Orbetello, la difficile sfida della laguna fragile | MaremmaOggi Skip to content

Orbetello, la difficile sfida della laguna fragile

Tra morie di pesci, alghe e cambiamenti climatici, la laguna resta un ecosistema delicato. La nuova legge che istituisce il Parco ambientale punta a una gestione unitaria: studiosi, istituzioni e cittadini ne discuteranno il 20 settembre all’incontro pubblico organizzato da Ecofuturo
Un tramonto sulla laguna di Orbetello
Un tramonto sulla laguna di Orbetello

ORBETELLO. All’alba, quando la nebbia si alza lentamente sull’acqua piatta, la laguna di Orbetello appare come un luogo sospeso: bellezza struggente e fragilità estrema convivono nello stesso paesaggio. È qui che per secoli i pescatori hanno gettato le reti, ed è qui che negli ultimi anni si sono consumate le pagine più drammatiche delle cronache ambientali della Maremma: morie di pesci, alghe soffocanti, crisi ricorrenti aggravate dal cambiamento climatico. Oggi la laguna chiede una nuova visione, capace di superare le emergenze e di guardare al futuro con una gestione unitaria.

La laguna di Orbetello è uno degli ecosistemi più particolari e delicati della Toscana.

Separata dal Mar Tirreno da due tomboli sabbiosi (Feniglia e Giannella) e dominata dal promontorio dell’Argentario, rappresenta una zona umida di importanza internazionale, riconosciuta come sito Ramsar e riserva naturale statale. Il suo valore ecologico si intreccia a quello economico: da secoli la laguna è centro di pesca e di attività legate all’acquacoltura, in particolare con la gestione storica della cooperativa dei Pescatori.

La mappa della laguna di Orbetello
La mappa della laguna di Orbetello

I problemi del passato recente

Negli ultimi decenni la laguna è diventata anche un “caso” ambientale, con crisi ricorrenti che hanno portato a una forte attenzione da parte di istituzioni, scienziati e cittadini.

  • L’alluvione del 2012: le piogge eccezionali riversarono enormi quantità di acqua dolce e sedimenti nella laguna, oltre ad inquinanti dai campi coltivati a monte, alterando la salinità e portando a condizioni di squilibrio per la flora e la fauna.

  • Le morie di pesci: già dagli anni ’90 e poi ciclicamente, fino ai casi più drammatici del 2015, del 2017 e del 2024, la laguna ha visto morire migliaia di orate, spigole e altre specie, a causa di fenomeni di ipossia (mancanza di ossigeno) collegati a eutrofizzazione e innalzamento delle temperature estive. E senza pesci che mangiano le larve, si sono moltiplicati i moscerini. O “moscini” come li chiamano da queste parti.

  • La proliferazione delle alghe: in particolare Ulva lactuca e altre macroalghe, che crescono in modo incontrollato a causa dei nutrienti portati dai fiumi e dagli scarichi, creando un effetto “coperta” sul fondale, soffocando gli organismi e consumando ossigeno durante la decomposizione.

  • L’inquinamento diffuso: scarichi civili e agricoli, seppur ridotti negli ultimi anni, continuano a immettere azoto e fosforo nella laguna.

  • Gestione idraulica complessa: la laguna è un sistema semi-chiuso. Il ricambio d’acqua con il mare avviene solo tramite canali artificiali e spesso non è sufficiente a mantenere l’equilibrio naturale.

  • Il granchio blu: in quest’ultima estate si è aggiunto il flagello del granchio blu, ne vengono pescati 10 quintali al giorno. E non si trovano misure per arrestare la proliferazione.

Le criticità attuali

La laguna si trova ancora in una situazione fragile, con diverse problematiche aperte:

  • Clima e ondate di calore: gli episodi di temperature estive elevate peggiorano i fenomeni di ipossia.

  • Eccesso di nutrienti: il carico proveniente dai corsi d’acqua interni, spesso saturi in inquinanti, non è ancora sotto pieno controllo.

  • Difficoltà gestionali: il sistema di idrovore, paratoie e canali richiede manutenzione continua e una regia chiara tra enti diversi (Comune, Regione, Ministero, cooperative). Ora la legge del 2025 ha introdotto una regia unica, vedremo se funzionerà.

  • Rischio di perdita di biodiversità: alcune specie ittiche e avifaunistiche sono minacciate dall’instabilità dell’ecosistema.

Le possibili soluzioni

Gli esperti hanno individuato nel tempo una serie di interventi che potrebbero garantire maggiore stabilità, ma che costano una montagna di soldi:

  1. Migliorare il ricambio idrico con il mare

    • Potenziamento delle bocche di collegamento con il Tirreno.

    • Uso più razionale dei canali di comunicazione.

  2. Ridurre il carico di nutrienti

    • Depurazione più spinta dei reflui urbani.

    • Controllo degli scarichi agricoli e promozione di pratiche più sostenibili.

  3. Gestione della biomassa algale

    • Rimozione meccanica delle alghe in eccesso, con possibili usi energetici o agricoli.

    • Prevenzione della crescita incontrollata con monitoraggio costante.

