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Il nuovo invaso contro le alluvioni in Maremma

Dopo un percorso iniziato nel 2003, ora sono stati appaltati i lavori per la sua realizzazione. 6,5 i milioni di investimenti e la prima parte delle operazioni, meteo permettendo, sarà conclusa nel settembre 2024
L'area in cui sorgerà l'invaso del Beccarello
L’area in cui sorgerà l’invaso del Beccarello
GROSSETO. Si tratta di progetto strategico, sul quale il Consorzio di bonifica 6 Toscana sud punta molto. Per rendere più sicura quella zona della Maremma a forte rischio idraulico.
Per questo sono stati finalmente appaltati i lavori per la realizzazione della nuova cassa di espansione alla confluenza tra il fiume Bruna e il torrente Fossa. L’opera idraulica sarà realizzata nell’area del Madonnino a Braccagni, e permetterà di raccogliere fino a 2,5 milioni di metri cubi di acqua, con una quota massima di 15,3 metri.

La cassa di espansione contro le alluvioni

La nuova opera idraulica ha come obiettivo la  difesa dalle inondazioni. «Raccogliendo parte delle portate del fiume Bruna e del torrente Fossa – precisa  Roberto Tasselli, dirigente ufficio progettazione di Cb6 –  nell’area subito a monte della confluenza con il Fossa stesso, prima di incontrare il torrente Sovata, il più importante affluente in destra, che per sua conformazione tende a esondare a causa del rigurgito che si genera alla confluenza con il Bruna in occasione di piene eccezionali che interessano contemporaneamente entrambi i corsi d’acqua».
L'area in cui sorgerà l'invaso del Beccarello
L’area in cui sorgerà l’invaso del Beccarello
L’appalto dei lavori raccoglie la soddisfazione di tutto il Consorzio bonifica. «Finalmente arriviamo alla fine di un percorso iniziato nel lontano 2003 –  ricorda il presidente Fabio Bellacchi – e che purtroppo ha visto quell’area essere teatro di una pesante alluvione nel 2012. Parliamo sicuramente di un progetto strategico per l’impatto che può avere sul nostro comprensorio».
 

Le due fasi della realizzazione del progetto

 
La realizzazione nel primo stralcio delle opere necessarie all’impianto idrovoro prevedeva una serie di interventi di scavo. Le materie prodotte dallo scavo stesso sarebbero state indispensabili per la realizzazione successiva dell’argine di chiusura della cassa di espansione prevista nel secondo stralcio. Da qui la necessità di accantonare le terre in un’area all’interno del cantiere per il loro riutilizzo nel secondo stralcio, senza il quale il primo non avrebbe avuto senso, anzi, avrebbe creato solo nuovi problemi.
 
«Il Consorzio – aggiunge Bellacchi – ha continuato la fase di studio progettuale attraverso la redazione del progetto per il secondo lotto, impegnandosi a reperire le risorse necessarie al completamento del progetto più generale di messa in sicurezza nel bacino del fiume Bruna, che è stato inserito negli strumenti programmatici della Regione Toscana e dell’Autorità di bacino». 
 
Il progetto da 6,5 milioni, che prevede anche lavori opzionali, è stato finanziato con fondi ministeriali ed i lavori sono stati assegnati all’impresa edile stradale Fratelli Massai.
La conclusione della prima parte dei lavori, condizioni meteo permettendo, è prevista a settembre 2024.
 

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