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Odissea covid, tampone fantasma e numeri verdi inutili

Sul fascicolo sanitario oltre al tampone negativo ce n’è uno in più, mai fatto. Che blocca il green pass. E nessun numero verde risolve il problema
Un green pass sul telefono

GROSSETO. Succede anche questo, in un sistema di tracciamento del covid che è andato in tilt da un pezzo.

Succede che un ragazzino di 15 anni, positivo al covid da metà gennaio, a fine quarantena, ormai guarito, faccia un tampone “di uscita”, per tornare a una vita normale.

Il tampone è negativo ma il green pass rimane bloccato, sul rosso. Così la madre scopre che, sul fascicolo sanitario del figlio, c’è registrato un ulteriore tampone, con la data del giorno successivo a quello “di uscita”, tampone che, però, il figlio non ha mai fatto.

Tampone che risulta “in elaborazione” e che blocca il green pass. Da quel momento inizia un’odissea fra vari numeri verdi, tutti incapaci di risolvere il problema.

Verdi di nome, ma non di fatto, in sostanza.

Venti giorni di quarantena, poi la guarigione. Ma niente green pass

«Mio figlio – racconta Federica – è risultato positivo il 16 gennaio. Lo stesso mio marito. Io, invece, non sono stata contagiata. Siamo stati in casa, in quarantena, fino al tampone finale, che avrebbe dovuto certificare la guarigione. Lo abbiamo fatto, tutti e tre, il 30 gennaio. Tutti negativi, per fortuna».

«Ma la sorpresa è stata con i green pass. A parte il mio, sempre attivo perché sempre negativa, a parte quello di mio marito, rimasto curiosamente sempre attivo anche durante la malattia, il problema si è posto per mio figlio. Al quale è stato disattivato, com’è normale che sia, poche ore dopo il tampone positivo. Il problema è che non è più tornato verde, nonostante il tampone negativo di domenica 30».

Così Federica, che vorrebbe far tornare il figlio a scuola in presenza, aspetta lunedì 31. Ma il green pass del ragazzo è ancora bloccato.

Da un numero verde all’altro, senza risposte

«Non capisco il motivo e vado sul fascicolo sanitario di mio figlio. E scopro che, oltre al tampone fatto il 30, ne risulta un secondo, il 31, che lui non ha mai fatto. Tampone “in elaborazione“. Così cerco di capire cosa possa essere successo chiamando il numero verde del ministero 1500. Dopo 40 minuti di attesa, mi dicono che non si occupano di casi di guarigione da covid e mi dicono di chiamare l’help desk della Regione Toscana, al numero verde 800004477».

«Altri 35 minuti di attesa, per sentirmi dire che non possono fare nulla e che devo chiamare il numero verde della Asl Sud Est, il 800432525. Attendo ancora parecchio e mi dicono che non possono gestire il problema e di chiamare un altro numero verde, il 800579579. Qui risponde un’operatrice, gentile, che, quando minaccio di andare dai carabinieri, mi dice che si sarebbe attivata e di richiamare la mattina dopo. Intanto faccio un tampone in farmacia a mio figlio, a pagamento, per farlo intanto rientrare a scuola martedì 1. Ovviamente è negativo»,

Si arriva a mercoledì 2, quando Federica viene richiamata dalla Asl Sud Est: «Mi dicono che il problema del tampone “fantasma” non è di facile risoluzione e di aspettare. Così, al momento, sono costretta a fare un tampone dopo l’altro a mio figlio, visto che dura 48 ore, per farlo tornare a scuola. Mentre loro “elaborano” un tampone mai fatto»

 

 

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