GROSSETO. «Mia figlia non era malata, voglio solo la verità». Sono le parole di Paolo Bellini, il babbo di Aurora, la 19enne morta in gita sul traghetto che collega Napoli a Palermo, al Corriere della Sera. Che lo ha raggiunto in Campania dove si trova la famiglia della studentessa. Una lunga intervista, che ripercorre gli ultimi momenti di una vita che è stata stravolta dal dolore più grande. Quello di dover sopravvivere a una figlia.
Un dolore innaturale, inspiegabile. «Non riesco a pensare che Aurora non ci sia più – dice Paolo Bellini – Non aveva alcuna patologia pregressa. Quando ci siamo salutati era felice».
Il saluto prima della partenza per la gita
Aurora aveva salutato i suoi genitori lunedì 17 marzo, dopo essere stata accompagnata al pullman che l’avrebbe portata insieme agli altri suoi compagni di scuola a Napoli. Trentadue ragazzi e 4 insegnanti, partiti da Grosseto per partecipare al Tour della legalità a Palermo. Aurora, la mattina della partenza, era felice.
Poi, nel cuore della notte, Paolo e la moglie Erika sono stati svegliati da quell’unica telefonata che non dovrebbe mai arrivare a un genitore. Quando hanno saputo che la loro figlia se n’era andata, a soli 19 anni.
Aurora faceva pattinaggio, aveva smesso durante il Covid e non aveva ripreso. «Era una sportiva – dice ancora il babbo – non aveva patologie».
La serata nella discoteca della nave poi la tragedia
Sarà l’autopsia, che verrà fatta venerdì 21 marzo, all’ospedale di Nocera Inferiore, a stabilire le cause della morte di Aurora. La ragazza si è sentita male nel bagno della cabina del traghetto, dopo una serata passata con i compagni di scuola nella discoteca della nave.
Lo aveva detto a babbo Paolo, quando lunedì sera si sono sentiti al telefono. «Ci siamo sentiti verso le 20 – dice Paolo Bellini al Corriere Fiorentino – Mi ha detto che stava bene e che si stava divertendo. Mi ha detto che sarebbero andata a mangiare la pizza con i compagni di scuola e che poi sarebbe andata nella discoteca della nave. Mi ha anche detto che non avrebbe fatto tardi».
Una tragedia che ancora non trova risposte, quella della morte della diciannovenne che sognava di diventare architetta.
A Batignano, dove sono state annullate tutte le feste, la comunità sta aspettando il suo ritorno. Per stringersi ancora intorno a Erika, a Paolo e a Martina e per abbracciare un’ultima volta Aurora.
Intanto, davanti alla porta di casa della ragazza, i suoi compaesani hanno messo un mazzo di fiori per ricordarla. «Batignano aspetta il suo angelo più bello, Aurora», c’è scritto.
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