PORTO SANTO STEFANO. L’avrebbe fatta bere probabilmente del metadone, lei si sarebbe sentita male e sarebbe andata in bagno, mentre il compagno della donna era uscito da casa per andare a comprare le sigarette. L’amico del compagno, che era stato invitato a cena quella sera, sarebbe entrato nella stanza dov’era la donna e l’avrebbe spogliata e violentata dopo averla colpita più volte e dopo averla buttata per terra, sul pavimento.
Sarebbe riuscito a penetrarla, prima che lei riuscisse a liberarsi da quella morsa infernale. Ma il racconto della donna, assistita dagli avvocati Riccardo Lottini e Camilla Toninelli durante l’udienza che si è celebrata in tribunale, di fronte al collegio composto da Adolfo Di Zenzo, presidente, Ludovica Monachesi e Andrea Sramenga, non è stato troppo preciso. Da quella sera erano passati ormai sei anni e la donna, un’argentarina di 37 anni, non è riuscita a ricordare bene quello che era successo quella sera nella casa dove viveva con l’allora compagno, padre di suo figlio.
La sostituta procuratrice Valeria Lazzarini ha chiesto una condanna a sei anni e sei mesi per un 28enne di origini tunisine, difeso dall’avvocato Matteo Monticini. Il ragazzo era accusato di violenza sessuale e lesioni personali, per aver picchiato la donna in bagno e per averla stuprata mentre il compagno non c’era. Ma durante la sua testimonianza la trentasettenne si è confusa più di una volta.
Il ragazzo è stato assolto perché il fatto non sussiste.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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