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I micro-pipistrelli di Talamone torneranno a volare

Il parco naturale della Maremma con la dottoressa Clarissa Giacolini sta aiutando i nuovi nati: dopo lo svezzamento, saranno liberati
I pipistrelli salvati a Talamone e accuditi in attesa della prossima liberazione

di Steven Santamaria

ALBERESE. Il 22 giugno scorso, dei cuccioli di pipistrelli di due specie diverse, Hypsugo Saviie e Pipistrellus Kulhii, sono stati trovati in terra, a Talamone, da una donna. 

Portati in un centro di recupero, sono stati seguiti dalla dottoressa e presidentessa dell’ordine dei veterinari Clarissa Giacolini, che ha saputo dare un aiuto fondamentale per la cura di questi cuccioli. I pipistrelli saranno reinseriti in natura, con la supervisione del presidente del Parco della Maremma, Simone Rusci.

Sono molto vulnerabili, ma impareranno a cavarsela

La dottoressa Giacolini racconta che quando sono stati ritrovati questi pipistrelli, erano praticamente appena nati. «Solitamente il mese di giugno è periodo di riproduzione per questi animali –  spiega la veterinaria – Abbiamo cercato di recuperare le madri di questi cuccioli, ma senza successo, per questo siamo dovuti ricorrere all’allattamento artificiale con latte fatto apposta per loro, in aggiunta a dei fermenti».

 

 
 
 
 
 
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Il processo di allattamento inizialmente è stato molto difficoltoso, abituarli al ciuccio fatto ad hoc  con spugnette per trucco non è stato semplice. «I cuccioli – racconta Giacolini – pesano meno di un grammo e devono essere allattati ogni due ore, in media 6 volte al giorno esclusa la notte. Abbiamo dovuto sostituire le classiche cure materne, scaldandoli per permettere loro di digerire oltre che per stimolarli a nutrirsi. L’allattamento è durato più o meno 3 settimane. Quando i pipistrelli hanno cominciato a mostrare i primi peli e a mettere i dentini è iniziato gradualmente lo svezzamento».

Nell’arco di una settimana è stata diminuita la quantità di latte e ai piccoli pipistrelli sono stati serviti gli interni delle camole di coleottero: una parte morbida, più facile da assimilare. «È importante sottolineare che oltre a queste larve, i cuccioli assumevano degli integratori vitaminici e di calcio – ricorda la veterinaria – Dopo 15 giorni, i pipistrelli hanno cominciato ad assumere solo queste larve morte, facendo 4 pasti al giorno, acquisendo pian piano la capacità di mordere. I pipistrelli sono passati poi a fare due pasti al giorno, preferibilmente la sera, visto che sono animali notturni».

3 dei pipistrelli accuditi dalla dottoressa Giacolini

Lo scopo di tutto questo “addestramento” è insegnare loro a catturare larve vive e quindi saper cacciare in autonomia. «Noi, in questo momento, abbiamo 16 pipistrelli – conclude la dottoressa – a giugno li tenevamo in una scatola, mentre ora usiamo un trasportino flessibile per cani, utile per loro anche per rinforzare le ali. Una volta autonomi nel cibo, penseremo a farli volare. In genere un pipistrello, una volta raggiunta la capacità di volare per almeno 10 minuti, viene lasciato libero nella loro zona di provenienza e mai altrove per non far interferire tra di loro le diverse specie. I pipistrelli che abbiamo noi hanno una spiccata capacità sociale ed è quindi opportuno gestirli in gruppo perché hanno bisogno di contatto e compagnia, per farli stare in tranquillità, senza stress e avere una migliore gestione a livello ecologico».

Il Parco regionale della Maremma osserva i cuccioli

Simone Rusci con uno dei pipistrelli

Simone Rusci, presidente del Parco della Maremma, sottolinea quanto il supporto di Giacolini sia stato necessario per il futuro dei piccoli: «L’aiuto fornito dalla dottoressa è fondamentale per questi pipistrelli – dice Rusci – e grazie al suo lavoro minuzioso, verranno al più presto spostati in una struttura per insegnar loro a volare. Entro i primi giorni di settembre, una volta autonomi, contiamo di poterli liberare. Questo nostro progetto ha il fine anche di approfondire gli studi su questo animale, nel nostro parco ci sono già varie specie, i cuccioli trovati sono dei micro-pipistrelli, che di solito si stanziano nelle cavità degli edifici o degli alberi, ma abbiamo anche pipistrelli “da grotta”. Inoltre – conclude il presidente – la nostra è una campagna di sensibilizzazione per un animale spesso trascurato o non visto di buon occhio, importantissimo però a livello ecologico, anche per questo devono essere maneggiati con cura. Stiamo organizzando un evento dedicato a questi cuccioli: nel giorno in cui quale li libereremo».

 

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