Il Parco pieno di piante secche, rischio incendi. L'allarme | MaremmaOggi Skip to content

Il Parco pieno di piante secche, rischio incendi. L’allarme

Lecci trasformati in scheletri dalla siccità. E i percorsi in mezzo alla natura sono sempre più affollati. «Collelungo pare Marina di Grosseto»
Un leccio trasformato in scheletro nel parco della Maremma

ALBERESE. Decine di lecci trasformati in scheletri, stressati dalla siccità invernale e dalle alte temperature che non consentono alle piante di entrare del tutto in quiescenza. Inoltre moltissime querce secolari stanno deperendo, fino a scomparire quasi del tutto su interi versanti del Parco dell’Uccellina. Così la macchia mediterranea avanza, creando una situazione potenzialmente esplosiva.

Il Parco della Maremma è a rischio. Lo confermano gli studi dell’Università di Firenze, con il professor Francesco Ferrini che da anni studia tutta la zona. Ma a lanciare l’allarme sono anche le guide escursionistiche, quelle che ogni giorno, o quasi, percorrono i sentieri nella parte più selvaggia.

Sentieri che, da qualche tempo, sono sempre più affollati. Anche troppo.

«Non ho niente – racconta Anna Bardelli, guida escursionistica da una vita – contro chi viene a vivere il Parco, sia chiaro. Ma va presa coscienza che si tratta di un ambiente fragile, che va trattato con rispetto. Per questo fare i percorsi con una guida, che controlla anche i comportamenti, è sicuramente una scelta migliore. In questo momento il parco è pieno di piante secche, ci sono lecci meravigliosi che sono ridotti a scheletri, basta una cicca per far avvenire l’irreparabile. Sono preoccupata».

La torre di Collelungo vista da quella di Castelmarino, sullo sfondo Cala di Forno
La torre di Collelungo vista da quella di Castelmarino, sullo sfondo Cala di Forno

Qualche giorno fa una guida ha trovato alcuni turisti che fumavano tranquilli sotto ad un olivo.

I percorsi del parco sono troppo affollati

Adesso, poi, ci sono le biciclette elettriche. Si pedala, è vero, ma certi percorsi sono diventati fruibili per tutti.

«Una bella invenzione, ma sui sentieri ora c’è traffico. E non sono del tutto sicura che i nuovi fruitori del parco abbiamo una coscienza ambientale tale da capire cosa fare e cosa no. Anche la spiaggia di Collelungo, la spiaggia più selvaggia della Maremma, pare diventata Marina di Grosseto».

Nei giorni scorsi Anna, con due turisti, è andata sull’itinerario delle torri: «È uno tra i percorsi più magici del Parco, un itinerario molto panoramico che arriva fino alla spiaggia più selvaggia della Toscana, la bella spiaggia di Collelungo. Il periodo estivo è molto asciutto e a forte rischio incendi; in passato l’accesso al Parco era regolamentato in modo da evitare l’ingresso dei visitatori nelle ore centrali del giorno, che sono particolarmente calde e quindi più esposte al rischio incendi. Non so perché e quando siano cambiate queste semplici ed utili precauzioni che, oltre a proteggere il Parco, avevano la funzione di insegnare comportamenti scrupolosi ai visitatori, fatto sta che oggi, alle spalle della spiaggia di Collelungo, proprio davanti al canale dello Scoglietto dove è stato allestito un parcheggio biciclette, c’era tutto un anda e rianda di bici elettriche in arrivo a qualsiasi ora, con turisti carichi di ombrelloni, borse frigo e materassini». 

La torre di Castelmarino
La torre di Castelmarino

Il Parco deve essere prima di tutto un luogo tutelato: «Questo luogo è diventato Parco Regionale nel 1975 perché è un mosaico di ambienti preziosi e rari, habitat di numerose specie vegetali e animali che solo con l’istituzione di un’area protetta poteva essere adeguatamente salvaguardato. Spero vivamente che la tutela e la protezione ambientale, cioè i motivi per cui è stato istituito, siano sempre il riferimento primario dell’Ente Parco e che sempre il Parco faccia prevalere gli interessi dell’ambiente nella coralità delle sue componenti, su interessi economici poco lungimiranti e su piccoli interessi individuali».

Il video – La vista dalla torre di Castelmarino

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