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La nautica mondiale e l’incubo corrosione. La soluzione è a Grosseto

La Tecnoseal di via Senese è leader mondiale nella produzione di anodi sacrificali, contro le correnti galvaniche. Serve la nautica, ma anche i porti
La Tecnoseal di Grosseto è leader mondiale nella produzione di anodi sacrificali per la nautica
La Tecnoseal di Grosseto è leader mondiale nella produzione di anodi sacrificali per la nautica

GROSSETO. Vi siete mai chiesti perché lo scaldabagno, col tempo, finisce per bucarsi, nonostante sia di metallo, mentre l’anello d’oro che avete al dito, pur lavandosi le mani spesso e facendo il bagno in mare rimane sempre intatto e lucido? La risposta è nella nobiltà dei metalli e nella loro, lo diciamo con parole semplici, resistenza alle correnti galvaniche.

A scoprirle, da questo il nome, fu il fisico Luigi Galvani (Bologna, 9 settembre 1737 – Bologna, 4 dicembre 1798). Un genio per l’epoca.

La sua intuizione nacque da esperimenti sulle rane e, forse, non ne capì la portata. Ma i suoi studi fecero da apripista a quelli di Alessandro Volta (Como, 18 febbraio 1745 – Como, 5 marzo 1827), che sviluppò la “pila voltaica” o la “pila galvanica”, un dispositivo capace di generare corrente elettrica continua attraverso reazioni chimiche

Da Galvani e Volta alla tecnologia da leader mondiale di TecnoSeal sono passati due secoli ma, in fondo, la  maggior parte delle più grandi opere dell’ingegno umano sono nate in Italia. E non tutti in Maremma conoscono le eccellenze che portano il nome di Grosseto nel mondo.

Una di queste, appunto, è la TecnoSeal di via Senese, azienda leader mondiale nella produzione di anodi sacrificali per la protezione catodica nei settori della nautica ed industriali. Dall’Italia  alla Nuova Caledonia il marchio TecnoSeal è sinonimo di eccellenza nel settore.

Le correnti galvaniche, tutta colpa degli elettroni

Ma facciamo un passo indietro.

Le correnti galvaniche sono correnti elettriche, di debole intensità, che si generano a causa della differenza di potenziale elettrico tra due metalli diversi.

Sono causate da una reazione elettrochimica, ad esempio tra acciaio e alluminio, in cui gli elettroni “migrano” dal metallo che ha il potenziale minore verso il metallo con potenziale maggiore.

Questa reazione avviene se i due metalli sono collegati e se è presente un elettrolita (una sostanza che in soluzione subisce la suddivisione in ioni delle molecole, l’acqua lo è in minima parte, ma l’acqua salata del mare lo è in modo significativo, proprio perché contiene ioni di sodio e cloruro, i componenti del sale, ndr) che svolge funzione di conduttore degli ioni.

Chi ne fa le spese è il metallo con potenziale minore, quello meno nobile, che perdendo elettroni si ossida; in pratica si comporta da anodo, mentre il metallo più nobile fa da catodo.

Ricordate l’esperimento che si faceva alle medie? Si infilavano due barrette di metalli diversi in mezzo limone. Collegandole a un tester si notava una debole produzione di energia elettrica. Come in una batteria.

Le correnti galvaniche e la corrosione dei metalli

Le correnti galvaniche sono le principali responsabili della corrosione dei metalli. La corrosione di tubazioni, di strutture metalliche interrate o di parti di una barca per le correnti galvaniche marine, ad esempio, è causata dalla corrente che viene a crearsi tra i metalli, provocando delle piccole crepe, fessure e anche buchi. 

Ogni barca con parti metalliche, dal motoscafo da diporto alla portaerei, deve farci i conti. Proprio perché sono immerse in un elettrolita formidabile come l’acqua di mare.

L’ingegno dell’uomo e le prime contromisure, gli zinchi sacrificali

Eppure l’ingegno dell’uomo ha trovato una contromisura, per salvare le parti metalliche della barca. Fino a qualche tempo fa la soluzione era usare anelli e piccoli pezzi di zinco, chiamati “zinchi sacrificali”.

