GROSSETO. Il caso dell’omicidio Coli torna davanti ai giudici. È stata fissata al 9 gennaio 2026 l’udienza in Cassazione che deciderà il futuro di Francesco Innocenti, l’imprenditore di Arcidosso condannato all’ergastolo per l’assassinio del commercialista Ausonio Coli, ucciso l’8 marzo 2004 a Grosseto.
Innocenti ha impugnato l’ordinanza della Corte d’Assise di Grosseto, che nel luglio scorso aveva respinto la richiesta di un nuovo incidente probatorio. Una richiesta – l’ennesima – con cui la difesa punta alla revisione del processo, sostenendo che l’imprenditore sia stato condannato ingiustamente.
«La quinta sezione della Cassazione – spiega l’avvocato Stefano Giorgio – ha già riconosciuto il diritto a svolgere incidenti probatori per verificare se le prove nuove possano infrangere una sentenza definitiva. La stessa sezione, pur in diversa composizione, dovrà riaffermare con forza questo principio, per impedire che si continui a negare un diritto alla prova costituzionalmente garantito».
I motivi del ricorso: la difesa punta su nuove prove
Secondo l’avvocato Giorgio, il ricorso si fonda su quattro motivi principali: «Negare l’incidente probatorio – afferma – contraddice il principio di diritto già enunciato in giudizio».
La difesa di Innocenti ritiene che nuove verifiche tecniche possano scagionarlo, soprattutto su due aspetti chiave: la determinazione dell’ora esatta dell’omicidio e la conferma che i colpi sparati provenissero davvero dalla pistola Smith & Wesson appartenente all’imprenditore.
Sono stati chiesti due esperimenti: uno per accertare il tempo di percorrenza impiegato da una testimone per raggiungere la scuola del figlio, e un altro per valutare se fosse possibile che la donna abbia udito solo tre colpi invece dei sei effettivamente esplosi.
«Chiediamo l’annullamento dell’ordinanza impugnata – conclude l’avvocato – anche per abnormità funzionale del provvedimento».
Il caso Coli e il lungo percorso giudiziario
Come ricordato in altri articoli di MaremmaOggi, l’omicidio del commercialista Ausonio Coli scosse profondamente Grosseto. Coli era curatore fallimentare e si stava occupando del fallimento dell’impresa del padre di Innocenti. Pochi giorni prima del delitto, aveva ricevuto un documento che chiedeva di estendere l’azione fallimentare anche al figlio. Quel foglio fu trovato sulla scrivania di Coli la mattina del suo assassinio.
Negli anni, la difesa di Innocenti ha sempre sostenuto la necessità di riesaminare tempi, testimoni e prove balistiche, ritenendo che molti elementi del processo non siano mai stati chiariti. In particolare, la differenza tra i sei colpi trovati sulla scena e i tre spari uditi da una testimone è uno dei punti centrali della nuova richiesta.
Tuttavia, i sostituti procuratori Valeria Lazzarini e Giovanni De Marco hanno ribadito che, dopo oltre vent’anni, è impossibile ricreare le stesse condizioni dell’omicidio e che non esistono elementi nuovi e decisivi tali da riaprire il caso.
I familiari della vittima, costituiti parte civile con gli avvocati Riccardo Lottini e Marco Fanti, continuano a chiedere che venga rispettata la sentenza di condanna, ritenendo già provata la responsabilità di Innocenti.
Verso la Cassazione: un caso ancora aperto per Grosseto
L’appuntamento del 9 gennaio 2026 in Cassazione sarà dunque decisivo per stabilire se si aprirà un nuovo spiraglio di giustizia o se la condanna all’ergastolo per Francesco Innocenti resterà definitiva.
A oltre vent’anni dall’omicidio Coli, il caso continua a dividere Grosseto tra chi invoca verità definitiva e chi chiede ancora una revisione del processo.
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Redattrice di MaremmaOggi.
Per gli amici, è quella che scrive per mestiere di cronaca nera ma che ti chiede consigli su scarpe, borse e creme. Per i lettori di MaremmaOggi, è Francesca Gori, la redattrice che si tuffa a capofitto nelle storie più buie, senza mai perdere l'umorismo (nero, ovviamente).
Cresciuta a pane e romanzi noir, con una predilezione per i misteri irrisolti e le atmosfere alla Tim Burton, non ha mai superato la sua cotta adolescenziale per Mercoledì Addams.
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