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Non paga le tasse per 10 anni, maxi sequestro al diving

L’imprenditore argentarino avrebbe evaso circa 500.000 euro di imposte: dopo il blitz della guardia di finanza si è messo in regola e ha assunto i dipendenti che lavoravano in nero
Un controllo della guardia di finanza

PORTO SANTO STEFANO. Per dieci anni ha omesso di pagare le tasse. E ora il conto, nei confronti di un imprenditore santostefanese che noleggia gommoni e organizza escursioni in mare e immersioni, oltre ad occuparsi dell’affitto di case e appartamenti per le vacanze, è arrivato. Ed è salato: la commissione Tributaria provinciale ha disposto un maxi sequestro preventivo per 400.000mila euro.

Mesi di indagini delle fiamme gialle

A svolgere le indagini sono stati gli uomini della guardia di finanza di Porto Santo Stefano, che per mesi hanno tenuto d’occhio l’attività dell’imprenditore, che promuoveva la sua attività anche su un sito Internet.

Per la ricostruzione del volume d’affari e la determinazione delle imposte dovute, è stata esaminata la copiosa documentazione extracontabile che è stata trovata dai finanzieri, come i registri delle persone giornalmente imbarcate sui natanti (la cui compilazione è prevista dalla specifica normativa sul diporto), autodichiarazioni covid, agende con prenotazioni, attestati
di fine corso sub.

A un campione di circa 100 clienti così identificati, è stato inviato un questionario fiscale che ha consentito di ottenere analitiche informazioni circa le prestazioni ricevute e dei relativi pagamenti. Ulteriore conferma è arrivata anche dall’esame dei numerosi conti bancari in cui l’imprenditore faceva confluire i proventi dell’attività, movimentando elevate somme di denaro contante, tanto che al momento dell’accesso sono state trovate banconote per circa 12 mila euro.
La verifica fiscale ha consentito l’emersione di redditi nascosti al fisco per oltre 500 mila euro, con imposte dovute Irpef, Iva e Irap e l’irrogazione di sanzioni, anche per lavoratori dipendenti a nero/irregolari, per circa 200 mila euro.

Sigilli agli immobili dell’imprenditore

Per garantire il credito erariale emerso dalla verifica, i finanzieri hanno effettuato un accurato monitoraggio dei beni dell’evasore, individuando diversi immobili, natanti ed attrezzature, pervenendo a un complessivo valore idoneo a soddisfare il debito accumulato negli anni in cui l’imprenditore ha operato quale evasore totale.

La Direzione Provinciale delle Entrate di Grosseto, condividendo pienamente la solidità dei rilievi formulati e la proposta di adozione di misure cautelari patrimoniali avanzata dalla Guardia di Finanza, ha depositato l’istanza alla Commissione Tributaria Provinciale che si è pronunciata con una sentenza che ha consentito di procedere al sequestro conservativo dei
beni immobili della ditta fino alla somma complessiva di circa 400 mila euro, immediatamente eseguito dall’amministrazione finanziaria, oltre che iscrivere ipoteca sugli immobili per il medesimo importo.

Dopo l’ispezione della guardia di finanza e della direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate, l’imprenditore si è messo in regola e ha assunto regolarmente anche i dipendenti che fino ad allora avevano lavorato in nero.

 

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