PORTO ERCOLE. È tempo di bilanci nei consigli comunali e, come ogni fine anno, la discussione sul documento di previsione rappresenta il banco di prova politico più significativo per un’amministrazione. A Monte Argentario, però, dalla seduta consiliare dedicata al bilancio 2026-2028 è emerso un quadro che ha acceso forti polemiche.
Particolarmente dura la posizione di Marco Nieto, capogruppo consiliare di Per l’Argentario, che parla apertamente di scelte miopi, assenza di visione strategica e di un futuro caricato di nuovi debiti.
«Un mutuo come regalo di Natale»
«Altro che doni e buoni propositi – attacca Nieto – sotto l’albero di Natale l’amministrazione ha messo un mutuo da 3 milioni e 900 mila euro per l’acquisto dell’ex giardino Jacovacci».
Un impegno finanziario che, sottolinea il capogruppo, accompagnerà il Comune fino al 2054, con due anni di preammortamento in cui verranno pagati solo gli interessi. «Un peso enorme che graverà sulle future generazioni mentre – aggiunge – per la messa in sicurezza del porto di Porto Ercole, vera priorità del territorio, continuiamo ad attendere risposte concrete».
Irpef al massimo, nessuna equità fiscale
Nel mirino dell’opposizione finisce anche la conferma delle aliquote Irpef.
«Il Comune applica già l’aliquota massima dello 0,8%, con una soglia di esenzione ferma a 9.000 euro dal 2018, senza alcun adeguamento al costo della vita», evidenzia Nieto.
Una scelta che, secondo il capogruppo, penalizza le fasce più deboli: «Superata anche di poco la soglia di esenzione, l’aliquota massima si applica all’intero reddito. È un sistema iniquo che avrebbe richiesto coraggio politico, non una semplice conferma».
Critiche anche sull’Imu, dove «si è scelto di mantenere le aliquote massime ovunque possibile». L’unica novità riguarda l’introduzione dell’aliquota allo 0,96% per gli immobili concessi in comodato d’uso gratuito a un figlio, con contratto registrato. «Un’agevolazione limitata – commenta – che non cambia l’impostazione generale di una fiscalità pesante».
«Consiglio svuotato del suo ruolo»
Non manca una critica al metodo. «Il Consiglio comunale è stato chiamato a una semplice presa d’atto di decisioni già assunte dalla Giunta – afferma Nieto – così si svuota il ruolo democratico del consiglio».
Canone unico patrimoniale, «riduzione solo di facciata»
Sotto accusa anche la tanto annunciata riduzione del Canone unico patrimoniale.
«Dopo l’aumento da 30 a 60 euro dello scorso anno – osserva Nieto – oggi si parla di una riduzione di appena 10 euro, portando la tariffa a 50 euro dal 2026».
Una misura che riguarda solo il suolo pubblico permanente e una tipologia specifica, «creando disparità tra operatori economici simili». Per l’opposizione «più che un sostegno reale, sembra un’operazione di facciata».
Spese elevate e riscossione inefficiente
Il giudizio complessivo sul bilancio è netto: «È un bilancio che rispetta formalmente gli equilibri, ma che definisco di sopravvivenza amministrativa».
Le spese correnti restano molto alte, con 23 milioni nel 2026 e 24 milioni nel 2027, mentre il fondo crediti di dubbia esigibilità supera i 3 milioni e 462 mila euro l’anno, oltre il 13% delle entrate correnti.
«Una cifra enorme – aggiunge Nieto – che certifica una criticità strutturale nella riscossione. E il peso dell’inefficienza ricade ancora una volta sui cittadini onesti».
Investimenti rinviati e debito in crescita
Anche sul fronte degli investimenti il quadro non convince l’opposizione. «Le cifre variano molto di anno in anno – 6 milioni nel 2026, 22 nel 2027, 15 nel 2028 – ma gran parte delle risorse è legata a fondi pluriennali vincolati. Molti interventi restano quindi sulla carta».
A preoccupare è infine l’aumento delle rate dei mutui, che passeranno da 441 mila a 780 mila euro. «In un contesto di entrate stagnanti e spesa rigida – conclude Nieto – questo riduce ulteriormente i margini di manovra per il futuro».
«Monte Argentario merita di più»
«Monte Argentario merita un bilancio più equo, una riscossione più efficiente, investimenti credibili e una visione che guardi oltre l’oggi», conclude il capogruppo di Per l’Argentario.
Poi l’amara riflessione finale: «Questo Natale, purtroppo, sotto l’albero non abbiamo trovato risposte, ma solo nuovi debiti e problemi rimandati alle prossime generazioni. Un Natale amaro».



