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L’Ombrone fa ancora paura. E la burocrazia ferma i lavori

Consorzio di bonifica e associazioni chiedono di snellire l’iter per le autorizzazioni: molti gli invasi fermi. E la pioggia è in arrivo
L'Ombrone in golena, durante una piena qualche anno fa. La città è proprio lì
L’Ombrone in golena, durante una piena qualche anno fa. La città è proprio lì

GROSSETO. I soldi sono a disposizione, il tempo meno. Il Consorzio di Bonifica 6, insieme alle associazioni di categoria delle province di Grosseto e di Siena, ha redatto un documento per stimolare la Regione Toscana sull’urgenza di uno snellimento e una semplificazione delle procedure amministrative per facilitare e velocizzare la cantierizzazione delle opere idrauliche in Maremma.

Perché ce ne sono molte pronte a partire e mentre il rischio idraulico diventa sempre più un’emergenza nazionale e locale. La necessità di interventi di messa in sicurezza dei corsi d’acqua e la realizzazione di bacini di accumulo è esplosa con i cambiamenti climatici.

Certo, ora l’Ombrone, almeno per Grosseto, è (quasi) al sicuro, meno le campagne a nord della città. Ad Albinia per l’Albegna si dovrà aspettare ancora un po’. E il caldo anomalo di questo autunno pazzo non promette niente di buono, perché il mare  ha accumulato una grande energia che potrebbe portare a fenomeni estremi. Incrociamo le dita.

Il Consorzio di Bonifica vuole fare in fretta

Le associazioni del mondo agricolo, Cia, Confagricoltura e Coldiretti, del commercio, Confesercenti e Confcommercio, e dell’artigianato, Cna e Confartigianato, oltre a Confindustria e Ance, hanno affidato le loro posizioni comuni a un documento.

A unire le varie realtà economiche delle due province il Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud, che rappresenta le associazioni (quasi tutte fanno parte dell’assemblea di Cb6) ed è il soggetto incaricato dalla Regione di occuparsi della difesa idraulica nei territori di competenza.

Purtroppo avere le autorizzazioni è un percorso a ostacoli, difficile come i 3000 siepi, perché la Conferenza dei servizi, la procedura di Via (Valutazione di impatto ambientale), i procedimenti di Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale) sono la perfetta sintesi della sabbia negli ingranaggi.

Qui ogni Ente partecipante, ogni funzionario, ogni invitato al tavolo, vuole dire la sua, prendendosi il tempo necessario per intervenire anche se non serve, solo per far vedere di avere un briciolo di potere da esercitare. Sistemi che sono ancora il retaggio del periodo di Mani Pulite, quando si decise una doverosa stretta sui controlli. Ma sono passati trent’anni, forse sarebbe il momento di semplificare, per non far passare mesi, spesso anni, dalle richieste all’apertura dei cantieri.

Intanto c’è da sperare di non andare di nuovo sott’acqua, come successe a Grosseto il 4 novembre del 1966, siamo a 56 anni esatti, o come successe ad Albinia il 12 novembre 2012, sembra ieri ma sono dieci anni fra pochi giorni.

«Se avete visto qui fuori – dice il presidente del Cb6, Fabio Bellacchi – ci sono due targhe metalliche attaccate al muro, con l’altezza dell’acqua raggiunta nel 1944 (2 metri e 67, dal marciapiede, ndr) e nel 1966 (2 metri e 93, dal marciapiede, ndr). Adesso, con i lavori fatti, possiamo dire che la città è al sicuro, certo ci sono lavori importanti e urgenti da fare per eliminare ogni residuo pericolo. Anche perché in campagna non c’è la stessa sicurezza».

Le due targhe che ricordano l'altezza dell'acqua dell'Ombrone nel 1944 e nel 1966, in via Ximenes
Le due targhe che ricordano l’altezza dell’acqua dell’Ombrone nel 1944 e nel 1966, in via Ximenes

Consorzio di Bonifica, una serie di interventi da portare avanti 

Nel documento si richiamano le varie leggi regionali che disciplinano la tematica, e si auspicano «criteri o condizioni che opere e lavori devono soddisfare per lo snellimento e la semplificazione dell’azione amministrativa».