Essendo lo zinco un metallo fra i più reattivi, in sostanza, si corrode più facilmente rispetto al metallo che si desidera proteggere (come ad esempio il ferro di una nave). Quindi lo zinco “sacrifica” se stesso, corrodendosi per proteggere il metallo più importante dall’ossidazione.

La tecnologia moderna e gli anodi. Una tecnologia made in Grosseto

Oggi non si usano più gli zinchi, ma anodi realizzati in leghe di metallo. Che, però, hanno la stessa funzione che un tempo avevano gli zinchi.

E le barche di tutto il mondo, ma anche i porti che hanno parti metalliche immerse, si difendono dalle correnti galvaniche con gli anodi “made in Grosseto”, realizzati dalla TecnoSeal.

Che, non a caso, ha scelto come motto “Save your dreams“: “Salva i tuoi sogni”.

Nata circa 30 anni fa, 70 dipendenti, una tecnologia avanzatissima e sistemi di produzione robottizzati, la TecnoSeal produce anodi in lega di zinco, alluminio e magnesio. Nel suo catalogo c’è la più vasta gamma al mondo di anodi, con quasi 2000 articoli in produzione di serie e più di 3000 articoli personalizzati a richiesta dei clienti.

Alcuni modelli di anodo prodotti da Tecnoseal
Alcuni modelli di anodo prodotti da Tecnoseal

«Lavoriamo in pressofusione, con sistemi di altissima precisione – spiega Fabio Scribani, marketing e sales manager di TecnoSeal – perché ci teniamo ad avere standard elevati di qualità. Il nostro catalogo di anodi è il più vasto al mondo, ma lavoriamo anche su misura, se il cliente ha esigenze particolari. La produzione è continua, non dimentichiamo che gli anodi, sulle barche, si cambiano di media una volta all’anno. Per quelle che navigano in mari ad alta densità salina, anche più spesso».

Negli ultimi tempi la TecnoSeal ha rafforzato il proprio posizionamento sul mercato con l’apertura di due uffici, uno in Florida (Usa), a Fort Lauderdale e un altro in Inghilterra, a Southampton.

«Ma la commercializzazione dei nostri anodi è mondiale – dice ancora Scribani -, praticamente siamo in ogni mare, fino alla Nuova Zelanda. E la nostra produzione si adatta alle caratteristiche e alle diverse salinità dei vari mari».

Una barca a vela che monta anodi Tecnoseal
Una barca a vela che monta anodi Tecnoseal

L’anodo senza cadmio, rispettoso dell’ambiente

TecnoSeal ha anche inventato una lega speciale, un anodo senza cadmio, che è nocivo per l’ambiente.

«Il cadmio si trova nei minerali dello zinco, ma noi siamo riusciti a creare anodi che non lo contengono. Sono una rivoluzione dal punto di vista ambientale. Li abbiamo presentati nei recenti saloni della nautica, a Genova a settembre e ad Amsterdam, al Metstrade, in novembre, la più grande fiera mondiale di attrezzature, materiali e sistemi per la nautica da diporto. Un passo avanti nella qualità, a cui teniamo tantissimo, al punto che facciamo controlli rigorosi su ogni singolo lotto».

Alcune applicazioni degli anodi Tecnoseal
Alcune applicazioni degli anodi Tecnoseal

TecnoSeal ha accordi commerciali con i principali produttori di barche e yacht in Italia e nel mondo. Ma fra i clienti ci sono anche porti e grandi realtà industriali, in particolare per la protezione di tubazioni anche di grandi dimensioni, come i gasdotti.

«Ma il nostro obiettivo è crescere ancora – conclude Scribani -, stiamo espandendo in modo capillare la nostra rete di vendita. Basandoci sui nostri punti di forza: tecnologia e qualità».

Il tutto made in Grosseto.

La sede della Tecnoseal in via Senese, a Grosseto
La sede della Tecnoseal in via Senese, a Grosseto



Tecnoseal

Via Senese 193, Grosseto

 

Italia: +39 0564 465483

International: +39 0564 453917

Orario: monday to friday, 8:30 AM – 12:30 PM / 14:00 PM – 18:00 PM

 

Italia: nautica.italia@tecnoseal.it

International: sales@tecnoseal.com

QUI – Il form per chiedere informazioni





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