Muore a 31 anni nell'incidente: gli amici piangono Amir | MaremmaOggi Skip to content

Muore a 31 anni nell’incidente: gli amici piangono Amir

Berikaa si era trasferito a Grosseto tre anni fa per amore. Lavorava come muratore, era benvoluto da tutti
Amir Berikaa
Amir Berikaa in una recente immagine pubblicata su Facebook

GROSSETO. Si era trasferito a Grosseto 3 anni fa Amir Berikaa, il 31enne morto nel terribile incidente sulla Castiglionese, lunedì 11 ottobre, poco dopo le 2.  Originario dell’Egitto, era cresciuto a Sezze, dove viveva con i suoi familiari.

Una vita segnata dal dolore e dalla sofferenza, quella di Amir, che lo avevano reso l’uomo speciale che hanno conosciuto i suoi tanti amici di Grosseto. La madre, diversi anni fa, fu vittima di un terribile incidente stradale e rimase paralizzata. Era stato Amir a prendersi cura di lei, dopo l’incidente. E quella sua attenzione nei confronti degli altri, nei confronti di chi aveva più bisogno, era stata la caratteristica che lo aveva fatto amare da tutti quelli che lo hanno conosciuto.

L'auto finita fuori strada
L’auto finita fuori strada

A Grosseto era arrivato tre anni fa per amore. Il padre del ragazzo infatti, è un ambulante che partecipava a vari mercatini, anche qui in città. Era venuto anche Amir a Grosseto ma si era fatto male a una mano. Era quindi andato a farsi medicare al pronto soccorso, dove aveva conosciuto una ragazza che qualche mese dopo sarebbe diventata la sua fidanzata e infine sua moglie. Per questo aveva deciso di trasferirsi in città dove lavorava come muratore.

Allegro, gioviale, un ragazzo di compagnia: gli amici di Amir questa mattina sono rimasti increduli di fronte alla tragica notizia della sua scomparsa. La salma del trentunenne, morto probabilmente sul colpo nel terribile schianto sulla Castiglionese, è ora all’obitorio dell’ospedale Misericordia a disposizione della Procura.

«Si era innamorato di Grosseto – racconta uno degli amici del giovane – aveva trovato qui la sua dimensione e ultimamente stava cercando di far venire in città anche altri suoi amici che erano rimasti a Sezze. Diceva sempre che qui la qualità della vita era migliore, che si stava bene e che c’erano più opportunità. La notizia della sua morte ci ha lasciati tutti senza fiato».

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