Questa richiesta riguarda in particolare

  • «alcune tipologie di opere di canalizzazione e di regolazione dei corsi d’acqua per il procedimento di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale»; 
  • «alcune classi di impianti in base all’altezza dell’opera  per il procedimento di Via di competenza regionale»;
  • «lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria per la mitigazione del rischio idraulico in tratti del reticolo idrografico e di gestione ricadenti all’interno di siti della rete Natura 2000».
  • Perché «la problematica della certezza dei tempi è di interesse generale, anche per le continue e numerose richieste di integrazioni tanto che “districarsi nell’intero iter procedurale non è affatto semplice e spesso non efficace».

Il documento riporta esempi di interventi del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud il cui iter approvativo si è rivelato estremamente lungo e complesso.

Come nel caso dei tre interventi finanziati dal “piano invasi” che al momento non si sono potuti attivare per i tempi che gli iter di approvazione comportano:

  1. l’invaso a uso irriguo all’interno del canale Diversivo in località Cernaia, dove ci sono già gli argini del vecchio canale;
  2. il recupero del lago di San Floriano a Capalbio;
  3. il sistema di sbarramenti mobili nel canale essiccatore dell’Alberese.
  4. Peraltro, anche se sono in fase di progettazione, in gioco ci sono anche i grandi invasi previsti sul Gretano e sul Lanzo, due opere strategiche per la Maremma.

Tempistiche impossibili per la conclusione dei procedimenti di Via, per i procedimenti di Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale), per il rilascio o il rinnovo di concessione di derivazione di acque pubbliche.

Ma gravi difficoltà emergono anche per le manutenzioni ordinarie in aree sottoposte a vincolo, dove gli interventi anche di sola pulizia, nonostante gli studi di incidenza regolarmente presentati, vengono bocciati o nella migliore delle ipotesi profondamente ridimensionati con il rischio di perdere quel valore idraulico necessario per migliorare la sicurezza di questi corsi d’acqua.

Consorzio e associazioni, tre proposte

Nell’ottica di accelerare l’iter di progettazione e realizzazione di opere e lavori di interesse pubblico vengono formulate tre proposte precise:

  1. Istituire una cabina di regia regionale per un maggior coordinamento tra enti chiamati all’espressione dei pareri;
  2. Rivedere le disposizioni e regolamenti per l’approvazione dei progetti e il rilascio delle autorizzazioni, ripensando i casi di esclusione dalla verifica di assoggettabilità a Via, seguendo il percorso già attivato con il ministero della transizione ecologica;
  3. Istituire un nucleo di valutazione che accerti l’urgenza e l’indifferibilità della realizzazione di tali opere e che abbia la possibilità di ridurre le richieste di integrazioni su aspetti non primari per la realizzazione del progetto.

Vi è poi la problematica legata ai piccoli invasi aziendali per i quali è indispensabile prevedere forme di agevolazione per il loro recupero da parte delle aziende agricole che oggi sono costrette a fare a meno di questa importantissima risorsa per le grandi difficoltà che incontrano nella loro messa norma.

«Le problematiche che le nostre associazioni sollevano sono reali – affermano Fabio Bellacchi, presidente del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud e il direttore Fabio Zappalorti – le procedure rallentano gli interventi che mettiamo in atto e rendono meno incisiva la nostra opera di tutela del rischio idraulico e sulla realizzazione di nuovi impianti irrigui».

Fabio Bellacchi, presidente del Cb6
Fabio Bellacchi, presidente del Cb6

«Sappiamo che queste tematiche sono già note alla Regione Toscana che si sta muovendo per individuare azioni efficaci. Questo documento rappresenta un’ulteriore stimolo affinché siano trovate soluzioni adeguate, per la sicurezza di tutti i cittadini e per la lotta ai cambiamenti climatici in genere».

Fabio Zappalorti, direttore del Consorzio di Bonifica
Fabio Zappalorti, direttore del Consorzio di Bonifica

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