruni e Marco Galli risultato senza precedenti

«In questi anni di lavoro abbiamo cercato di creare un progetto che raggruppasse tutte le sensibilità di centro sinistra che avevano sostenuto Morini 5 anni fa. Con grandissima fatica ci siamo riusciti, ma sono stati recuperati solo 400 voti mentre Bruni e  Marco Galli hanno fatto un risultato senza precedenti. Ulteriori azioni di avvicinamento non erano possibili».

I contatti fra Termine e la Bruni non sono mancati: «Si sarebbe potuta spendere per la partita solo con un ruolo di primo piano ed un allontanamento di chi l’ha contrastata in questi anni. In sostanza un accordo impossibile. Marco Galli invece si è candidato proprio per reagire alla candidatura di Galli Rossano poiché reputata troppo divisiva».

Segnali di debolezza sono arrivati anche dalla lista.

«Al suo interno c’era troppo Pd, con delle candidature civiche deboli ed incapaci di andare a scardinare il mondo di elettorato del Morini. Questo è stato causato dalla difficoltà di chiudere la lista. Non trovare nomi da candidare era un primo segnale di debolezza».

Rossano Galli, unico candidato possibile.

«Non c’erano candidature alternative, ritengo che sia stata messa in campo la candidatura più forte. Qualsiasi altra candidatura alternativa a Rossano Galli avrebbe diviso maggiormente il PD e la coalizione. L’unico nome alternativo emerso era quello della segretaria Lesch. Lei stessa però si è sempre dichiarata indisponibile e ha sempre rivendicato con forza la necessità di sostenere la
candidatura di Rossano Galli».

Ma c’è una cosa che preoccupa più delle altre il segretario.

«Non siamo in linea con i sentimenti della comunità mancianese. Abbiamo fatto un’opposizione eccellente, senza mai fare sconti ai conflitti di interesse del sindaco e criticando fortemente le azioni dell’amministrazione. Ma rimaniamo marginali. Abbiamo perso dappertutto tranne Montemerano (e pareggiato a Manciano 1), ma un caso eclatante è Saturnia. Nonostante la questione della scuola, delle terme, delle cascate del Mulino, della presenza del comitato Save Saturnia, del sistema delle prenotazioni turistiche e molto altro ha visto prevalere in maniera netta Morini».

«Un altro disallineamento con la comunità lo abbiamo vissuto anche durante la campagna elettorale con la questione dei Pianetti. Bocciare con grande forza questo progetto ha coalizzato tutte le cooperative contro di noi, ed anche la cittadinanza (numeri alla mano) non ha gradito. Manciano è il territorio dove ne usciamo più indeboliti. Rimanendo l’attuale assetto politico per noi è impossibile andare oltre il 40%».

A Campagnatico è rinato un piccolo gruppo del Pd, da coltivare

«Su Campagnatico siamo riusciti a ricreare un piccolo gruppo del Pd ed una ventina di persone aderenti al centro sinistra. A causa dell’assenza da lustri di una presenza politica sul territorio nessuna persona ha voluto candidarsi come sindaco, o voler far alcun apparentamento con alcun candidato. Sulla loro richiesta di un candidato esterno è stato individuato Bastianini. Purtroppo la lista è stata esclusa a causa di una sua vecchia condanna, ma nessuno di noi, se non Bastianini stesso che ne era inconsapevole, poteva sapere della necessità di effettuare una richiesta di
riabilitazione per candidarsi».

Grisanti ha fatto escludere Bastianini, accordo impossibile

«Esclusa la lista è emerso il tema politico se fare o meno un accordo con l’uscente Grisanti (Lega e FdI), questo perché da subito era evidente la forza della candidatura di Pesucci (sostenuto da FI). Il gruppo di centro sinistra che si è formato grazie al nostro impegno ha da subito rigettato tale ipotesi, reputando Grisanti e Pesucci la stessa proposta irricevibile. Anzi riconoscendo a Grisanti una incapacità di governo e relazioni, oltre ad essere stato il fautore dell’esclusione della lista Campagnatico Futura. La segnalazione di incandidabilità fatta nei confronti di Bastianini ha la firma di un uomo di fiducia di Grisanti. Qualsiasi scelta di accordo avrebbe comportato l’ostilità di Campagnatico Futura nei nostri confronti».

«L’ex sindaco Lucatti, dopo non aver dato alcuna disponibilità a candidature, non ha mai partecipato alle nostre riunioni. In solitaria ha fatto un accordo con Grisanti decidendo di proporre come consigliere Claudio Gabbolini. Luca Ricciardi invece si è speso per un accordo con Grisanti, ma anche in questo caso oltre un sostegno politico non vi è stata la disponibilità per alcun impegno diretto. In ultimo Grisanti, per rendersi appetibile al centro sinistra, ha candidato un suo amico (Mario Di Traglia) che aveva dichiarato di aver fatto la tessera del PD a Roma».

«Ho combattuto con forza l’idea di un accordo con Grisanti perché senza almeno due nomi locali di centro sinistra su cui costruire un patto civico non avremmo fatto altro che regalare il nostro appoggio politico ad un sindaco leghista appoggiato anche da Fratelli d’Italia (peraltro considerato da subito perdente rispetto a Pesucci). A Campagnatico ne usciamo sconfitti ma con dei margini di miglioramento, vedendo un nascente Pd locale ed un gruppo (Campagnatico Futura) vicino alle istanze del centro sinistra».

Autore

  • Guido Fiorini

    Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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