  4. Monitoraggio e ricerca scientifica continua

    • Creazione di un osservatorio permanente che integri dati su acqua, fauna e meteo.

    • Coinvolgimento di università e istituti di ricerca.

  5. Adattamento al cambiamento climatico

    • Pianificazione di emergenze durante le ondate di calore (ossigenatori mobili, interventi rapidi dei pescatori).

    • Valutazioni su soluzioni innovative di ingegneria naturalistica.

  6. Coinvolgimento della comunità locale

    • La cooperativa dei Pescatori come presidio attivo.

    • Educazione ambientale e turismo sostenibile per trasformare la fragilità in occasione di consapevolezza.

Una sfida di equilibrio

La laguna di Orbetello è oggi un laboratorio a cielo aperto su come gestire gli ecosistemi costieri in un’epoca di crisi climatica. Tra passato e futuro, il suo destino dipenderà dalla capacità di conciliare conservazione ambientale, attività economiche tradizionali e nuove politiche di gestione delle acque.

Una svolta con la legge del 2025

Dopo anni di gestione commissariale e interventi frammentati, l’11 febbraio 2025 è entrata in vigore la legge 24 gennaio 2025, n. 11, che ha istituito il Parco ambientale per lo sviluppo sostenibile della laguna di Orbetello. Il nuovo ente sarà gestito da un consorzio che riunisce Stato, Regione Toscana, Provincia di Grosseto e Comuni, con il supporto di un Comitato tecnico scientifico formato da università e centri di ricerca.

Il Parco avrà il compito di coordinare la manutenzione dei canali e delle idrovore, il monitoraggio della qualità delle acque, la rimozione delle alghe e la promozione di attività economiche compatibili con la tutela ambientale. Una governance unitaria che, nelle intenzioni, dovrebbe superare la logica delle emergenze e delle competenze sparse.

Restano tuttavia aperte alcune sfide: dalle risorse economiche necessarie per interventi strutturali, alla reale capacità di integrare le competenze locali, in primis quelle dei Pescatori che da secoli custodiscono la laguna. La speranza è che questa riforma segni finalmente il passaggio da un modello di gestione reattiva a una strategia di lungo periodo, capace di trasformare la fragilità della laguna in una forza per il territorio.

Criticità e possibili limiti / sfide

  • Tempistica e operatività: il consorzio previsto non è immediatamente operativo; fino ad allora la gestione dipende dalle misure transitorie, che rischiano di essere insufficienti nei momenti critici (estate, morie, ondate di calore).  

  • Finanziamento: non è chiaro se ci siano risorse certe per tutti gli interventi previsti. C’è stato anche un contenzioso con la Regione Toscana: una legge regionale (n. 27 del 20/5/2025) con norme transitorie e stanziamenti per la laguna è stata impugnata dal governo.  

  • Coinvolgimento degli stakeholder: alcune associazioni ambientaliste e operatori locali (es. pescatori) hanno espresso dubbi su cosa significhi il nuovo assetto, su chi sarà davvero coinvolto nelle decisioni, e se le loro esperienze (decenni di lavoro sul campo) saranno valorizzate.  

  • Effettività degli interventi: rimuovere alghe, sedimenti, migliorare la qualità delle acque richiede non solo norme, ma anche capacità tecnica costosa, continuità operativa, coordinamento dei vari enti, e una volontà politica forte.

  • Limiti del Comitato Tecnico Scientifico: gettoni modesti, difficoltà logistiche per sopralluoghi, lontananza geografica degli esperti possono ridurre l’efficacia pratica delle loro raccomandazioni.

  • LEGGI ANCHE – Laguna, un consorzio per la gestione. Ma per salvarla i soldi non bastano

L’incontro di sabato 20 settembre ai Pescatori

Di tutte queste criticità, ma anche delle nuove prospettive aperte dalla legge che istituisce il Parco ambientale della laguna di Orbetello, si parlerà sabato 20 settembre 2025 alle ore 18.00, nell’incontro pubblico “Facciamo rinascere la laguna”, in programma presso la sede de I Pescatori in via Giacomo Leopardi a Orbetello.

L’iniziativa, organizzata da Ecofuturo, vedrà la partecipazione di studiosi, tecnici, amministratori e rappresentanti delle istituzioni, con l’obiettivo di aprire un confronto ampio e condiviso sul futuro di questo ecosistema unico e fragile.

La laguna è di tutta la Maremma

La laguna di Orbetello non è soltanto un ecosistema da salvare: è un patrimonio di memoria, di lavoro e di bellezza che appartiene a tutta la Maremma. Il suo destino sarà il banco di prova di come una comunità, insieme alle istituzioni, sappia prendersi cura del proprio ambiente trasformando la fragilità in rinascita.

Perché in quelle acque, tra riflessi e silenzi, si gioca una sfida che riguarda il futuro di tutti.

Autore

Riproduzione riservata ©

pubblicità

Condividi su

Articoli correlati

© 2021 PARMEDIA SRL – Via Cesare Battisti 85, 58100 – Grosseto – P.I.V.A. 01697040531
Tutti i diritti riservati.