FOLLONICA. Un motorino ricoperto di fango, abbandonato in mezzo al ponte pedonale del Parco Centrale. È quanto ha trovato questa mattina, 22 dicembre, un residente della zona mentre si recava al lavoro.
Il mezzo recuperato dal torrente e lasciato sul ponte
Il motorino, viste le condizioni, sarebbe stato gettato nel torrente sottostante, recuperato successivamente e poi lasciato sul ponte. «Tutto porta a pensare che si tratti di una bravata – racconta il residente – purtroppo da tempo assistiamo a episodi di questo tipo, che non hanno nulla di divertente».
L’ennesimo atto che va ad aggiungersi a una situazione che, secondo chi vive nella zona, si trascina ormai da mesi.
Le notti al Parco Centrale dove «non c’è più pace»
Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, nei dintorni del Parco Centrale è sempre più frequente sentire lo scoppio dei petardi, spesso anche molto potenti. Una pratica che, stando ai racconti dei residenti, si ripete quotidianamente, in particolare tra le 23 e le 2 di notte.
«Da tempo subiamo questa situazione – spiega ancora il residente – La zona del Parco Centrale è diventata invivibile per via dei rumori causati da alcuni gruppi di ragazzi che si ritrovano qui la sera. Il motorino abbandonato sul ponte è solo l’ultimo episodio di una lunga serie di bravate».
Disturbi continui e segnalazioni alle forze dell’ordine
I residenti parlano di petardi quasi ogni notte, con disagi che colpiscono non solo le persone, ma anche bambini e animali domestici. «Tutti i giorni dobbiamo sopportare questi botti – aggiunge il residente – ed è una situazione davvero pesante».
Già da tempo sarebbero state effettuate segnalazioni alle forze dell’ordine, con telefonate sia ai vigili urbani che ai carabinieri, ma al momento lo scenario notturno non sarebbe cambiato.
Un’area già segnalata per atti vandalici
Il Parco Centrale, soprattutto nelle ore serali e notturne, è un’area che in passato è stata più volte segnalata per disturbi, rumori e atti vandalici. Gruppi di ragazzi, in particolare dopo eventi o in tarda serata, causerebbero danni e disagi, alimentando richieste di maggiore controllo e presenza sul territorio.
«Sopportiamo questa situazione da tempo – conclude il residente – ma così diventa davvero difficile».
