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Al Misericordia l’ernia del disco si toglie con il laser

L’intervento è stato eseguito dai neuroradiologi Daniele Gambacorta e Valerio Lunghi
Il dottor Gambacorta e il dottor Lunghi
Daniele Gambacorta (a sinistra) e Valerio Lunghi (a destra)

GROSSETO. Un primato di eccellenza all’ospedale Misericordia di Grosseto, dove è stata trattata un’ernia del disco con il laser, con una tecnica mai usata finora, secondo la letteratura scientifica. A eseguire l’intervento due neuroradiologi, Daniele Gambacorta e Valerio Lunghi che lavorano nell’equipe di Marco Cirinei, responsabile della Neuroradiologia del nosocomio maremmano.

Gambacorta, 48 anni, senese, specializzato in Radiodiagnostica è uno dei medici di punta della Neuradiologia grossetana, esperto nei trattamenti delle patologie della colonna vertebrale. A Grosseto dal 2007, ha sviluppato negli anni, insieme a Lunghi, tecniche innovative per la cura di particolari ernie del disco, che per caratteristiche e posizione non consentono un intervento “tradizionale”.

«La particolarità di questa discectomia laser per ernia espulsa – spiega Daniele Gambacorta – è l’accesso della fibra dallo iato sacrale, ovvero dall’osso sacro, e la “navigazione“, come si dice in gergo, della fibra laser all’interno del canale vertebrale. Essendo, infatti, l’ernia in una posizione inaccessibile con metodica standard, ho introdotto il catetere, all’interno del quale viene fatta passare la fibra laser, nel canale vertebrale entrando dello iato sacrale, fino alle vertebre  L4 4 L5.

Abbiamo “navigato” con la sonda con stesso tipo di catetere che viene usato per i trattamenti delle patologie cardiovascolari. Una volta raggiunta la posizione, ho quindi introdotto la fibra laser all’interno del frammento discale espulso, vaporizzando la parte del disco interessata dalla patologia».

Il paziente, un cinquantenne grossetano, operato il 14 ottobre sta bene e sta tornando alla normalità., con un decorso molto più rapido e meno soggetto a rischi di altre metodiche, per la tipo di ernia di cui soffriva. Peraltro, l’intervento viene fatto in day hospital, richiede una sedazione cosciente in anestesia locale, somministrata dall’equipe della neuroradiologia interventistica, senza la necessità di avere in sala un anestesista rianimatore. Inoltre, si abbassa il tempo di degenza e di recupero delle normali funzioni.

«Questo tipo di intervento è riservato ai casi che possono beneficiare del laser, in particolari condizioni perché in caso contrario si ricorre alle metodiche tradizionali. Dunque, non è la tecnica in sé a rappresentare un primato, ma la modalità che, fino ad oggi, non è mai stata riportata in letteratura», conclude Gambacorta.

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