FOLLONICA. A denunciare l’esistenza di una palestra nella zona industriale di Follonica che opera in quasi totale assenza di permessi è l’opposizione in consiglio che, dopo un accesso agli atti, chiede adesso il rispetto delle regole.
La palestra in questione – il cui fondo sarebbe di proprietà di una società legata a un consigliere comunale – è operativa e i clienti vanno e vengono ma, da quanto risulta dai registri pubblici, lì dovrebbero essere ubicati degli uffici amministrativi. In passato, infatti, quello stabile ospitava una concessionaria Fiat.
«Non è solo una questione commerciale o burocratica – dicono Emanuele Betti, Francesco Ciompi, Mirjam Giorgieri, Andrea Pecorini e Francesca Stella – È una questione di legalità, equità e rispetto verso chi ogni giorno porta avanti un’attività in modo onesto, affrontando vincoli, controlli e spese».
La palestra fantasma
A Follonica, tra capannoni e attività produttive, le palestre non sono una novità. Alcune realtà hanno scelto di insediarsi in queste aree seguendo l’iter previsto dalla normativa: cambio di destinazione d’uso, autorizzazioni sanitarie, permessi commerciali.
«Non è questo il caso della nuova attività comparsa recentemente – dice l’opposizione in consiglio – Si tratta di una palestra che, a quanto risulta da un accesso agli atti, opera in totale assenza di titoli abilitativi. Nessuna autorizzazione urbanistica, pratica antincendio non ancora conclusa, nessun permesso sanitario o commerciale vista la presenza in loco di distributori alimentari e dispenser per acqua, nessuna autorizzazione a quella mega insegna che campeggia in bella vista sulla strada e sul fronte dell’immobile».
Eppure, l’attività è in pieno svolgimento: corsi attivi, attrezzi, clienti e un via vai quotidiano da un edificio che, di fatto, non potrebbe aprire al pubblico ma che nel frattempo sta lavorando e sta incassando.
«Peccato – denunciano i consiglieri – che dai registri pubblici lì adesso risulta esserci ubicati degli uffici amministrativi».
«Chi controlla?»
«Mentre piccoli imprenditori, artigiani e gestori di impianti sportivi affrontano ogni giorno iter complessi e onerosi per ottenere autorizzazioni e rispettare le normative, qui sembra bastino un’insegna (senza nemmeno aver iniziato la pratica) e qualche attrezzo per avviare l’attività – dicono dall’opposizione – Un evidente squilibrio che genera frustrazione e legittime domande in chi opera onestamente, investendo tempo e risorse per stare nelle regole.
Un precedente pericoloso
Per l’opposizione chiudere un occhio sulla vicenda sarebbe un precedente pericoloso. «Domani – dicono – potrebbe toccare a un bar, a un centro estetico o a una sala giochi. Se passa il principio del “fai e poi si vedrà”, allora a che servono i regolamenti comunali, le destinazioni d’uso, le autorizzazioni sanitarie?». Per i consiglieri di opposizione «Follonica non può diventare il terreno fertile per l’illegalità silenziosa. Servono controlli. Serve una presa di posizione chiara da parte delle istituzioni, soprattutto del sindaco Matteo Buoncristiani – concludono – dell’assessore alle attività produttive Stefano Boscaglia e dell’assessore alla legalità ed alla polizia municipale Giorgio Poggetti. E serve ora».
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