GROSSETO. Sarà trasferito nel reparto di psichiatria del carcere o in un’altra struttura analoga, il 39enne di Porto Santo Stefano arrestato giovedì 5 maggio, dopo essere uscito da casa completamente nudo. Lo ha disposto il giudice per le indagini preliminari Sergio Compagnucci, che ha convalidato l’arresto. L’udienza si è tenuta venerdì 6 maggio al pronto soccorso dell’ospedale Misericordia.
L’uomo, difeso dall’avvocato Stelio Pugi, si è avvalso della facoltà di non rispondere. È accusato di resistenza: quando i carabinieri hanno cercato di fermarlo, il trentanovenne è salito sulla sua auto ed è partito a tutta velocità, facendo cadere un militare che aveva tentato di fermarlo entrando nell’abitacolo. E, dopo una fuga a folle velocità, per le strade di Porto Santo Stefano, si è schiantato, alla rotatoria del Valle, contro un’altra vettura, senza fermarsi a soccorrere il conducente dell’auto. Comportamento, questo, che gli è costato anche l’accusa di omissione di soccorso.
A folle velocità per le strade del paese
Il trentanovenne, che soffre di un disturbo psichiatrico particolarmente serio, la scorsa settimana aveva sospeso la cura alla quale era stato sottoposto. L’uomo, oltre che di resistenza, è accusato di danneggiamenti, per aver spaccato a pugni il parabrezza dell’auto di servizio dei carabinieri. Ha camminato scalzo per il paese, è entrato nudo in un bar. E si è procurato ferite alle mani e ai piedi.
I carabinieri di Porto santo Stefano avevano ricevuto la segnalazione che un uomo di corporatura robusta, completamente nudo, stava camminando per le vie del paese. I militari lo hanno trovato vicino al distributore, dove si era fermato a fare rifornimento della sua auto. Quando ha visto i militari, il trentanovenne è salito in auto ed è fuggito via, imboccando contromano diverse vie del paese attraversate a folle velocità.
Si è fermato solo all’altezza di via Poggio Calvello: qui si è messo – sempre completamente nudo – con le mani sui fianchi ad aspettare i carabinieri. «Quasi in tono di sfida – scrive il giudice – E infatti, quando sono arrivati i militari, l’uomo li h aggrediti con violenza, salendo addirittura sul cofano dell’auto di servizio e prendendo a calci il parabrezza fino infrangerlo completamente».
Sono serviti quattro carabinieri per fermarlo e portarlo poi nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Grosseto.
Il sostituto procuratore ha chiesto la custodia cautelare in carcere, con osservazione psichiatrica. «Il comportamento tenuto in occasione dei fatti per cui si procede – scrive ancora il giudice nell’ordinanza di convalida dell’arresto – dimostra che si tratta di un soggetto totalmente incapace di controllare i propri impulsi aggressivi. L’unica misura adeguata, di conseguenza, è quella carceraria». Secondo il giudice, al momento non ci sarebbero elementi obiettivi «per affermare che l’indagato versasse al momento dei fatti in stato di totale incapacità di intendere e di volere».
Il padre dell’uomo, sentito dai carabinieri, aveva spiegato loro che il figlio da qualche anno era andato a vivere da solo e che – pur soffrendo di un disturbo bipolare – era autonomo e non era mai stato nominato un amministratore di sostegno. Per questo il giudice ha convalidato l’arresto, disponendo però l’osservazione psichiatrica.
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