Parco di Montioni, il patrimonio tra crolli e degrado | MaremmaOggi Skip to content

Parco di Montioni, il patrimonio tra crolli e degrado

Le costruzioni che si trovano nel parco devono essere recuperate: ci sono quasi 100.000 euro a disposizione, ma ancora nessun intervento in programma
Il piazzale d’ingresso al Parco di Montioni

FOLLONICA. Potrebbe bastare il 2023 da solo, a dare il senso della trascuratezza del parco di Montioni. In realtà, secondo l’associazione ambientalista La Duna, l’anno appena trascorso è solo l’ultimo di una serie di anni tutti negativi per quanto riguarda la cura e il recupero del parco.

«Se il patrimonio forestale, nel complesso, non ha sofferto, non possiamo dire lo stesso di quello edilizio, storico e non – dicono gli ambientalisti – Il bellissimo podere di Poggio ai Bugni sta continuando a deteriorarsi ed è già un miracolo che sia ancora in piedi, la Pievaccia avrebbe bisogno di qualche piccolo ritocco sulla sommità, il complesso dell’allume a Montioni è al 90% divorato dalla vegetazione e solo le Terme di Elisa, seppur sofferenti, sono ancora visibili. La vecchia fornace sull’Acquanera sta cedendo».

Un patrimonio da recuperare e valorizzare

Patrimonio da recuperare anche quello del ponte/diga sul fosso stesso presenta dei piccoli crolli diffusi. «Note molto negative per quello che viene sempre presentato come un “volano del turismo da valorizzare” ma poi, nei fatti, viene solo ignorato – dicono ancora alla Duna – Eppure i soldi ci sarebbero in quanto una parte dei proventi annuali del conferimento dei gessi Venator alla ex cava, circa 90/100mila euro all’anno, sarebbe destinato alla gestione del “nonparco”».

L’unico intervento importante è stato, anni fa, la creazione dell’ area picnic vicino a Follonica ma per il resto niente di diverso dalla ripulitura di qualche sentiero, effettuato molte volte da mountain bikers volontari e personale delle Bandite di Scarlino.

«Anche i vecchi forni sono stati liberati dalla vegetazione ma sono crollati o stanno per farlo – aggiungono –  Nessuna notizia dalla Regione, che avrebbe dovuto indicare la nuova strada gestionale dopo la cancellazione del Consorzio del Parco, percorso iniziato nel 2015 e conclusosi nel 2018 con il disegno di costituire un’Area protetta di interesse regionale».

Ma ad oggi, non è ancora stato fatto niente: Montioni, sito naturalistico e storico, rimane un bel posto abbandonato e basta.

«Aspettiamo – concludono – al solito, di ritrovare la voce Montioni come aspetto fondamentale della prossima campagna elettorale».

 

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