SCANSANO. L’incidente, terribile, avvenne il giorno della festa della Repubblica. Uno scontro fra due moto, la mattina del 2 giugno del 2024, sulla Scansanese. Morirono due giovani, Mattia Cappellani, 18 anni e Leonardo Di Marte 38.
Adesso, a più di un anno da quel giorno, la denuncia arriva dalla famiglia e dai legali dello Studio 3A che la seguono, l’assicurazione non ha ancora pagato la polizza vita.
«I genitori del 18enne, deceduto in un frontale tra moto a Scansano – scrivono da Studio 3A -, avevano deciso di tutelare in generale il figlio da possibili infortuni ma UnipolSai continua a non dare risposte».
Quella polizza vita stipulata per il figlio
Contestualmente all’acquisto di una moto, una Yamaha Mt-07, i genitori di Mattia, per tutelare in generale il figlio da eventuali sinistri, non solo stradali, avevano sottoscritto una polizza assicurativa con una delle principali imprese italiane del settore, UnipolSai, una “Infortuni premium 2.0”, con la speranza che non dovesse mai servire ma anche la certezza che, al bisogno, la garanzia sarebbe intervenuta in supporto.
«Purtroppo – scrivono i legali di Studio 3A – si è materializzato il caso più grave previsto in copertura, quello “morte”, ma a più di un anno dalla tragedia, e nonostante una sfilza di solleciti, la compagnia non ha ancora liquidato un euro di quanto dovuto».
La denuncia della famiglia di Mattia
A denunciare il caso i familiari di Mattia Cappellani e Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, a cui i congiunti della vittima, si sono rivolti per essere assistiti in tutte le attività e le pratiche collegate al sinistro stradale di cui è rimasto vittima.
Dopo l’incidente la Procura di Grosseto, con il pm Federico Falco, aveva aperto un procedimento penale a carico di ignoti sul sinistro ma, al termine delle indagini preliminari, il sostituto procuratore ne ha anche chiesto l’archiviazione al Gip essendo deceduti entrambi i centauri coinvolti e non essendo emerse responsabilità di soggetti terzi.
«Ma in ogni caso – scrive ancora lo Studio 3A – , qualsiasi fosse stato l’epilogo, non avrebbe comunque influito sull’applicabilità dell’assicurazione in questione, perché qui non si parla di Rc-Auto che risponde sulla base delle responsabilità degli incidenti, ma di una “polizza vita” che copre automaticamente tutta una serie di eventi dannosi, quali infortuni, indennità di ricovero anche per malattie, e naturalmente il decesso, con un massimale di duecentomila euro. Il salato premio annuale, 612,96 euro, era stato regolarmente versato, UnipoSai avrebbe quindi dovuto pagare in tempi ragionevoli la somma pattuita».
Studio 3A: «La compagnia fa melina»
«La compagnia – proseguono i legali della famiglia – ha preteso di acquisite prima tutto il fascicolo penale, che Studio3A le ha prontamente fornito una volta autorizzata dalla Procura a estrarne copia, ma neppure questo le è bastato e da allora ha iniziato a snocciolare scuse di ogni genere pur di non liquidare l’indennizzo ai congiunti di Mattia Cappellani, come il cambio in corsa del liquidatore che seguiva la pratica, con il risultato che dopo più di un anno si è ancora punto e a capo».
«Una “melina” inqualificabile, per di più ai danni di un padre, una madre e una famiglia distrutti dal dolore per la perdita più grande e che non meritavano questa ulteriore preoccupazione, e della memora di un ragazzo di soli 18 anni stroncato nel fiore della vita. Al punto che ora Studio3A sarà costretto a procedere anche con un formale reclamo all’Ivass, l’Istituto di vigilanza sulle Assicurazioni, per sbloccare la situazione, e con la speranza che venga anche inflitta la giusta sanzione alla compagnia inadempiente e senza cuore».




